Burqa e “ terrorismo turistico”

Set 29 • All'ombra del minareto, Iniziative e referendum, L'opinione • 4317 Views • Commenti disabilitati su Burqa e “ terrorismo turistico”

Giorgio Ghiringhelli Autore e primo firmatario dell'iniziativa anti-burqa

Giorgio Ghiringhelli
Autore e primo firmatario dell’iniziativa anti-burqa

Lettera aperta di Giorgio Ghiringhelli ai confederati

Cari confederati,

la vostra stampa domenicale ha dedicato molto spazio ai timori che un eventuale divieto del burqa a livello svizzero possa provocare perdite miliardarie al turismo. A tal proposito , nella mia veste di promotore dell’iniziativa ticinese che ha dato avvio a questo dibattito a livello nazionale e internazionale, mi permetto di farvi sapere la mia opinione.

Innanzi tutto osservo che se in futuro  il Popolo svizzero, pur sapendo che tale decisione potrebbe avere qualche ripercussione negativa per il turismo, dovesse accettare di introdurre a livello nazionale il divieto antiburqa , ciò significherebbe che per il popolo le questioni legate alla sicurezza, e alla salvaguardia di importanti principi costituzionali come quello dell’uguaglianza dei sessi, sono più importanti di un pugno di petrodollari, e dunque anche gli ambienti turistici dovrebbero adeguarsi.

Già prima della votazione del 2009 sul divieto di costruire minareti si diceva che i turisti musulmani avrebbero boicottato la Svizzera, e invece è successo l’esatto contrario e la loro presenza è aumentata : non vedo perché non dovrebbe succedere la stessa cosa anche con il divieto antiburqa.  Anzi vi sono almeno tre motivi per credere che il divieto non avrà alcuna conseguenza negativa sul turismo :

1)      Nel mondo  le donne musulmane che si coprono il viso con burqa e niqab sono un’infima minoranza, e dunque per almeno 1,2 miliardi di musulmani il divieto svizzero non costituirebbe alcun problema.

2)      Il fatto di coprirsi il volto non è un obbligo religioso ma  è solo una tradizione etnica, per cui anche le donne che nei loro Paesi si coprono il volto con burqa e niqab non avrebbero alcun impedimento di tipo religioso a liberare il volto da noi.

3)      Il risultato della votazione ticinese del 22 settembre ha fatto il giro del mondo e ha ottenuto una formidabile pubblicità gratuita per il Ticino e per la Svizzera. Se a livello di élites “politicamente corrette” questa votazione ha suscitato delle critiche,  a livello popolare essa è stata condivisa nei Paesi non musulmani ( che rappresentano circa 7 miliardi di persone…) da almeno l’80% degli abitanti, come risulta da sondaggi effettuati dai giornali o come risulta dagli interventi nei vari blog dei giornali online dei vari Paesi. E dunque è probabile che questa positiva pubblicità si tradurrà in un aumento dei pernottamenti turistici che compenserà ampiamente le eventuali ( ma tutt’altro che certe) perdite sul fronte dei turisti arabi.
I responsabili delle associazioni turistiche nazionali stanno forse cercando degli alibi per giustificare eventuali cali futuri dei pernottamenti turistici , e mascherare così certe  loro scelte  sbagliate. Invece di fare del “terrorismo turistico” per influire sulle scelte politiche degli svizzeri, essi dovrebbero dare prova di fantasia e cercare di sfruttare positivamente il divieto del burqa e del niqab,  magari  con azioni pubblicitarie umoristiche nei Paesi musulmani , ad esempio per ricordare a quelle donne  che nei loro Paesi indossano burqa e niqab , che nel nostro Paese esse potranno provare l’ebbrezza di mostrare liberamente i loro volti in pubblico … e di abbronzarli.

Vi aspetto in vacanza in Ticino…!

Ciao.

Giorgio Ghiringhelli

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