Un deciso no al “GP d’Europa”!
Ma la scuderia del CF insiste per l’iscrizione
Nel variegato mondo della politica, soprattutto di questi tempi, bisogna saperle sparare grosse! Naturalmente basta crederci e avere nel DNA analogie con certi pesci boccaloni, che alla minima increspatura dell’acqua scattano e, inesorabilmente, si ritrovano con l’amo conficcato in bocca. Noi, da un pezzo, non abbocchiamo più!
Sinceramente guardiamo al futuro con preoccupazione, quella che cresce soprattutto volgendo lo sguardo ai palazzi del potere. Per quanto concerne il nostro di palazzo, e checché ne dicano i sondaggi, fiducia e ottimismo non sono di certo in pole position – per usare un termine sportivo. Diciamo pure che la scuderia del CF non può certo permettersi di competere in un Gran Premio. I “modelli” di cui dispone mancano di potenza, i telai e l’aerodinamica sono obsoleti, la messa a punto dei propulsori si rivela, a ogni “gara” in programma, sempre più problematica. Inoltre, il dialogo fra i “tecnici” e i “piloti”è quasi inesistente. Il “pilota” propone, ma nel box gli ingegneri fanno orecchie di mercante, decidendo, spesso e volentieri con insopportabile arroganza, d’ignorare bellamente i consigli di coloro che “corrono” con il rischio sempre latente – grazie a certe sballate soluzioni tecniche – di rimetterci la pelle!
La “scuderia” federale, notoriamente, vorrebbe poter partecipare al “Gran Premiod’Europa” e sta facendo di tutto per convincere gli sponsor a inoltrare l’iscrizione, fortemente auspicata, come sappiamo, da un team riconoscibile per la sua inconfondibile, quanto appariscente livrea di colore rosso!
Quel “circuito” sul quale ci si vorrebbe obbligare a correre, è pericoloso poiché privo di spazi di fuga, di quelle “misure di sicurezza” indispensabili per garantire l’incolumità dei piloti e degli spettatori. Quel percorso ha già sancito la rovina di alcuni team: greco, portoghese e irlandese, ad esempio. Un altro – anche se il “patron” è pieno d’entusiasmo e ha la lingua sciolta – arrischia di fallire!
Per contro, ce ne sono alcuni che hanno deciso di ribellarsi all’assurdo regolamento e di dare vita ad un altro “campionato”, che possa permettere alle scuderie di decidere se partecipare o no alla competizione, senza dover subire pressioni o ricatti di sorta!
L’allegoria con il mondo della F1, ai numerosi maître à penser di nostra conoscenza, può sembrare fuori luogo, diciamo non in linea con il branco. Siccome non ne facciamo parte, ci si voleva togliere lo sfizio e abbiamo motivo di credere, pensando agli ultimi accadimenti, di avere ottime ragioni. Un piccolo, quanto banale esempio: i 3,5 miliardi facenti parte del budget dell’esercito, stornati a favore di non meglio precisati interventi a favore del sociale o aiuti allo sviluppo. Quale tipo di sociale?
Quale sviluppo? Per “sociale” s’intende forse quello solito, di cui i cittadini di questo Paese vedono solo le briciole? Oppure quello scriteriatamente generoso, elargito come d’abitudine, senza chiedere il parere di nessuno, a nazioni che poi ne fanno un uso che con la socialità, intesa nell’accezione del termine, poco ha a che fare? Vedi quei 45 milioncini (!) regalati di recente alla Croazia !
Se al CF fa comodo decidere motu proprio – come ha fatto per quanto concerne i miliardi destinati ai Gripen – non vediamo perché, il sovrano, non possa decidere dove, come e quando, questi soldi debbano essere impiegati !
Forse, sarebbe il caso di fronte a cotanta e di questi tempi, incomprensibile generosità, far capire che “quelli”, piaccia o no alla “scuderia federale”, sono soldi nostri e non dei signori Levrat, Sommaruga, Burkhalter e kompagni, i cui indirizzi “sociali” sono noti! Insomma, bisognerà pensarci, prima che il patrimonio di famiglia venga allegramente dilapidato!
In favore dell’improbabile “GP d’Europa”, al quale ora solo il 17% della nostra popolazione vorrebbe partecipare, abbiamo già polverizzato un discreto numero di miliardi; se non si metterà un freno alle donazioni folli e soprattutto inutili, c’è il rischio di poter partecipare, al massimo, al “GP delle casse di sapone”! Quindi, l’idea di lasciare decidere al popolo su cosa fare dei nostri soldi, comincia a suscitare un certo qual interesse che non è affatto da sottovalutare. “Melius abundare quam deficere”. Sì, d’accordo, ma cerchiamo di non esagerare!