Finalmente ce l’abbiamo fatta!
Nell’ultima sessione parlamentare si è trattato un importante tema legato all’occupazione.
Da tempo, tutti abbiamo dovuto constatare come l’elevato numero di frontalieri risulti essere un concreto ed accertato problema, a scapito dell’occupazione dei residenti nel nostro cantone.
È un dato di fatto, che la disoccupazione, in particolare dei giovani, sia salita a percentuali mai viste nel nostro paese. A livello svizzero la stessa si attesta all’11%, in Ticino peggio ancora. Da tempo si stanno cercando soluzioni, ma concretamente né il Consiglio di Stato, né il Parlamento hanno presentato soluzioni per attenuare questo annoso problema.
Quasi due anni fa, il gruppo parlamentare UDC in Gran Consiglio aveva presentato una mozione, per voce del capogruppo Marco Chiesa, con la quale proponeva concretamente una soluzione: la stessa diceva che ogni qualvolta l’amministrazione pubblica aveva la necessità di assumere un nuovo dipendente, lo poteva fare, ma prima di accedere anche al mercato del frontalierato, cosa che secondo me mai e poi mai dovrebbe accadere, doveva verificare se tra gli iscritti ai nostri uffici di disoccupazione, non c’erano candidati disponibili. A parità di capacità e requisiti si doveva assumere il residente.
La mozione è stata accettata dal Parlamento quasi all’unanimità.
È un concreto passo avanti nella lotta alla limitazione del frontalierato e, soprattutto, nel cercare di mettere a disposizione dei nostri residenti nuovi posti di lavoro.
Tale provvedimento, addirittura, dovrebbe essere fatto proprio anche da tutte le aziende parastatali, o quantomeno da quelle che beneficiano di sostegno da parte dello Stato.
Mi ha fatto un enorme piacere vedere come tutto il Parlamento, ad eccezione di due singoli casi, abbia sposato alla grande la mozione UDC.
E pensare che solo due anni e mezzo orsono, l’UDC veniva attaccata, criticata aspramente e tacciata di razzismo, soprattutto dalla sinistra scandalizzata, a suo dire, dalle chiare e crude realtà che l’UDC rivelava con la campagna “ Bala i ratt”.
Senza nemmeno arrossire, oggi, sempre la sinistra ha fatto dietrofront, schierandosi apertamente anche contro il frontalierato! Per fortuna, per una volta, il buon senso ha prevalso sulle “convinzioni” europeiste.
Ma il tutto non può fermarsi qui: con questo provvedimento, peraltro interessante e importante, non potremo stravolgere il mercato del lavoro . Il margine di manovra è limitato, mentre il segnale verso l’economia è chiaro e forte.
Se vorremo migliorare ulteriormente la situazione del mercato del lavoro indigeno, non dovremo sbagliare la scelta nella prossima votazione per la reintroduzione dei contingenti di manodopera straniera. Dovremo sostenere quest’iniziativa senza se e senza ma, dando concretamente un mezzo alle nostre autorità politiche per contenere la crescente invasione di lavoratori stranieri.
È un passo importante, un nuovo punto di partenza, nel rilancio delle convinzioni che in Svizzera sono realtà, nel confronto della fallimentare situazione europea.
Non ci resta che sperare, al pari del suo consigliere nazionale Rudolf Strahm, che anche la sinistra ticinese si schieri dalla parte del SÌ, coerentemente con la propria posizione assunta nell’accettare la mozione dell’UDC in Gran Consiglio, per favorire l’occupazione dei residenti.
« Un SÌ all’iniziativa UDC „contro l’immigrazione di massa“ è nell’interesse europeo Precedenza ai disoccupati locali nel settore pubblico e parapubblico »