Messaggio chiaro e semplice

Mag 29 • L'opinione, Prima Pagina • 2057 Views • Commenti disabilitati su Messaggio chiaro e semplice

Urs von der Crone Presidente ds-SVP Tessin

Urs von der Crone
Presidente ds-SVP Tessin

Le sfide del 21° secolo sono formulate molto chiaramente all’EXPO 2015 di Rho/Milano: come possiamo fornire alla crescente popolazione del mondo un’alimentazione qualitativamente quantitativamente sufficiente? Riusciremo anche a fornire dei pasti sani a tutti? C’è acqua potabile a disposizione in ogni regione? Come combattiamo le malattie del nostro tempo? Riusciremo a salvare dal trend globale e a far conoscere le molteplici tradizioni alimentari? Possiamo arrestare l’espansione dei territori desertici e prevenire il disseccamento di altre regioni? Bastano i nostri alimenti per tutti o sono a disposizione soltanto di una parte della popolazione della terra?

Proprio quest’ultima domanda vuole affrontare la Svizzera con la sua presentazione: in quattro torri vengono offerte ai visitatori enormi riserve di acqua, sale, caffè e cerchietti di mele essiccati. Determinante è come la gente si comporta con queste riserve. Se quest’ultime (e qualcosa lo si denota già sin d’ora) verranno esaurite già nel corso dei mesi estivi, ai visitatori dell’autunno rimarranno soltanto degli scaffali vuoti. Oppure si imporrà la consapevolezza che le riserve devono durare fino alla fine dell’esposizione il prossimo autunno? Sempre nel padiglione svizzero, con il modellino del massiccio del San Gottardo si attira l’attenzione sul nostro bacino idrico, dal quale la preziosa acqua viene distribuita in tutte le direzioni. Sopra al modellino in granito sono sospese le tipiche canalizzazioni in legno che nella montagne vallesane povere d’acqua distribuiscono quest’ultima razionalmente in quantità limitate sui terreni coltivati. Perché l’eccesso e la mancanza convivono anche in Svizzera. Oltre ai cantoni del San Gottardo, solo una città svizzera ha approfittato dell’occasione per mostrare agli ospiti i suoi lati migliori: Basilea, con la sua lunga storia, la sua architettura urbana, la sua università, le sue personalità e, naturalmente, la sua industria chimica.     

Anche la mappa dell’EXPO è semplice e di facile comprensione: ai bordi della via principale, che in ossequio  alla tradizione urbanistica dell’antica Roma è stata denominata “Decumano”, si estendono gli edifici dei diversi paesi partecipanti e i “cluster” (settori tematici). L’unica grande via trasversale è il Cardo, riservato per la maggior parte al padiglione italiano (che è di gran lunga quello più visitato, con l’esposizione più attrattiva e i tempi d’attesa più lunghi), al lago dell’EXPO e alla presentazione delle regioni e province italiane. L’arena del lago è il centro di grandi manifestazioni. Lì c’è anche l’albero della vita, che ricorda le note forme del rinascimento: ogni visitatore si sente trasferito nel Campidoglio romano con la sua piazza opera di Michelangelo.  

L’Italia ha da anni opposto all’ondata di “fast-food” che ci travolge tutti, il concetto di “slow-food” e la rivalorizzazione delle sue specialità culinarie regionali. In questo senso, gran parte della ristorazione di EXPO 2015 è stata affidata all’azienda fondata da Oscar Farinetti  “Eataly” (termine creato unendo le parole inglesi eat e Italy). La catena di negozi vende in tutta Italia prodotti alimentari di alta qualità, e si sta espandendo a Monaco, Los Angeles e Londra. All’esposizione mondiale, Eataly gestisce un numero di ristoranti pari a quello delle regioni italiane, diffondendo le tipiche abitudini alimentari regionali.

Gli obiettivi in materia di alimentazione mondiale sono chiari. Le idee per raggiungere questi obiettivi sono molteplici. Ed è del resto proprio il compito di un’esposizione mondiale indicare diverse possibilità. Così, è quantomeno inconsueto per i visitatori l’esperimento di fronte al quale si trovano nel padiglione israeliano e anche in altri: poiché il terreno a disposizione sta diventando insufficiente, si ripiega  sulla piantagione verticale. Intere pareti sono coperte di vegetali e utilizzate per la produzione del nostro cibo, tutto ciò naturalmente con un’irrigazione gestita dal computer. Di idee per il futuro ce ne sono, la domanda è soltanto quali vogliamo veramente realizzare. Questo lo devono finalmente decidere le nuove generazioni, che del resto s’incontrano numerose all’esposizione mondiale. Durante queste settimane, un enorme numero di classi scolastiche invade letteralmente l’area dell’EXPO. Se questi scolari continueranno a raccontare le loro impressioni quanto la generazione dei nostri genitori fece con le esperienze della Landi 1939 (esposizione nazionale del 1939, NdT), c’è da ben sperare.  

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