Libera circolazione delle persone : tagliamo la testa al toro
Il gruppo di lavoro misto che UDC e ASNI avevano incaricato di elaborare delle proposte per il lancio di un’iniziativa volta a disdire l’accordo di libera circolazione delle persone – presieduto dall’ex-consigliere nazionale e capogruppo UDC alle Camere federali, Caspar Baader – ha presentato tre varianti per porre fine all’attuale situazione di stallo venutasi a creare a seguito dello scandaloso e anticostituzionale rifiuto di Consiglio federale e Parlamento di dare seguito al chiaro mandato popolare. Alla sciagurata decisione parlamentare, si è nel frattempo però anche aggiunta la decisione del Tribunale federale di porre in linea generale il diritto internazionale pubblico al di sopra del diritto costituzionale per cui, la sola rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE potrebbe dare adito a subdoli escamotages – la Berna federale ci ha ormai abituato a questo e altro – per far rientrare dalla finestra ciò che il popolo, si spera, avrà al momento opportuno scacciato in malo modo dalla porta (diritto internazionale superiore e amenità del genere).
Il gruppo di lavoro ha così presentato tre alternative (che riportiamo per esteso qui sotto) di cui una per la rescissione tout court dell’accordo, la seconda completata con un divieto del nocivo principio della libera circolazione delle persone e la terza che, oltre al divieto della libera circolazione, sancisce la priorità di questa norma su tutti i trattati di diritto internazionale esistenti e futuri in contrasto con la stessa.
Ci sono ancora alcuni passi da compiere, fra cui l’approvazione dell’assemblea dei delegati UDC del prossimo 24 giugno 2017, ma la macchina è ormai in moto. Si conta di poter iniziare la raccolta delle firme entro la fine di quest’anno, e non dubitiamo che l’iniziativa avrà un successo ancora superiore alle aspettative, dato che in questi anni il popolo ha potuto toccare con mano gli indiscutibili danni che l’introduzione della libera circolazione ha recato alla classe lavoratrice indigena.
Qualche riflessione è comunque opportuna, e non va certo a onore della maggioranza politica che siede a Berna. È mai possibile, infatti, che si debba vieppiù ricorrere a nuove iniziative al solo scopo di far applicare delle iniziative già riuscite e approvate da popolo e cantoni? Vi ricordate l’iniziativa per l’espulsione degli stranieri criminali? Popolo e cantoni l’avevano accettata nel 2010 con oltre il 52% dei voti e la maggioranza di 15,5 cantoni respingendo, nel contempo, il controprogetto del Consiglio federale che proponeva una versione più soft e di lasciare un margine d’apprezzamento ai tribunali. Visti i vari tentennamenti del Parlamento (cui sarebbe poi seguita la scandalosa decisione di tradurre in legge praticamente il controprogetto respinto dal popolo), l’UDC si vide costretta a lanciare un’altra iniziativa che – inserendo tutto il dettaglio della legge nella Costituzione federale – obbligasse la Berna federale a finalmente eseguire il mandato del sovrano. L’iniziativa fu poi, purtroppo, bocciata in votazione popolare nel 2016, ma resta il fatto che la prima iniziativa non è stata attuata come da mandato costituzionale.
Adesso è la volta della libera circolazione delle persone. Dopo tre anni di pellegrinaggi a Bruxelles per tentare di ottenere dall’UE il consenso a un’applicazione dell’articolo costituzionale contro l’immigrazione di massa, il Parlamento ha partorito una legge di NON-attuazione. Il mandato costituzionale è peraltro chiaro: “Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono al presente articolo” (art. 121a cpv 4) e “I trattati internazionali che contraddicono all’articolo 121a devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall’accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni (Norma transitoria 197 92)”. La norma transitoria ha poi un cpv 2 “Se la legislazione d’esecuzione relativa all’articolo 121a non è entrata in vigore entro tre anni dall’accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni, il Consiglio federale emana provvisoriamente le disposizioni d’esecuzione in via d’ordinanza” ma, con il simulacro di legge d’applicazione partorito dalla maggioranza filo-UE del Parlamento, il Consiglio federale ha schivato l’oliva e ritiene di essere esentato dal farlo. È un modo d’agire inaccettabile e vergognoso che ha costretto l’UDC e l’ASNI a muoversi di nuovo con un’iniziativa volta a far applicare correttamente un’altra iniziativa già accettata da popolo e cantoni. La storia si ripete, ma questa volta siamo convinti che il popolo non si farà ingannare dalle belle, ma sempre più spesso menzognere, parole di chi pensa di poterci governare negli interessi di Bruxelles. E, quando sarà il momento, voterà SÌ alla nostra iniziativa, qualunque delle tre versioni verrà adottata.
Le tre varianti della proposta
Variante 1: rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE
La Costituzione federale è completata come segue:
Art. 121b Cost. (nuovo); eventualmente solo una norma transitoria: Art. 197 capoverso 12 cost. (nuovo)
L’accordo di libera circolazione delle persone del 21 giugno 1999 fra la Svizzera e l’Unione europea, come pure gli Stati membri di quest’ultima, deve essere rescisso entro i sei mesi seguenti l’accettazione di questa norma da parte di popolo e cantoni.
La variante 1 si concentra esclusivamente sulla rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’UE. Questo trattato è il principale motore dell’immigrazione di massa che la Svizzera sta subendo.
Variante 2: divieto del nocivo principio della libera circolazione delle persone combinato con la rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE
La Costituzione federale è completata come segue:
Art. 121b Cost. (nuovo)
1È vietata la stipulazione di trattati di diritto internazionale e la ‘assunzione di altri impegni di diritto internazionale che garantiscono la libera circolazione delle persone a cittadini di Stati stranieri.
2Dei trattati di diritto internazionali esistenti e altri impegni di diritto internazionale non possono essere adattati o estesi in contraddizione con il capoverso 1.
3La libera circolazione delle persone ai sensi del capoverso 1 consiste in particolare nel dare a un numero indefinito di persone il diritto di soggiornare o di esercitare un’attività lucrativa o di produrre delle prestazioni di servizio sul territorio nazionale della Svizzera e di accordare loro le stesse condizioni di vita, d’occupazione e di lavoro dei soggetti nazionali.
Art. 197 capoverso 12 Cost. (nuovo)
1L’accordo di libera circolazione delle persone del 21 giugno 1999 fra la Svizzera e l’Unione europea, come pure gli Stati membri di quest’ultima, deve essere rescisso entro i sei mesi seguenti l’accettazione di questa norma da parte di popolo e cantoni.
Questa variante 2 esige non solo la rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone, ma proibisce anche il nocivo principio e assurdo della libera circolazione delle persone. Si impedisce così a governo e parlamento di tentare, per vie traverse, di accordare lo stesso agli stranieri il diritto d’immigrare liberamente in Svizzera, rinunciando così a gestire in maniera autonoma l’immigrazione.
Variante 3: divieto del nocivo principio della libera circolazione delle persone e priorità a questa norma costituzionale
La Costituzione federale è completata come segue:
Art. 121b Cost. (nuovo)
1Non può esistere libera circolazione delle persone fra la Svizzera da una parte, e Unione europea e suoi Stati membri dall’altra.
2La norma del capoverso 1 è prioritaria rispetto a tutti i trattati di diritto internazionale e ad altri impegni di diritto internazionale esistenti e futuri in contrasto con la stessa.
La variante 3 proibisce qualsiasi libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’Unione europea, e fissa la priorità della Costituzione federale rispetto al diritto e ai trattati internazionali. Non è precisato se questo obiettivo debba essere raggiunto mediante una rescissione straordinaria dell’accordo di libera circolazione delle persone o tramite altra via.
Queste proposte saranno esaminate e la direzione da prendere sarà stabilita in occasione dell’assemblea generale dell’ASNI e all’assemblea dei delegati di UDC Svizzera del 24 giugno 2017. In seguito, il gruppo comune di lavoro formulerà definitivamente le varianti, per cui l’ASNI e l’UDC potranno lanciare un’iniziativa popolare in comune. Il che potrebbe avvenire già durante la seconda metà del 2017.
« Allucinazioni e follia nel “Macbeth” all’Opernhaus di Zurigo La svolta energetica promessa a 40 franchi deve ora essere realizzata »