Parco nazionale del Locarnese: tutto a tarallucci e vino?

Mag 29 • Dal Cantone, L'opinione, Prima Pagina • 473 Views • Commenti disabilitati su Parco nazionale del Locarnese: tutto a tarallucci e vino?

(enm) Il 19 febbraio 2019, l’associazione NO al Parco nazionale del Locarnese, pubblicava il seguente comunicato stampa:  

L’analisi dei flussi finanziari del progetto PNL rivela una gestione amatoriale, clientelare e pasticciata.

Il 10 giugno 2018 le cittadine e i cittadini degli 8 Comuni toccati dal progetto hanno espresso un chiaro NO alla creazione di un parco nazionale. La campagna è stata una vera e propria battaglia di Davide contro Golia, in cui un nucleo operativo di poche persone con un budget inferiore a ventimila franchi ha tenuto testa, non solo alla direzione del progetto, ma a una schiera impressionante di persone e politici e di media che hanno esercitato tutto il loro potere e la loro autorevolezza per tentare di convincere la popolazione ad accettare questo progetto insostenibile.

Durante la campagna, una vasta cerchia di interessati ha a più riprese tentato di screditare la nostra associazione e l’intero fronte del NO, accusandoci di aver divulgato informazioni false, informazioni che poi man mano si sono invece rivelate sempre assolutamente confermate. Il compito dell’Associazione dei contrari non è tuttavia terminato il 10 giugno. Tenendo fede a quanto promesso, ci siamo chinati sull’analisi dei flussi finanziari che hanno permesso al progetto di acquisire consensi e potenza di fuoco nel corso degli anni. Confrontati con una sorta di muro di gomma, dopo insistenti richieste e con grandi ritardi siamo riusciti ad ottenere i conti e gli elenchi dei mandati e dei contributi assegnati dal progetto PNL. I documenti presentatici sono relativi agli anni compresi dal 2007 al 2017. A posteriori risulta abbastanza facile comprendere perché questi dati non siano stati resi noti durante la campagna di costruzione dei consensi al parco, confermando i nostri dubbi e sospetti. Infatti, dalle nostre analisi emergono chiare incongruenze, superficialità nella gestione, cifre ingigantite, nonché altrettanto palesi modalità di clientelismo. Siamo assolutamente certi che se queste cifre fossero state rese pubbliche prima della votazione, il NO popolare sarebbe stato ancora più chiaro.

ESITI DELLE NOSTRE ANALISI

Contributi a progetti

Il numero dei progetti sostenuti con contributi è 125 (di cui 5 in doppio, quindi al netto 120) per un totale di 1.845 mio. di franchi (a fronte di circa 11 mio. di spese totali). Constatiamo perciò che dei 153 progetti sbandierati durante la campagna di voto, solo 120 sono stati sostenuti materialmente. I promotori del PNL affermavano inoltre che TUTTI i progetti erano stati selezionati su concorso. I fatti dimostrano invece che sono stati emanati concorsi solo per gli anni 2008/2012/2013. Di conseguenza, solo 62 progetti (per un totale di 835’000.- franchi) sono stati selezionati e finanziati su concorso, mentre il resto (corrispondente a 1 mio.) è stato finanziato senza concorso a discrezione dei promotori del PNL. Infine, rileviamo che sui 120 progetti analizzati, ben 84 (per 1.350 mio., ovvero circa. il 75% del totale) sarebbero da considerare come compito ordinario dell’Ente regionale di sviluppo attraverso la Politica economica regionale. In altre parole, si è voluto far passare artificialmente sotto il progetto PNL quello che era un compito specifico dell’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (ERS-LV) e che avrebbe potuto svolgersi benissimo anche senza il Parco nazionale, come si è tentato di far credere. Queste incongruenze con quanto ripetutamente affermato dai promotori durante la campagna di votazione rivelano, da una parte, atteggiamenti evidentemente clientelari e, dall’altra, una chiara volontà di travisare la realtà dei fatti per magnificare il progetto PNL. Per fortuna, i cittadini dei comuni interessati non si sono fatti abbindolare. Appare anche abbastanza chiaro che gli stessi beneficiari del flusso di danaro derivato dal previsto PNL sono le stesse persone che si sono poi impegnate a fare campagna attiva prima del voto. Questo non è comprare consensi con soldi del contribuente?

Mandati e commesse

Il progetto PNL ha conferito 46 mandati per un importo di 1.117 mio. di franchi. Questi sono stati attribuiti TUTTI su incarico diretto. Diverse ditte (le solite) hanno beneficiato di mandati ripetuti. Anche questa modalità necessita di chiarimenti in quanto apparentemente in netto contrasto con la legge sulle commesse pubbliche. È mai possibile che nessuno dei 46 mandati fosse idoneo a essere assegnato attraverso almeno un concorso su invito? Anche in questo ambito è abbastanza chiaro che l’interesse dei manovratori a capo del progetto era quello di assicurare alle proprie ditte, agli amici e ai soliti noti una continuità di lavoro senza controlli e senza concorrenza.

Mandato di direzione

Il totale dei mandati di direzione dal 2007 al 2017 è dichiarato a 3.9 mio di franchi. Aggiungendo le spese di segretariato e di assistenza e commissioni si giunge a un totale di quasi 6 mio. in 10 anni per lo staff di direzione. Per i mandati di direzione non sono stati riscontrati concorsi di assunzione (ricordiamo che la direzione del progetto era assunta da 3 persone). Una bizzarra clausola prevedeva addirittura che, per la redazione delle schede di progetto, i membri della direzione potevano far capo alle proprie aziende o agenzie private (nella fattispecie SCIC Sagl, DIONEA SA o URBASS Sagl, come pure un sub-appalto interno all’ERS-LV). Da questo fatto è lecito dedurre che l’assegnazione dei mandati di gestione è avvenuta in maniera del tutto discrezionale attraverso sub-appalti e sub-deleghe non verificabili e non soggette ad alcun controllo. Restiamo convinti che tale modalità sia scarsamente compatibile con la gestione di fondi pubblici. Potremmo sorvolare sulle dimensioni piuttosto faraoniche della remunerazione del triumvirato di direzione, ma non possiamo nascondere qualche brivido nel considerare che, se il PNL fosse stato avviato, i promotori avrebbero avuto a disposizione un budget annuale cinque volte superiore. Dai nostri calcoli sui preventivi presentati risultava infatti che le spese di gestione avrebbero consumato un po’ di più di due terzi del budget. Anche questa volta è chiaro come gli aiuti effettivi alla regione (1.845 mio. di franchi) rappresentano uno specchietto per le allodole a scopo elettorale, soprattutto se confrontati ai 6 mio. di franchi (!) intascati dalla gestione del progetto.

Consuntivi e bilanci

Secondo i conti disponibili, il totale delle spese correnti effettive del PNL dal 2007 al 2017 corrisponderebbe a 10.9 mio. di franchi a fronte di ricavi netti per 12.35 mio. Circa il 17% dei ricavi (2.06 milioni) proveniva da fondazioni private. Tenuto conto dei transitori, a fine del 2017 risulta un avanzo globale disponibile di circa 1.6 milioni di franchi, cifra che è stata certamente spesa nel 2018, in buona parte anche dopo il NO popolare. Non sappiamo ancora in quale misura poiché un pre-consuntivo 2018 ci è stato negato, ma sappiamo che i dipendenti PNL sono stati remunerati fino a dicembre 2018. Non sarebbe stato il caso di dare una disdetta cautelativa 6 mesi prima? Anche perché se, malauguratamente, il progetto fosse passato in votazione non si sarebbe dovuto procedere nuovamente con assunzioni tramite regolari bandi pubblici?

I consuntivi presentano diverse incongruenze piuttosto difficili da spiegare o da accettare. Una prima costatazione piuttosto allarmante concerne significative differenze fra le spese 2011-2015 riportate nel Messaggio governativo 7171 (pagina 10, che citava circa 6.7 mio. di franchi) e quelle effettivamente registrate nei conti del PNL (0.7 mio. in meno). Nel Messaggio 7171 si chiedeva un credito di 1.1 mio. di franchi per gli anni 2016 e 2017, credito che il Gran Consiglio ha serenamente votato rimanendo all’oscuro della cospicua riserva accumulata dal PNL. Le gonfiature delle cifre si spiegano solamente se gli accantonamenti degli avanzi di esercizio sono stati registrati come spesa, una pratica contabile certamente discutibile! Questo gioco di “prestigio” è stato reso possibile dal fatto che a partire dal 2012 i risultati di esercizio annuale non sono più stati diligentemente riportati a bilancio nei conti PNL, ma sono stati celati nelle variazioni delle voci di “liquidità” o di “fondi propri”. Non è proprio la trasparenza che si auspica nella gestione di un ente pubblico. In ogni caso, dobbiamo concludere che né gli organi di controllo cantonali né le persone che hanno preparato i messaggi governativi per i crediti hanno lavorato diligentemente. Casi isolati o prassi corrente?

LE NOSTRE CONCLUSIONI

Riesaminando nel loro insieme i conti economici, i bilanci, le assegnazioni di incarichi e di contributi e le remunerazioni della direzione, emerge chiaramente la volontà da parte dei responsabili del PNL di acquisire tutti i punti-chiave politici e amministrativi del circondario affinché il progetto potesse affermarsi con forza soffocando tutte le critiche sul nascere. Tutte le nostre analisi evidenziano una modalità sistematicamente clientelare e perniciosamente ostile allo spirito della Legge sulle commesse pubbliche. Non osiamo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se il PNL si fosse realizzato e se in mano a queste persone manifestamente inaffidabili fossero confluiti non 1.2, ma ben 5 mio. di franchi all’anno! Le proporzioni nell’utilizzo a favore delle regioni erano evidentemente già ben predefinite!

Il NO dei cittadini del Locarnese ha davvero evitato il perpetuarsi di uno sperpero intollerabile di denaro pubblico e un posizionamento di persone sbagliate al posto sbagliato in punti chiave dell’amministrazione locale. Ciò senza entrare nel merito delle conseguenze dirette per i cittadini del locarnese, che avrebbero visto inevitabilmente cambiare radicalmente non solo le proprie abitudini in materia di fruizione della natura, ma anche i propri diritti e doveri se proprietari di qualsivoglia oggetto o fondo in zona periferica (conseguenze che le rivelazioni post-votazione di Pro Natura e dell’UFAM hanno poi ampiamente confermato).

Quando si chiedeva pubblicamente chi avrebbe diretto il PNL qualora si fosse realizzato, la risposta spocchiosa era “squadra vincente non si cambia!”. Alla luce dei fatti la “squadra” si è dimostrata ampiamente perdente con le aggravanti di inettitudine e pressapochismo. Per rimanere negli aforismi, il cittadino si aspetterebbe legittimamente che venga adottato in questo caso il sano principio di “chi sbaglia paga”. Nel caso del PNL sembra invece che questi comportamenti vengano “messi via” senza nemmeno avere il coraggio di esaminare le singole responsabilità o di esprimere le dovute scuse alla cittadinanza.

E invece, i cittadini che hanno osato osteggiare il progetto vengono addirittura ripetutamente redarguiti a mesi di distanza per non aver concesso spazio futuro a questo festival del “magna-magna”. I piagnistei nei vari giornaletti e riviste regionali sono ancora all’ordine del giorno.

Chi si è reso responsabile di questo spreco di tempo, di soldi e di energie, farebbe invece bene a ritirarsi dalla cosa pubblica e a chiedere ammenda. I cittadini del Locarnese e tutti i contribuenti ticinesi hanno una dignità che va difesa e dei diritti che vanno rispettati. Come da noi anticipato, il progetto si è a tutti gli effetti dimostrato inutile (è stato bocciato), dannoso (ha lasciato profonde lacerazioni nel tessuto sociale) e costoso (vedi quanto riferito sopra).

In conclusione, invitiamo innanzitutto questa casta altezzosa che ha dimostrato di aver gestito in modo alquanto dilettantesco questo progetto, bruciando milioni di franchi di soldi pubblici che avrebbero potuto essere investiti concretamente a favore del nostro territorio, di smetterla con le patetiche recriminazioni e con il vittimismo tipico dei cattivi perdenti.

Infine, non fosse altro che per rispetto verso i contribuenti ticinesi, ci attendiamo che la politica e le istituzioni si assumano il compito di fare finalmente chiarezza sulle responsabilità della pessima gestione del progetto PNL!

 

Questo, il severo rapporto dell’associazione NO al Parco nazionale del Locarnese che, non essendo stato a suo tempo contestato, riteniamo contenere gravi accuse non prive di fondamento. A più di un anno di distanza, tutto continua a tacere sul fronte degli sconfitti in votazione ma, soprattutto, su quello delle autorità che il rapporto, nella sua frase finale, invitava a fare finalmente chiarezza sulle responsabilità della pessima gestione del progetto PNL!

Bellinzona, sveglia! Non c’è solo il Covid-19!

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