Chiarire rapidamente la situazione
Il fumo del campo di battaglia si sta dissipando lentamente, l’effervescenza provocata dal SÌ di popolo e cantoni all’iniziativa contro l’immigrazione di massa si sta calmando, e quindi lo sguardo può essere rivolto alle prossime tappe da compiere. Il Consiglio federale farebbe bene a procedere rapidamente con l’applicazione dell’iniziativa in politica interna. Il sistema dei contingentamenti e la priorità ai lavoratori residenti possono essere concretizzati a livello di ordinanza, quindi prima di sottoporre una legislazione esecutiva alle Camere federali. Perché bisogna fare in fretta: da una parte, nessuna clausola di salvaguardia può ormai essere invocata per i vecchi membri dell’UE e per i paesi dell’Europa dell’est, dall’altra, la libera circolazione si estenderà completamente a partire dal 2016 a Bulgaria e Romania. Conseguenza: la Svizzera rischia di subire una spinta migratoria tanto forte quanto incontrollabile.
È comprensibile che l’UE abbia fermato la preparazione di nuovi accordi, perché il risultato di questa votazione è stato una grande sorpresa per i paesi europei. Bisognerà ancora aspettarsi qualche rumorosa manifestazione retorica almeno fino alle elezioni parlamentari europee del maggio 2014. Poi il pragmatismo riprenderà senza dubbio il sopravvento, perché l’UE è almeno interessata quanto la Svizzera a delle relazioni armoniose, che si tratti di fiscalità, di commercio, di transito o delle sfide che attendono tutti i paesi nel settore energetico. Bisogna anche ricordare a questo proposito, che UE e Svizzera hanno concluso più di 100 accordi bilaterali e che nessuno pensa seriamente di rescinderli.
Chiarire la situazione di partenza
La palla è ora nel campo del Consiglio federale: più rapidamente l’iniziativa sarà applicata, e tanto più velocemente la situazione sarà chiarita. Mercoledì scorso, il governo ha annunciato un concetto per la metà dell’anno e il progetto di una legge d’applicazione entro fine 2014. Non è necessario reinventare l’acqua calda in diversi settori come, per esempio, la formulazione di un sistema di contingentamento o di priorità ai lavoratori residenti. La Svizzera ha acquisito sufficiente esperienza con questo genere di procedure d’autorizzazione. Da parte sua, l’UDC non è rimasta inattiva e ha lanciato diverse proposte innovatrici in questi ultimi giorni, come un sistema di bonus fiscale per le imprese che assumono dei lavoratori residenti anziani o un’attribuzione preferenziale di contingenti alle aziende formatrici di apprendisti. Questa iniziativa offre l’opportunità di uscire dai sentieri battuti. D’altronde, bisognerà comunque applicare nuove soluzioni in certi settori, in particolare per la limitazione del numero di frontalieri.
Sfruttare meglio il potenziale esistente
Sarebbe anche ora che la Svizzera ponga l’accento sul rafforzamento della sua propria manodopera qualificata. Gli errori commessi in passato nel settore della formazione devono cessare. Per esempio, i requisiti eccessivi imposti in termini di formazione universitaria hanno avuto per effetto che la Svizzera non forma più sufficiente personale curante per gli ospedali. Uno dei criteri da considerare per il sistema d’ammissione tramite contingenti sarà di porre l’accento sui permessi di breve durata, sistema che permetterà anche di limitare il diritto al ricongiungimento familiare e alla percezione duratura di prestazioni sociali. Procedendo rapidamente con questo dossier, il Consiglio federale risolverà automaticamente la questione della Croazia, ultimo Stato membro dell’UE. Questo paese avrà così diritto allo stesso trattamento di tutti gli altri paesi dell’UE e non potrà lamentarsi di qualsivoglia discriminazione.
È pure il caso di rassicurare le straniere e gli stranieri residenti in Svizzera. Per loro non cambia niente. Un sistema di contingenti e tetti massimi si applicherà soltanto ai nuovi permessi di dimora, perché lo scopo è di limitare l’immigrazione. Le categorie di stranieri insediati in Svizzera si sviluppano in modo stabile e pianificabile (per esempio con la trasformazione del loro statuto) o diminuiscono in ragione dell’emigrazione. Ricordiamoci anche che le straniere e gli stranieri che già vivono in Svizzera, beneficiano anche loro della priorità accordata ai lavoratori residenti.
Ognuno faccia il suo lavoro
Le discussioni sulle persone che devono assumersi o no delle responsabilità in questa situazione sono totalmente inutili. Le persone che rivestono delle funzioni interessate sono note e i loro compiti sono chiaramente definiti. Coloro che non possono o non vogliono agire in funzione delle nuove esigenze devono dare le dimissioni. Questa constatazione vale anche per i consiglieri federali. L’applicazione del nuovo articolo costituzionale non è diversa dalla messa in vigore di altre iniziative popolari. D’altronde, la politica estera più di ogni altra consiste nell’adattarsi a nuovi eventi e sviluppi.
In quanto deputato avente anche perso a sua volta delle votazioni, tengo infine a sottolineare che non ha importanza, una volta finita la battaglia, sapere da che parte ci si trovava. Le nuove sfide sono le stesse per tutti e devono essere affrontate da tutti.
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