Le «risorse» della delinquenza d’importazione
Avanti così! Continuiamo pure a dormire della grossa, importando «risorse», «ricchezza» e «opportunità», grazie a soggetti con pericolose tendenze criminali che ospitiamo generosamente/stupidamente!
Per la cronaca, segnaliamo 2 casi recenti, accaduti in questo ameno cantone, rispettivamente a Lugano e Locarno.
Lugano accusa ricevuta di «merce avariata» importata dall’Algeria: nella fattispecie un richiedente l’asilo – ma in Algeria c’è la guerra? – che ha accoltellato una ragazza che ha osato rifiutare le sue avances. Bisogna ammetterlo, rinunciare a certe opportunità, quelle che portano «ricchezza», può costarti caro. Dalle nostre femministe rosso-verdi, manco un «cip», ci mancherebbe. Ma se fosse un Ticinese doc a commettere il fatto, apriti cielo! Difficile sottrarsi al fascino dell’esotismo, vero signore?
Alla ragazza è andata bene, poteva anche lasciarci la pelle. All’energumeno, certamente coccolato, mantenuto e sicuramente con poca voglia di farne, sarà assicurata l’assistenza giudiziaria, ovvero, quella che garantisce alla persona fisica indigente, che non ha la possibilità di provvedere con mezzi propri agli oneri di procedura o alle spese di patrocinio, la tutela adeguata dei suoi diritti davanti alle autorità giudicanti del cantone.
E le vittime? E chi se ne frega!
Naturalmente, come copione buonista esige, a favore del delinquente saranno tirati in ballo i soliti «problemi psichici» causati dall’infanzia difficile, traumatica e altre scusanti. Insomma, le solite mielose manfrine che gli permetteranno, dopo qualche mese di prigione a 5 stelle – probabilmente comminati con la condizionale (sic!) – di rimanere ancora da noi a poltrire, poiché di espellerlo e rimandarlo al suo paese a calci nel didietro, di certo non si terrà conto. Accade sempre più spesso per non irritare la CEDU. Ancora una volta solo diritti; i doveri non contano!
Sappiamo comunque chi ringraziare! Quindi teniamoci pure anche questa edificante risorsa: un ennesimo esempio di integrazione! Tanto, uno più uno meno, che differenza può fare? L’importante è «aprirci», adattandoci alle culture che arrivano da lontano e assimilandole, come pretende un certo Mustafa Atici, consigliere nazionale «basilese» targato PS !
Di casi analoghi la cronaca è purtroppo fitta; andate a leggervi i quotidiani d’oltralpe e ve ne renderete conto. Ma si continua con la pennichella, ospitando teppaglia, di tutto e di più e girando la testa per non guardare. Ma pretendere, giustamente, di inasprire il Codice penale, fa immediatamente arricciare il naso ai cultori del politicamente corretto. Quindi, parafrasando Dante: «Chi è causa del suo mal pianga sè stesso». Magari votando i soliti tromboni opportunisti, detentori di diversi passaporti e supportati dai soliti Buoni & Giusti.
A Locarno, altro caso edificante! Protagonisti due fratelli iracheni di 19 e 20 anni, residenti in Svizzera dall’età di 6 anni. Integrati? Come no! Professione? Boh!
Infatti, l’inverno scorso, alla faccia dell’integrazione, sono stati protagonisti di un violento pestaggio a base di pugni, calci e bottigliate in testa!
Vittime dell’aggressione, due ragazzi – uno minorenne – usciti traumatizzati dal brutale attacco. Anche in questo caso, le «risorse» importate si sono superate, anzi, hanno reiterato quanto già commesso in passato: furti, aggressioni, violenza carnale, vandalismi e altre delizie. Eppure, questi due pericolosi soggetti sono ancora qui, naturalmente a nostro carico, e probabilmente ce li dovremo tenere, anche se oltre alla condanna inflitta (2 anni) è stata decretata l’espulsione dalla Svizzera: CEDU permettendo, s’intende!
Già, rimandarli in Iraq sarebbe rischioso, potrebbero essere arruolati nell’esercito e farsi la bua! Al solo pensarci ci si stringe il cuore; che dolore! Siccome abbiamo numerosi eloquenti esempi di buonismo ipocrita, permetteteci di dubitare che l’espulsione – giustamente chiesta dall’accusa – sarà realmente eseguita; sono comunque aperte le scommesse.
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