Il Tribunale federale affossa lo Stato di diritto
Un comunicato del Comitato di Egerkingen (anti-minareti)
Intollerabile sentenza sul velo islamico
In una seduta straordinaria durante il periodo di vacanze, il Comitato di Egerkingen, che nel 2009 portò al successo l’iniziativa contro l’edificazione di minareti, ha discusso sull’annullamento da parte del Tribunale federale – peraltro con motivazioni estremamente discutibili – del divieto di indossare il velo islamico nella scuola comunale di Bürglen.
Il Comitato di Egerkingen è decisamente scandalizzato di fronte alla incomprensibile, contraddittoria e arbitraria sentenza del Tribunale federale.
Disprezzato il federalismo
Suscita particolare malcontento il disprezzo della struttura federalistica della Svizzera da parte del Tribunalre4 federale. Per puro strabico servilismo nei riguardi delle convenzioni internazionali, il Tribunale sembra aver dimenticato che negli autonomi comuni svizzeri, le autorità scolastiche ivi elette dai cittadini votanti sono definitivamente competenti per l’emanazione e l’applicazione di norme scolastiche. La Svizzera non ha bisogno di alcun articolo costituzionale sui copricapi, fintanto che le autorità scolastiche elette in un comune autonomo possono emettere definitivamente e in modo vincolante anche delle norme inerenti alla copertura della testa delle allieve.
Discriminazione dei cristiani
È pure allarmante nella sentenza del Tribunale federale, la discriminazione che ne deriva nei riguardi della religione cristiana radicata in Svizzera. Nei confronti di un comune ticinese, il Tribunale federale ha ordinato l’allontanamento dei crocifissi dalle aule scolastiche per motivi di “neutralità religiosa” nella scuola pubblica.
Ma quello stesso Tribunale federale esige la tolleranza per il velo indossato per presunti motivi religiosi nelle aule scolastiche. Come “neutralità religiosa” il Tribunale federale intende evidentemente la discriminazione di tipici simboli cristiani, mentre che quelli islamici d’importazione, il cui significato religioso è peraltro indiscutibile, sono da tollerare nelle aule scolastiche. Con questa arbitraria applicazione della “neutralità religiosa”, la corte suprema della Svizzera mina per sempre la sua credibilità.
Presa di posizione a favore dei fondamentalisti?
La contraddittorietà nella sentenza inerente al velo islamico da parte del Tribunale federale è ancora più evidente, se si considera che noti rappresentanti – e soprattutto coraggiose rappresentanti dell’Islam – quali Necla Kelek, Saïda Keller-Messahli, Ayaan Hirsi Ali e altri, negano qualsiasi significato religioso e simbolico del velo islamico. Quest’ultimo sarebbe, preteso dai fondamentalisti islamici, piuttosto un simbolo dell’oppressione sociale della donna.
È decisamente strano, che proprio il Tribunale federale svizzero ritenga di doversi schierare a favore dei fondamentalisti islamici.
Arrivano delle proposte cantonali
Il Comitato di Egerkingen ha preso atto con soddisfazione del fatto che in diversi cantoni sono stati intrapresi degli sforzi per creare la base legale per il divieto del velo islamico. Il Comitato di Egerkingen sosterrà tutti questi tentativi. Esso ha già assunto il ruolo di coordinatore con l’obiettivo di far sì che queste proposte si realizzino nel maggior numero possibile di cantoni della Svizzera. Laddove le proposte parlamentari non ottengano lo scopo, il Comitato di Egerkingen sosterrà attivamente il lancio e la messa in atto di iniziative cantonali.
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