Niente accordo fiscale con l’Italia sui frontalieri?

Feb 5 • L'opinione, Prima Pagina • 461 Views • Commenti disabilitati su Niente accordo fiscale con l’Italia sui frontalieri?

Tempo perso?

Il tanto sbandierato accordo fiscale sui frontalieri, potrebbe non entrare in vigore o trovare molte difficoltà per la relativa applicazione.

In primo luogo, oltre Chiasso, con il Governo in bilico la ratifica di quanto sottoscritto da Daniela Stoffel per la Svizzera e da Antonio Misiani per l’Italia, il 23 dicembre scorso, non è il problema più urgente. Se poi si dovesse andare alle urne, prima che il nuovo Governo prenda visioni dei documenti e il parlamento italiano l’approvi, sicuramente, si rimanderebbe tutto alle classiche calende greche!

L’ex-senatore leghista Jonny Crosio, è deputato dal 2008 al 2013 e senatore dal 2013 al 2018 per la circoscrizione Lombardia, nato a Zurigo e residente a Dubino (Sondrio), con studio proprio d’architettura a Locarno. Recentemente ha partecipato all’appuntamento online organizzato negli scorsi giorni, dal giornale “Il Grigione Italiano” con una tavola rotonda intitolata “Accordo sulla fiscalità” alla quale hanno preso parte, oltre all’ex-senatore Crosio, la consigliera nazionale Anna Giacometti (PLR), Fulvio Betti (UDC) presidente del legislativo poschiavino e Giuseppe Augurusa, responsabile della CGIL frontalieri.

L’architetto, con studio a Locarno, ha espresso i suoi dubbi su questo trattato ed è sicuro che il nuovo accordo non avrà vita facile e sarà contestato tramite ricorso!

Rammentiamo che in Ticino, giornalmente, sono attivi più di 70’000 frontalieri, mentre nei Grigioni lavorano oltre 3’000  Lombardi.

Appena sarà accettata l’eventuale ratifica, il nuovo testo dell’accordo sarà impugnato alla Corte Costituzionale della vicina repubblica. L’accordo presenta diverse criticità, fra cui la mancata garanzia della parità di trattamento ai lavoratori frontalieri attivi sul nostro territorio. Infatti, due dipendenti che svolgono la stessa professione, e magari arrivano dal medesimo paese, possono avere un trattamento economico e fiscale diverso.

Per i vecchi frontalieri la tassazione non cambierà, mentre chi sarà assunto dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo, sarà finanziariamente penalizzato.

Nella vicina repubblica vi sarà chi darà una mano ai nuovi frontalieri, nel presentare il relativo ricorso.

La nuova convenzione sostituiva l’accordo che nel 2015 la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf aveva sottoscritto, ma mai sbloccato, anche a causa della forte opposizione dei sindacati italiani.

L’entrata in vigore di questo accordo, tanto sbandierato dal consigliere federale Ignazio Cassis, è  prevista per il 2023-24, tribunali italiani permettendo!

 

FRG

 

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