Delinquenza importata: «barcheta, camel e turna a cà»

Nov 18 • Dai Comuni, Dal Cantone, L'opinione, Prima Pagina • 34 Views • Commenti disabilitati su Delinquenza importata: «barcheta, camel e turna a cà»

Tiziano Galeazzi Municipale a Lugano e Deputato in Gran Consiglio, Municipale di Lugano

Due cittadini stranieri, richiedenti l’asilo, sono finiti in manette per presunti reati attinenti alla sfera intima di una minorenne nella tratta tra Lugano e Mendrisio lo scorso mese. Sempre a ottobre, altri due richiedenti l’asilo, in centro a Lugano attorno alle 17.30, hanno fermato e molestato una ragazza che, fortunatamente, è riuscita a sfuggire alle loro «attenzioni». Sono solo alcuni fatti di cronaca capitati nelle ultime settimane e stanno a significare  che qualcosa sta cambiando attorno a noi. Basti osservare quanto sta succedendo nella vicina Italia per capire che il rischio di uno spostamento pericoloso verso i nostri confini potrebbe avverarsi nel breve-medio periodo. Con questi flussi di persone, ovviamente, non mancheranno ulteriori atti di violenza e di disordine pubblico. 

Dunque, non solo nella vicina Chiasso, il problema si potrebbe allargare anche ad altri centri, tra i quali Lugano. Quest’ultima è ritenuta, a oggi, una città, sicura e ne siamo contenti.

So benissimo che si sta facendo tanto per la sicurezza, ma non va abbassata la guardia sui controlli e nell’intensificare la collaborazione con tutte le forze dell’ordine cantonali e federali (per esempio gli agenti ferroviari molto preziosi sui treni e alle stazioni). 

Non vorremmo arrivare alla situazione di altre nazioni,  dalla Scandinavia giù giù fino al Mediterraneo, dove molti quartieri abitativi sono in balia della delinquenza e le forze dell’ordine non riescono più a fare il loro lavoro di prevenzione e contenimento. 

I nostri agenti svolgono il loro lavoro in modo più che professionale, ma andrebbero supportati maggiormente, sia dal mondo politico che dalla popolazione. Vanno però anche forniti gli strumenti adatti per aiutarli nelle loro mansioni.  Si dovrebbe garantire al corpo di polizia  maggior libertà di manovra. Questo va a supporto della prevenzione, evitando così che il Ticino diventi in futuro un nuovo territorio fertile per bande criminali organizzate. Dal riassunto della visita della CF Baume Schneider a Chiasso di certo non sembra che a Berna abbiano ben compreso quanto potrebbe capitare in futuro a sud delle Alpi prima e nel resto della Svizzera poi. Un «déjà vu» stile Covid-19 a inizio 2020?  Infine, alla popolazione di Chiasso la mia personale solidarietà.

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