Concetto d’applicazione dell’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”

Mag 23 • Dall'UDC, Dalla Svizzera • 2267 Views • Commenti disabilitati su Concetto d’applicazione dell’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”

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Un gruppo di lavoro dell’UDC diretto dal consigliere nazionale Heinz Brand ha concretizzato queste ultime settimane l’applicazione dell’articolo costituzionale sul controllo dell’immigrazione approvato da popolo e cantoni il 9 febbraio scorso. Questo concetto è stato presentato oggi al gruppo parlamentare UDC, mentre che l’Ufficio federale della migrazione ne è stato informato nel corso di questa settimana. Il progetto d’applicazione dell’UDC si basa sulla regolamentazione d’ammissione che ha dato buona prova di sé fra il 1970 e il 2002. Una messa in atto rigorosa di queste proposte permetterebbe di controllare e limitare l’immigrazione, combattendone meglio anche gli abusi che ne derivano.

 

L’UDC è profondamente preoccupata di fronte manifesto al rifiuto del Consiglio federale di applicare l’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”. Il governo cerca in realtà di provocare una nuova decisione del popolo per annullare il risultato del 9 febbraio 2014. La sua strategia è molto semplice: in un primo tempo, il Consiglio federale mira a ottenere, senza un serio negoziato, un “niet” da Bruxelles all’adeguamento dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. In seguito, la libera circolazione delle persone sarà ancora una volta sottoposta al popolo nel quadro di un progetto istituzionale annunciato e accompagnato da minacce che in caso di un NO del sovrano elvetico, gli accordi bilaterali saranno rescissi. Con questa procedura subdola, il Consiglio federale si scosta dalla via di una concezione pragmatica ed equa dei rapporti con l’UE, per impegnarsi in un processo d’adesione strisciante all’UE.

Contro ogni logica, gli autori dell’iniziativa non sono stati invitati a sedere nel gruppo di lavoro che il Consiglio federale ha costituito per preparare l’applicazione del nuovo articolo costituzionale. Già il 18 marzo scorso, l’UDC ha sottoposto all’Ufficio federale della migrazione le sue idee di base concernenti la messa in vigore dell’iniziativa e questa settimana ha presentato un concetto d’applicazione dettagliato.  

 

Un grave problema

 

Dall’introduzione della libera circolazione delle persone nel 2007, l’immigrazione in Svizzera è letteralmente esplosa. Quale è la causa di questa immigrazione di massa che sfugge a qualsiasi controllo?

  • Introducendo la libera circolazione delle persone, la Svizzera ha completamente perso il controllo dell’immigrazione di provenienza dall’UE, perché ha rinunciato ai contingenti e ai tetti massimi.
  • L’immigrazione di provenienza da paesi extracomunitari, i cosiddetti paesi terzi, continua anch’essa ad aumentare. A questo livello è soprattutto il ricongiungimento familiare a porre dei problemi.
  • Questa immigrazione incontrollata provoca anche una moltiplicazione degli abusi sociali. Si comincia pure a rendersi conto delle gravi conseguenze di certi incentivi controproducenti che permettono uno sfruttamento abusivo, ma legale, delle prestazioni eccessivamente generose delle assicurazioni sociali. Inoltre, l’esecuzione lascia molto a desiderare in diversi cantoni. Questa situazione inaccettabile è appena stata confermata da un rapporto della Commissione della  gestione del Parlamento federale.
  • Il principio della priorità ai lavoratori residenti è stato sacrificato sull’altare della libera circolazione delle persone, tanto che gli stranieri domiciliati in Svizzera e gli Svizzeri sono progressivamente esclusi dal mercato del lavoro. La disoccupazione presso gli stranieri residenti in Svizzera ha già raggiunto il 9,2%.

 

Esigenze chiare dell’iniziativa

 

L’accettazione dell’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa” il 9 febbraio 2014 da parte di popolo e cantoni ha messo fine alla libera circolazione delle persone con l’UE. Essa permette la messa in vigore di un nuovo sistema d’immigrazione che dà alla Svizzera i mezzi per gestire autonomamente l’entrata di stranieri. È evidente che molti politici fanno fatica ad accettare questa situazione giuridicamente vincolante.

L’accettazione dell’iniziativa popolare ha ancorato nella Costituzione federale (art. 121°) i princìpi seguenti:

 

  • La Svizzera gestisce autonomamente l’immigrazione nel suo territorio.
  • Il numero di permessi di soggiorno accordati a stranieri è limitato da tetti massimi e da contingenti annuali.
  • Il diritto a un soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato.
  • I tetti massimi e i contingenti per gli stranieri esercitanti un’attività lucrativa sono adeguati agli interessi economici globali della Svizzera, tenendo conto della priorità ai lavoratori residenti.
  • I criteri determinanti per l’attribuzione di permessi di soggiorno sono in particolare la domanda del datore di lavoro, la capacità d’integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma.

 

Ciò che conta è il risultato finale

 

Un gruppo di lavoro interno dell’UDC, presieduto dal consigliere nazionale Heinz Brand, ha appena sviluppato un concetto dettagliato di applicazione dell’iniziativa. Queste proposte si basano sulla regolamentazione d’ammissione che ha dato buona prova di sé fra il 1970 e il 2002. I cantoni annunciano ogni anno al Consiglio federale i contingenti di cui necessitano. Il Consiglio federale fissa in seguito i contingenti in funzione di queste domande adattandoli in funzione della situazione del mercato del lavoro (per esempio, secondo il numero dei disoccupati per regione e per settore). Per minimizzare gli oneri amministrativi delle imprese, tutti i cantoni dovranno introdurre un sistema d’attribuzione rapido, senza carta e elettronico (sportello elettronico) e l’organizzazione dei cantoni dovrà essere ottimizzata (una sola autorità competente per cantone).

 

Il modo d’applicazione proposto dall’UDC permette una gestione precisa e mirata dell’immigrazione tramite dei tetti massimi e dei contingenti. Essa impedisce inoltre gli abusi sociali..

 

Questo concetto interviene pure su altri punti importanti:

 

  • La durata del soggiorno dovrà essere per principio legata a un rapporto di lavoro definito e controllabile. Le assunzioni di durata ridotta, per esempio nell’albergheria, nella ristorazione o nell’agricoltura, daranno diritto a dei permessi di soggiorno di breve durata.
  • Una persona che non ha più il lavoro o che non può più provvedere autonomamente alle sue necessità, deve lasciare il paese alla scadenza del suo permesso di soggiorno. I permessi di soggiorno (permesso B) non saranno di principio accordati che per la durata di un anno (oggi durano 5 anni) e dovranno essere rinnovati annualmente.
  • Il ricongiungimento familiare è possibile unicamente per i permessi di soggiorno duraturi (permesso C o B). Sarà sottoposto a delle condizioni chiaramente definite, in particolare alla capacità d’integrazione. Quest’ultima è commisurata in particolare all’indipendenza finanziaria, alla formazione, all’esperienza professionale, come pure al rispetto e all’accettazione del regime giuridico svizzero.
  • Per avere diritto alle prestazioni sociali, bisogna avere pagato le quote in Svizzera durante un periodo sufficientemente lungo. Occorrerà in  particolare adattare le leggi cantonali sull’aiuto sociale nel senso che le persone aventi un’attività professionale inferiore ai 12 mesi sono escluse dall’aiuto sociale.

 

Conclusione: questo concetto permette di ridurre l’immigrazione netta in Svizzera e anche il numero di abusi sociali. L’UDC invita il Consiglio federale, le associazioni economiche e il gruppo di lavoro della Confederazione ad adottare questo concetto per l’applicazione dell’iniziativa. Questo progetto sarà ora discusso in seno al partito e dettagliato. L’UDC continuerà in ogni caso a partecipare attivamente al dibattito sull’applicazione dell’iniziativa.

 

A livello di politica estera nei confronti dell’UE, l’UDC s’attende dal Consiglio federale che negozi seriamente e pragmaticamente con Bruxelles la futura concezione dei rapporti bilaterali, tenendo conto della decisione del sovrano elvetico del 9 febbraio scorso. Tutti i dossier, compresi quelli che sono importanti per l’UE come il dossier fiscale, devono essere inclusi in questi negoziati.

 

UDC Svizzera

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