Verso nuovi contingenti di rifugiati: si attende sempre la prova dei fatti in politica d’asilo

Set 8 • Dall'UDC, Dalla Svizzera • 2827 Views • Commenti disabilitati su Verso nuovi contingenti di rifugiati: si attende sempre la prova dei fatti in politica d’asilo

Martin Baltisser Segretario generale UDC Svizzera

Martin Baltisser
Segretario generale UDC Svizzera

Sembra che la consigliera federale Simonetta Sommaruga preveda di nuovo di far venire in Svizzera importanti contingenti di rifugiati. L’accoglimento di un gruppo di rifugiati siriani sarà probabilmente approvato nei prossimi giorni. Di fronte agli acuti problemi dell’asilo in Svizzera, il Consiglio federale farebbe peraltro meglio a dar prova di ritegno. Fintanto che la situazione caotica nel settore dell’asilo sfugge di mano alle autorità, il passaggio a una politica di contingenti non sarebbe né ragionevole né capito dalla popolazione. Per essere realmente utili alla popolazione siriana, bisognerebbe innanzitutto concentrarsi sull’aiuto in loco e nella regione. Tale cambiamento di priorità non dovrebbe porre troppi problemi, visto che le spese annuali per l’aiuto all’estero raggiungeranno ben presto i tre miliardi di franchi.

 

Quando gli enti assistenziali si lamentano che la Svizzera ha finora accolto troppo poche famiglie siriane nel quadro di azioni umanitarie, ignorano scientemente che a fine luglio oltre 2’800 persone siriane erano impegnate nella procedura d’asilo e che circa 1’000 di loro sono già state ammesse provvisoriamente. E ciò in un periodo in cui la situazione dell’asilo in Svizzera è estremamente tesa, il che non impedisce alla Svizzera di essere uno dei paesi d’Europa che riceve più domande d’asilo. A fine luglio scorso, quasi 43’000 persone erano in procedura d’asilo. Ancora una volta, il numero di domande d’asilo sarà nel 2013 due volte più elevato che non ancora pochi anni fa. Questa situazione si spiega principalmente con delle deficienze a livello di esecuzione. Le timide riforme previste non promettono miglioramenti. In poche parole, la Svizzera è sempre troppo attrattiva per delle persone che non hanno diritto all’asilo e gli abusi i questo settore sono sempre evidenti. In altri termini, emigranti economici, falsi rifugiati e persone che abusano della nostra ospitalità per commettere reati, intasano il sistema dell’asilo impedendo una politica focalizzata sull’accoglimento umanitario provvisorio di contingenti di veri rifugiati. Tale politica sarebbe perfettamente conforme alla tradizione umanitaria del nostro paese, ma quest’ultimo soffre oggi delle conseguenze della catastrofica politica d’asilo condotta in questi ultimi anni.

 

Mancanza di fermezza

 

Si potrebbe senz’altro dire che questo accoglimento di rifugiati siriani sia l’avvio di una nuova politica d’asilo. Ma sarebbe un’illusione. Le prossime revisioni della legge sull’asilo – avvocato gratuito e altri elementi del genere – non accelereranno certamente la procedura e sicuramente non modificheranno la reputazione della Svizzera quale paese che facilita gli abusi. Ciò che manca, a questo livello, è innanzitutto una volontà politica ferma da parte del dipartimento interessato e della maggioranza del Parlamento. Bisogna quindi cominciare esigendo dalla politica, dalle autorità e, soprattutto, dalla ministra di giustizia, Simonetta Sommaruga, la prova dei fatti che sono state finora incapaci di dare. Degli interventi severi contro gli abusi e un’esecuzione rigorosa delle disposizioni legali sono la base indispensabile di una politica umanitaria autentica, che potrebbe di nuovo concentrarsi sull’accoglimento di contingenti di veri rifugiati, quindi di persone aventi veramente bisogno di protezione e che, alla fine del conflitto, possono ritornare nei loro paesi riprendendo in mano il loro avvenire.

 

P.S.: se le minacce verbali di qualche membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU sfociassero veramente in un intervento militare in Siria, bisognerebbe insistere affinché questi stessi Stati si assumano anche la maggior parte dell’emergenza d’asilo derivante dalla loro azione. Paese neutrale, la Svizzera farebbe bene a sollevare questo punto a livello internazionale.

 

Berna, 3 settembre 2013

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