Una lezione di democrazia diretta
Ci chiami, o Patria, uniti impavidi snudiam l’acciar! – così cantava l’inno nazionale ai tempi della mia giovinezza, di cui personalmente ho nostalgia (della giovinezza, soprattutto, ma anche dell’inno). Convinta che, nella vita di uno svizzero, a maggior ragione se coinvolto attivamente in politica, la Landsgemeinde sia una manifestazione cui assistere almeno una volta nella vita, grazie alla preziosa collaborazione della sua consorella glaronese, l’UDC Ticino aveva organizzato una trasferta a Glarona in occasione dell’edizione di quest’anno. Poco meno di quaranta i partecipanti – membri e simpatizzanti dell’UDC, ma anche semplici interessati ispirati da un certo sentimento patriottico – hanno sfidato un tempo da lupi (prove generali di adattamento dell’habitat elvetico in attesa del da certuni auspicato ritorno di questo predatore?) per assistere a quella che è probabilmente la più genuina espressione della nostra democrazia diretta: l’assemblea popolare cantonale, appunto la Landsgemeinde, oggi ormai sopravvissuta solo in due cantoni, Appenzello interno e Glarona, e purtroppo minacciata di estinzione dalle pressioni dei soliti euroturbo che appoggiano i primi sintomi d’ingerenza nei nostri affari interni da parte di un’UE che contesta la validità del voto a causa di un’apparente approssimata valutazione delle alzate dei cartellini di voto. In realtà, quando la maggioranza non è definibile a primo colpo d’occhio, si procede a una o più rivotazioni, i cui voti vengono contati per settori – come peraltro successo in più occasioni anche quest’anno – garantendo l’attendibilità del risultato seppure senza una precisa quantificazione percentuale.
Si sa, l’acciaio come arma da snudare, a parte qualche baionetta durante il servizio militare, non è più di moda: in sua mancanza pertanto, i nostri comunque “impavidi” partecipanti, hanno snudato le mantelline e, dall’alto di una tribuna riservata al pubblico (posti rigorosamente in piedi), hanno tentato di vedere l’andamento dei lavori sul “Ring”. I più alti sono riusciti anche a fare qualche foto alzando gli apparecchi al di sopra degli ombrelli aperti, non si sa bene con quale risultato, ma la buona volontà ce l’hanno messa tutta.
Questo problema è stato più acuto durante la prima trattanda, che evidentemente essendo più emotiva e non tecnica – interessava maggiormente gli spettatori: la proposta di divieto di coprirsi il voto in pubblico, più semplicemente detta “proposta anti-burqa”. Una votazione che interessava particolarmente Giorgio Ghiringhelli, fondatore del movimento “Il Guastafeste” e promotore della stessa iniziativa lanciata con successo e approvata in votazione popolare in Ticino. Purtroppo, le sue aspettative sono andate deluse, dato che non ci sono state di bisogno rivotazioni o riconte, la maggioranza contraria è stata netta, come del resto era stato pronosticato anche dai nostri accompagnatori dell’UDC Glarona. Qui accanto abbiamo pensato di proporre alcune domande rivolte a Giorgio Ghiringhelli che, deluso ma non domo, continua la sua lotta raccogliendo le firme per l’analoga iniziativa a livello federale.
La nostra compagine è partita sabato alle 13.30 da Lugano, con fermate a Castione e a Biasca per caricare dei partecipanti provenienti dal Locarnese e dalla Valle di Blenio e, dopo doverosa fermata per scopi di carattere fisiologico alla “Gotthard-Rastätte”, è arrivata a Elm (20 minuti di macchina dalla piazza di Glarona dove il giorno dopo si sarebbe tenuta la manifestazione) dopo circa quattro ore di viaggio in un comodo pullman. Accoglienza e aperitivo con tre rappresentanti dell’UDC locale, nella fattispecie il deputato in Gran Consiglio Fritz Weber, la Vicepresidente Barbara Vögeli e il Segretario cantonale Urs Kessler. Con quest’ultimo, in particolare, erano stati organizzati i primi approcci dapprima e tutti i dettagli della trasferta poi. Ha poi fatto seguito una cena in comune a base di un menu classico della Landsgemeinde (zuppa di pane e “Netzbraten”, una specie di “Fleischkäse” locale), durante la quale si sono potuti creare e rinsaldare dei rapporti di grande amicizia fra le due sezioni, in particolare al tavolo d’onore dove, oltre ai citati rappresentanti glaronesi, sedevano il nostro presidente Piero Marchesi con gentile compagna, la vicepresidente Roberta Soldati, la deputata in Gran Consiglio Lara Filippini e il sottoscritto quale segretario cantonale. Occasione per presentare ai nostri ospiti un’apprezzata selezione di Merlot del Ticino bianco e rosso della scuola agraria di Mezzana.
Il mattino dopo, sveglia a orario antelucano e partenza per la piazza di Glarona, previo giro delle numerose bancarelle che offrivano prodotti locali e non, alimentari, d’artigianato e, visto il tempo purtroppo infausto, cappelli, ombrelli e mantelline. Abbiamo approfittato dell’occasione per farci spiegare qualche dettaglio sulla manifestazione cui partecipano spesso anche oltre 10’000 Glaronesi aventi diritto di voto (su 40’000 abitanti del cantone). Qualche tempo prima della Landsgemeinde, tutti i cittadini glaronesi con diritto di voto ricevono a casa un memorandum di parecchie pagine, contenente l’ordine del giorno e le necessarie informazioni sugli oggetti in votazione, e una carta di voto colorata, che quest’anno era rossa. Questa fa anche da lasciapassare il giorno dell’assemblea per accedere al “Ring” loro riservato, mentre ospiti e invitati hanno a disposizione due tribune sopraelevate. La Landsgemeinde non sostituisce il Gran Consiglio, che si riunisce per decidere più su temi amministrativi, ma ha giurisdizione su elezioni e su temi prettamente politici. Si tratta comunque di una manifestazione molto sentita dalla popolazione, basti pensare all’alta partecipazione nonostante le bizze del tempo. Le autorità si riuniscono nel palazzo del governo con gli ospiti d’onore – fa cui quest’anno c’era il consigliere federale Guy Parmelin e delle rappresentanze ufficiali di alcuni cantoni – e alle 9.30, precedute dalla banda musicale e dalla guardia d’onore dei granatieri, si avviano in corteo nei duecento metri che li separano dalla piazza. Qualche discorso ufficiale, e i lavori hanno inizio.
I nostri “impavidi”, salutati con calore dagli accompagnatori dell’UDC locale, sono poi ripartiti alle 14.15 alla volta del Ticino dove, con piacere, hanno potuto accantonare definitivamente ombrelli e mantelline visto il clima decisamente più benevolo della “Sonnenstube”.
Eros N. Mellini
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