Echi dal gran Consiglio
Pubblichiamo qui di seguito un’interrogazione del nostro gruppo in Gran Consiglio (prima firmataria: Lara Filippini), cui il governo ha risposto – nello spazio record di due giorni – praticamente tacciando l’atto parlamentare di ricettacolo di “fake news” (illazioni grossolanamente errate, è il termine utilizzato nella risposta). Ovviamente, non siamo in grado di contestare con prove le risposte del Consiglio di Stato ma, coscienti del fatto che di solito le illazioni a monte di un atto parlamentare, seppure a rischio di esser grossolanamente errate, provengono spesso da fonti quantomeno attive nell’apparato amministrativo (gole profonde sulla cui buonafede non stiamo a sindacare, ma in ogni caso “persone a conoscenza dei fatti”) un certo odore di fumo l’abbiamo percepito. Se ci sia anche qualche fetta d’arrosto non lo sappiamo, ma crediamo che il sospetto che ha portato all’interrogazione sia del tutto legittimo. Il fatto poi che all’atto parlamentare abbia fatto seguito una risposta in tal modo piccata e immediata (chi è addetto ai lavori di Palazzo delle orsoline sa come normalmente le risposte si facciano attendere, spesso devono essere sollecitate e qualche volta, addirittura, si trovano negli archivi elettronici del cantone dopo anni, ancora con la nota : “inevasa”), è un sintomo che è stato toccato un nervo particolarmente sensibile. Mah, speriamo si tratti solo di un pizzico di eccessiva permalosità. Pubblichiamo dunque sia l’interrogazione, sia la risposta del Consiglio di Stato, ma anche la locandina cui il CdS taglia corto definendola “informazione dipartimentale in forma succinta”. Chi è più convincente, gli interroganti che, a titolo profilattico in vista della votazione popolare esprimono dei dubbi (pardon, delle illazioni grossolanamente errate), oppure un Consiglio di Stato che offeso si proclama al di sopra di qualunque sospetto? Ai lettori l’ardua sentenza. Red.
La campagna di voto per la “Scuola che verrà” – facciamo chiarezza!
Sul Foglio ufficiale n. 38 di venerdì 11 maggio 2018 è apparso il decreto di riuscita della raccolta firme contro il decreto legislativo concernente lo stanziamento di un credito quadro di Fr. 6’730’000.00 per il finanziamento della sperimentazione del progetto «La scuola che verrà».
9’414 cittadine e cittadini non convinti di questo progetto, chiedono dunque un confronto più chiaro e diretto tra le parti – favorevoli e contrari – in vista del 23 settembre 2018 quando saranno chiamati alle urne.
Proprio per questo motivo, crediamo sia importante dipanare sin da subito eventuali dubbi e avere delle risposte chiare e univoche rispetto anche ad alcuni fatti che ci sono stati riportati.
Con ciò, vogliamo unicamente fare chiarezza, prima di affrontare questi mesi di campagna che precederanno il voto e assicurare così ai cittadini che nessuna parte del credito sia stata (o sarà) utilizzata per scopi inerenti alla campagna di voto che ci attende.
Chiediamo dunque all’On. Consiglio di Stato di rispondere alle seguenti domande:
– Come intende il Governo vegliare affinché il credito votato dal Gran Consiglio di 6.7 mio, e ora sotto procedura referendaria, non venga usato?
– Risulta al Governo che delle spese per la Scuola che verrà siano già state assunte e coperte/pagate da questo credito, dopo il voto del Gran Consiglio?
– Ci sono degli impegni verso terzi già assunti e/o pagati in precedenza, prima del voto del Gran Consiglio che sono da addebitare a questo credito ora sottoposto a referendum popolare?
– Ci sono direttive precise ai funzionari del DECS e del DFE affinché il credito rimanga congelato sia negli impegni che nei pagamenti fino a dopo il voto popolare?
– Le locandine che stanno circolando (vedi allegato) da chi sono state ideate e pagate? Qual è stato (se c’è stato) il ruolo del DECS nella produzione/distribuzione di queste locandine?
– Nel qual caso il DECS si fosse reso partecipe, finanziariamente o in altro modo, dei suddetti volantini, il CdS, per parità di trattamento, concederebbe e agevolerebbe la distribuzione di un volantino eseguito dai promotori del referendum (con le medesime modalità) presso le varie sedi scolastiche?
– Corrisponde al vero che nel mese di maggio 2018, durante il plenum dei direttori delle SME il Direttore del DECS Manuele Bertoli ha “intimato” a quest’ultimi di produrre una posizione scritta favorevole alla “Scuola che verrà”? E corrisponde al vero che ha altresì auspicato che tutti i docenti facciano propaganda a favore della sperimentazione il prossimo 23 settembre?
Lara Filippini (UDC-LaDestra),
Paolo Pamini (AL-LaDestra), Gabriele Pinoja (UDC-LaDestra), Tiziano Galeazzi (UDC-LaDestra), Sergio Morisoli (AL-LaDestra), Cleto Ferrari (UDC-LaDestra)
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