Democrazia su una brutta strada?

Feb 21 • L'opinione, Prima Pagina • 624 Views • Commenti disabilitati su Democrazia su una brutta strada?

Urs von der Crone
Presidente ds-SVP Tessin

È decisamente la frase più strana che ho letto quest’anno. L’ho letta tre volte, per essere sicuro di averla capita bene: «Il risultato dell’elezione deve essere reso annullabile.» La frase non è stata espressa al tavolo degli «habitué» di qualche bettola, bensì è stata detta da Angela Merkel, la cancelliera federale dello Stato nostro confinante a nord, quindi da una politica la cui parola ha un enorme peso anche nell’ambito dell’UE. Perfino in Germania se n’è parlato come di uno  «schiaffo alla democrazia». L’affermazione si riferiva alle elezioni nel parlamento regionale del Land Turingia nel quale, grazie ai voti dell’AfD, un candidato dei liberali è stato eletto quale presidente del Consiglio. A tal punto è dunque degenerata la democrazia: l’esito di un’elezione democratica può situarsi solo all’interno di determinate fasce e di determinati orientamenti stabiliti dall’alto. Non dovrebbe essere il contrario, ossia che il popolo o il parlamento abbiano il diritto di annullare delle decisioni del governo, mentre quest’ultimo non può mai annullare quelle del parlamento o del popolo? In democrazia, la decisione finale spetta al popolo.

Immaginatevi se qualcosa di analogo succedesse nello sport. L’esito di una partita di calcio sarebbe annullato solo perché non piace a tutti. Naturalmente, si può rifare sia una partita di calcio, sia un’elezione, sia una votazione: ma unicamente quando siano state dimostrate delle scorrettezze o delle violazioni delle regole del gioco – ossia, nel caso della politica, violazioni comprovabili delle regole democratiche.  Ma le regole della nostra democrazia prevedono che tutti i voti espressi abbiano lo stesso valore. Non si possono dichiarare nulli i voti di un partito (nella fattispecie l’AfD), solo perché nelle sue fila si presumono militare degli estremisti di destra – facendo nel contempo il gioco di un altro partito che si proclama apertamente l’erede dell’ultra-marxista SED della passata DDR. È comprensibile che il centro democratico si voglia distinguere dagli altri, ma lo deve fare distanziandosi coerentemente sia dalla destra sia dalla sinistra. Purtroppo, noi in Svizzera non possiamo esprimerci negativamente nei confronti della democrazia nel paese a noi limitrofo, perché abbiamo un problema di democrazia del tutto analogo. Pensiamo all’attuazione della volontà popolare in materia d’immigrazione di massa: l’esito della famosa votazione popolare non è gradito e, di conseguenza, da anni la volontà popolare non viene applicata. La si dovrebbe chiamare «democrazia guidata»? Il popolo può dire la sua fintanto che conferma la linea del governo? Risultati contrari sono indesiderati…

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