La volontà popolare ha ancora un valore?

Apr 6 • L'opinione • 2346 Views • Commenti disabilitati su La volontà popolare ha ancora un valore?

Piero Marchesi Vicepresidente UDC Ticino Sindaco di Monteggio

Piero Marchesi
Vicepresidente UDC Ticino
Sindaco di Monteggio

A più di un mese dalla storica votazione del 9 febbraio, che ha determinato la fine dell’attuale sistema di gestione dell’immigrazione in Svizzera, perseguita in modo sregolato e senza alcun criterio, abbiamo assistito a molte prese di posizione, alcune delle quali piuttosto stravaganti.
Molti politici e partiti hanno preso posizione, diversi benedicendo l’esito delle urne, altri maledicendo tutto e tutti.

Una delle poche istituzioni a non pronunciarsi in modo definitivo, se non per qualche misera provocazione, è stata l’Unione europea. Ancora frastornata e scocciata dal fatto che vi possa essere un Paese sovrano in grado di decidere autonomamente del proprio destino, l’UE è del resto impegnata a raffreddare gli animi anti europeisti dei vari Stati, rinvigoriti dalla votazione svizzera.

A prendere le difese di Bruxelles e a suggerire possibili ritorsioni da attuare contro il nostro paese, ci hanno però pensato diversi politici e partiti, in particolare di sinistra, che ancora una volta non hanno perso l’occasione per definire il voto svizzero frutto dell’ignoranza e della cattiva informazione. Come se gli unici intelligenti e con spiccate capacità di discernimento fossero loro.

Leggere le dichiarazioni del presidente del PS svizzero, Christian Levrat, che ha proposto di applicare l’iniziativa unicamente nei Cantoni dove è stata accolta, o sentire un gran consigliere di Basilea, sempre socialista, proporre di tornare al voto, è la chiara dimostrazione che, per alcuni, la democrazia dovrebbe essere applicata a proprio piacimento. Per fortuna, la Svizzera poggia su valori ben distanti da quelli espressi da questi biechi personaggi.

Quel che è certo, è che il popolo ha deciso, e il voto sull’immigrazione di massa è frutto di una lunga riflessione, maturata in un arco di tempo di ben dieci anni. L’UDC ha proposto un’iniziativa che ha ottenuto un risultato incredibile, contrastata da tutti i partiti nazionali, dalle associazioni economiche e dai sindacati, sostenuta unicamente dai cittadini che hanno saggiamente ponderato la loro scelta, a fronte di una problematica chiara e inconfutabile.

Le famose misure fiancheggiatrici, promesse un decennio fa, al momento del voto sugli accordi bilaterali e in occasione delle diverse estensioni, non sono mai state applicate in modo serio.

Se la volontà di negoziare con l’UE le migliori condizioni per il nostro paese è riconosciuta, più o meno da tutti, sarà fondamentale presentarci compatti al tavolo delle discussioni. La peggior cosa sarebbe trovarci il nemico in casa. Ovvero, forze politiche più dedite a compiacere attori esterni che a soddisfare le aspettative dei propri cittadini.

Del resto, il Consiglio federale non ha dato l’impressione di aver assimilato questa scoppola data dalla popolazione, e l’esclusione dei rappresentanti dell’UDC dal tavolo delle trattative con l’UE ne è la riprova.

In Ticino, dove il fronte dei SÌ ha raggiunto quasi il 70% dei votanti, è stato messo in evidenza tutto il disagio sociale e occupazionale causato dalla libera circolazione selvaggia. Lo hanno capito tutti, a parte il Consiglio federale e la sua rappresentante Eveline Widmer Schlumpf che, con una visita lampo ha preso in giro, ancora una volta, i Ticinesi. Eppure, il Presidente del Governo ticinese, Paolo Beltraminelli, all’insegna del bon ton politichese, si è dichiarato soddisfatto dell’esito dell’incontro, anche se delle proposte messe sul tavolo dal Consiglio di Stato, nulla è stato minimamente preso in considerazione.

La dimostrazione che l’incontro è servito a ben poco è dato dal fatto che Widmer Schlumpf, invece di concedere qualche dichiarazione alla stampa, rassicurando il popolo ticinese sul suo impegno nella difesa delle preoccupazioni scaturite dalle urne, ha preferito scappare come una ladra dalla porta di servizio, lasciando la patata bollente nelle mani del Governo ticinese.

A Widmer Schlumpf, al Consiglio federale e anche al Consiglio di Stato ticinese, ricordo che quest’ultimo si era schierato a maggioranza contro l’iniziativa, è dunque necessario ribadire che l’iniziativa UDC “Stop all’immigrazione di massa” è ora un articolo costituzionale e merita pertanto il rispetto e l’impegno da parte di tutti nella sua applicazione, senza se e senza ma.

La storia ci insegna che la Svizzera, fin dalla sua costituzione, ha affrontato sfide ben più importanti, conseguendo numerose vittorie in termini di indipendenza e sovranità. Un elemento che si è sempre dimostrato fondamentale è stata la coesione nazionale, grazie alla quale, tutti insieme, i cittadini hanno sempre remato nella stessa direzione.

Ma forse, una volta c’era un po’ più di sano pattriottismo.

 

Piero Marchesi, Vicepresidente cantonale dell’UDC e sindaco di Monteggio

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