Gita turistica di grande piacere alla Pinacoteca Züst di Rancate

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Sono sorpreso e felice perché visitando questa bellissima mostra mi sono tornati dei vecchi entusiasmi, gli stessi di quando nei primi anni ‘80 avevo fatto una mostra simile, ma non di questa qualità.

 

Entro nella prima sala, vedo i manufatti trecenteschi e mi assale quell’ansietà che dipende dal non riuscire a mettere a fuoco le cose talmente belle sia per uno studioso, ma anche per un mercante collezionista.
I grandi scultori guardano alla pittura per trarne ispirazione, li possiamo confrontare e intuirne l’attribuzione. Tuttavia, in questa mostra diventa difficile chiarire le attribuzioni. Questi scultori viaggianti sfuggono alle regole: le policromie, i panneggi sono di grande scuola mentre i visi sono più popolari, ma tutto dà un fremito. È più facile capire il Vecchietta, scultore senese dell’inizio del 15° secolo, che gli scultori che si spostano da un paese all’altro.

La Madonna di Onsernone, che le guide assegnano a un pittore della Germania del sud, a mio parere è un tipico esempio della scuola di Colonia, con rimembranze francesi.

 

Dopo quarant’anni di studi sulla scultura, mi trovo sempre con la difficoltà di capire, perché se c’è una cosa che lo studioso non riesce a capire è l’anima dell’artista, e io reputo questi i primi grandi artisti, anche se gli interventi sulle policromie sono molto spesso posteriori e in qualche caso il restauro fa più danno di un terremoto.

 

Tutta la vita di un innamorato di questo mondo impenetrabile, dove i veri conoscitori sono pochi, forse 4 o 5 al mondo,  dà la possibilità di conoscenze nuove e ieri sera ho studiato attentamente, e ritornerò a farlo, questo scultore chiamato Antonio Pino: bellissima, straordinaria come libertà espressiva la sua Madonna col Bambino e il drago, opera degna di qualsiasi grande museo.

 

Da professionista e da amatore ringrazio tutti gli studiosi che hanno partecipato a questo grande lavoro (e so quanta fatica è costata radunare queste opere, catalogarle, discuterle), ricordo pure che le discussioni sull’arte rimangono anche dopo tanti anni, e che la fatica fatta con onestà intellettuale è sempre premiata.

 

Mi auguro che almeno un collezionista o amatore apprezzi le mie righe.

 

Bruno Scardeoni

Mantova, 21 ottobre 2016

 

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