L’UE s’estende fino alla morte – e il Consiglio federale spinge la Svizzera nella stessa tomba

Lug 12 • Dall'UDC, Dalla Svizzera • 2647 Views • Commenti disabilitati su L’UE s’estende fino alla morte – e il Consiglio federale spinge la Svizzera nella stessa tomba

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Lunedì 1° luglio 2013 la Croazia aderisce come 28° membro dell’Unione europea. Questo paese, scosso dalla crisi economica con un tasso di disoccupazione giovanile del 51,8%, dei salari medi di 1’300 franchi svizzeri e degli scandali di corruzione a ripetizione, non è che l’inizio di una nuova serie di estensioni discutibili. I capi di Stato e di governo dell’UE hanno infatti appena accettato di avviare dei negoziati d’adesione con la Serbia.

Tutti lo sanno, ma nessuno vi si oppone: con la Croazia, l’UE si carica di una nuova preoccupazione estremamente onerosa. Benché sia evidente che questo nuovo Stato membro, i cui problemi economici e gli scandali di corruzione non diminuiranno dopo la sua entrata nell’UE, costerà dei miliardi ai fondi UE, questa adesione è stata effettuata senza entusiasmo, ma anche senza esitazione. La “prossima Grecia” ha così preso posto a Bruxelles come da programma. Anche la Svizzera ne sopporterà le conseguenze. Il Consiglio federale e le commissioni di politica estera delle due Camere hanno già dato luce verde alla libera circolazione delle persone con la Croazia. Anche qui le conseguenze sono chiare: già oggi, più di 30’000 Croati vivono in Svizzera, cifra alla quale bisogna aggiungere circa 15’000 Croati naturalizzati durante gli ultimi dieci anni. Questa importante diaspora, aggiunta al livello elevato dei salari svizzeri e alla (finora) bassa disoccupazione eserciterà un importante effetto d’attrazione sui Croati in cerca di lavoro. La Svizzera potrà sì negoziare dei contingenti per qualche anno, ma poi l’immigrazione proveniente da questo paese dei Balcani non potrà più essere frenata.

E sarà ancora peggio dopo l’adesione della Serbia all’UE. Più di 89’000 Serbi vivono attualmente in Svizzera e circa 80’000 Serbi sono stati naturalizzati durante gli ultimi dieci anni. E anche qui non bisogna farsi delle illusioni: il Consiglio federale accetterà senza discutere l’estensione della libera circolazione alla Serbia. Per allora avverrà forse anche automaticamente, se le idee presentate questa settimana dal DFAE diverranno realtà.

Non permettiamo che si arrivi a quel punto! Il Consiglio federale non ha il diritto di sacrificare gli interessi della Svizzera a profitto degli affossatori dell’economia europea, giusto per profilarsi sulla scena internazionale. Il popolo svizzero deve battersi contro questa adesione rampante della Svizzera a questo mostro antidemocratico installatosi a Bruxelles. L’iniziativa contro l’immigrazione di massa è un primo passo in questa direzione.

 

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