La sovranità è in pericolo

Dic 18 • Dall'UDC, Prima Pagina • 1807 Views • Commenti disabilitati su La sovranità è in pericolo

Andreas Glarner, consigliere nazionale, Oberwil-Lieli (AG)

Andreas Glarner, consigliere nazionale, Oberwil-Lieli (AG)

La sovranità è minacciata a tutti i livelli del sistema statale. La sovranità dei comuni, dei cantoni e della Svizzera intera è minata in permanenza. Le decisioni si prendono sempre più lontano dai cittadini. L’iniziativa per l’autodeterminazione pone termine a questa nefasta evoluzione. Essa rafforza il principio della sussidiarietà, il federalismo svizzero e la nostra democrazia diretta.
Ordini dati dall’alto o autonomia comunale?
Quando nel 1998 entrai in funzione quale consigliere comunale del mio piccolo comune di Oberwil-Lieli, persi rapidamente tutte le mie illusioni. Compresi che molte (troppe) decisioni non erano prese dal consiglio municipale o dall’assemblea comunale, bensì imposte da leggi cantonali emanate da “Aarau”. Ogni volta eravamo furiosi quando il Gran Consiglio adottava, senza riflettere, una nuova legge contro la volontà dei comuni, spostando viepiù delle competenze di quest’ultimi verso il cantone. Ma non potevamo impedire questa evoluzione.
Questi signori di Berna

 

Nel 2001 fui eletto nel Gran Consiglio del canton Argovia. Mi rallegrai di poter finalmente partecipare all’elaborazione di leggi ragionevoli e, soprattutto, di vegliare al rispetto, o addirittura al rafforzamento, dell’autonomia comunale. Anche in questo dovetti rapidamente disilludermi.
Non esiste più alcun settore nel quale i parlamentari cantonali sono liberi di decidere quali legislatori. Dappertutto ci si mette in guardia: attenzione, state violando il diritto federale! L’unica conclusione da trarre da questa situazione era di riuscire a sedere nella Berna federale per correggere il tiro…

 

Diritto straniero e giudici stranieri
Ancora una volta, le mie speranze sono state vane. Noi parlamentari federali dibattiamo una legge e a quasi ogni articolo ci si dice: “Attenzione, la vostra formulazione deve essere compatibile con il diritto UE, altrimenti le nostre aziende non possono operare in quello spazio.” E adeguiamo così il nostro diritto, affinché le nostre aziende possano lavorare nello spazio UE offrendovi i loro prodotti e servizi.

Beninteso, il Consiglio federale moltiplica da tempo i gesti d’obbedienza anticipata riprendendo a ogni piè sospinto delle regolamentazioni UE e adeguando le norme svizzere a quelle di Bruxelles. Questa sollecitudine prende a volte delle forme grottesche.
Sussidiarietà
Una cosa è certa: quando, come sindaco del mio piccolo comune, prendo le decisioni con i miei quattro colleghi, le cose vanno piuttosto bene. Perché siamo sotto il diretto controllo delle cittadine e dei cittadini del comune. Siamo responsabili delle faccende del nostro comune. Sappiamo ciò che è bene per il nostro comune. E se il nostro comune sta bene, è soprattutto perché rifiuta d’imitare sempre gli altri, di seguire tutte le tendenze semplicemente perché sono di moda.

 

Lo vedete anche nelle nostre città: quando le famiglie vengono private della loro responsabilità individuale, quando lo Stato s’immischia in tutto e in qualsiasi cosa, le cose vanno per forza male e i costi esplodono. Conclusione: lo Stato non deve non deve ingerire in ciò che le famiglie e ogni singolo individuo possono fare per risolvere i propri problemi.
Lo stesso principio vale per comuni e cantoni. Tutto ciò che può essere regolato a questi livelli deve restarvi. È perciò assolutamente necessario che la Svizzera conservi la sua sovranità e mantenga le sua indipendenza, e che non sacrifichi queste due grandi qualità per ottenere qualche piccolo vantaggio. L’iniziativa per l’autodeterminazione permette alle cittadine e ai cittadini di decidere in loco i loro diritti e i loro doveri. In questo sistema, il buonsenso ha la meglio sulla volontà di quale lontano giudice, politico o funzionario.

 

 

Berna, 16 dicembre 2015

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