Preventivo cantonale, un déjà vu

Feb 23 • Dal Cantone • 2219 Views • Commenti disabilitati su Preventivo cantonale, un déjà vu

Piero Marchesi Sindaco di Monteggio

Piero Marchesi
Sindaco di Monteggio

E la storia si ripete. Dopo mesi di discussioni, minacce più o meno velate, accordi trasversali e fantapolitica, il preventivo 2014 del Cantone è stato approvato da buona parte del parlamento. Una maggioranza, ormai nota come triciclo, che dopo molti proclami e discussioni sui banchi del Gran Consiglio, ha archiviato il preventivo a tarallucci e vino. Un déjà vu, perché è stata riproposta la stessa situazione che i Ticinesi hanno già vissuto negli ultimi tre o quattro anni quando, di fronte all’incapacità della politica cantonale di partorire un preventivo degno di questo nome, si è preferito trovare una soluzione che non è neppure lontanamente definibile come soddisfacente.

Si è parlato di freno alla spesa e freno al disavanzo, due concetti di risanamento delle finanze pubbliche agli antipodi. Il primo, promosso dall’UDC, spiega l’obiettivo che si prefigge nel nome stesso, ed è il solo e unico strumento per analizzare i costi e limitare le uscite all’indispensabile. Il secondo, invece, condiviso e approvato da tutti i partiti di Governo, nasconde lo strumento per permettere al Consiglio di Stato di aumentare le imposte e scaricare le proprie responsabilità sui Ticinesi, chiamati alla cassa per rimediare agli errori degli altri.

Quando non si è capaci, o meglio non si ha la volontà, di ridurre i costi dell’amministrazione pubblica, si aumenta la pressione fiscale. Una filosofia che, evidentemente, non condivido perché esistono ben altre possibilità per ridurre in modo importante i costi, evitando di licenziare dipendenti o eseguire tagli lineari agli stipendi. Purtroppo, la partitocrazia che la fa da padrone all’interno dei vari dipartimenti, non permette ai singoli consiglieri di Stato di attuare misure di risparmio chiaramente individuabili tra i molti sprechi di risorse che, spesso e volentieri, sono palesati anche dagli stessi funzionari.

Sono convinto che se venisse dato mandato a un consulente esterno, con il compito di individuare i risparmi all’interno della pubblica amministrazione, otterremmo risultati che avrebbero dell’incredibile. Le difficoltà insorgerebbero dopo, nell’applicazione concreta dei suggerimenti. Ma questa purtroppo, è altra storia. Anche quest’anno, nel famigerato preventivo cantonale, molta attenzione è stata posta sui comuni che, ancora una volta, dovranno passare alla cassa contribuendo a ridurre il deficit di bilancio. Deficit che si attesta a circa 150 milioni. Una cifra da far impallidire anche i più ottimisti. I comuni, a loro volta, sono sempre più costretti a rivedere la politica degli investimenti, poiché l’enorme pressione generata dallo sciagurato riversamento di costi da parte del cantone, limita la loro autonomia. Per rendere l’idea, un comune come Monteggio, che contabilizza circa 3 milioni e mezzo di franchi nella voce uscite, negli ultimi anni, e nei prossimi a venire, registra e registrerà maggiori costi per circa 400 mila franchi. Costi derivati da leggi votate dal parlamento, che obbligano i Comuni a istituire i servizi più disparati, dalla polizia strutturata intercomunale, al direttore didattico scolastico, passando per la riduzione drastica del contributo dell’ex-privativa delle aziende elettriche per i comuni, alle accresciute spese nel sociale. Notizia di questi giorni, si prospetta una nuova mazzata per gli enti locali, con la proposta di riversare ulteriori 15 milioni di franchi ai Comuni per le spese di ospedalizzazione. Non c’è fine al peggio.

Una situazione che condiziona anche l’attività economica dei comuni finanziariamente più forti, immaginiamo quelli più deboli. Invece di migliorare la situazione economica del Cantone, in questo modo, si andranno a peggiorare anche le condizioni già difficili dei Comuni, ingenerando una vera e propria crisi istituzionale.

Si tratta di un déjà vu che non fa presagire nulla di buono e che rimanda l’appuntamento di anno in anno, mettendo in scena il solito teatrino della politica cantonale quando, ancora una volta, si discuterà, si litigherà e si minacceranno bocciature, ma alla fine ancora una volta, si concluderà tutto a tarallucci e vino.

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