Ci abbiamo provato!

Mar 18 • Dal Cantone, L'opinione, Prima Pagina • 277 Views • Commenti disabilitati su Ci abbiamo provato!

Roberta Soldati
Deputata UDC in Gran Consiglio

Sono fermamente convinta che legiferare significa anche modificare e, in certi casi, abrogare le norme che per la collettività e l’economia comportano più svantaggi che vantaggi. Approvata dal popolo ticinese il 5 giugno 2016 con una maggioranza di misura del 50.7%, la tassa di collegamento costituisce una di queste norme. Il 25 marzo 2020 il Tribunale federale aveva rigettato tutti i ricorsi interposti dopo il voto popolare, ma aveva richiamato l’attenzione del Governo sul fatto che gli obiettivi della tassa di collegamento avrebbero dovuto imperativamente essere raggiunti. In caso contrario, la tassa sarebbe stata inutile e vana, e avrebbe costituto un aggravio finanziario lesivo del principio della parità di trattamento.

In altre parole, il periodo di prova non potrà fallire. A causa dell’incertezza sulla tempistica dell’entrata in vigore della legge, numerosi datori di lavoro l’avevano già trattenuta dal salario dei loro dipendenti. Di fatto, dunque, la tassa di collegamento è già stata attuata, mediante accantonamenti milionari da parte delle aziende.

Se pensiamo che i motivi alla base dell’introduzione della tassa erano, da una parte, tutelare i lavoratori indigeni e, dall’altra, ridurre il traffico, ci rendiamo conto che, a conti fatti, gli obiettivi non sono stati raggiunti. Dal 2016 i frontalieri sono aumentati e molte famiglie ticinesi si sono viste trattenere dalla busta paga una media di Fr. 60.– al mese, che per i redditi bassi ha un’incidenza importante sul budget famigliare, mentre che per i frontalieri, non ha nessuna conseguenza, ritenuto il minor costo della vita in Italia. Anche il traffico, seppure il servizio pubblico sia stato potenziato, non è diminuito.

L’esplosione degli acquisti online avvenuta durante la pandemia metterà nel prossimo futuro sotto pressione anche i grandi centri commerciali presenti sul nostro territorio, anch’essi debitori della tassa.

Noi UDC abbiamo sempre fatto nostro il principio secondo cui la volontà popolare deve essere rispettata. Tuttavia, in considerazione di quanto sancito dal Tribunale federale, e ritenuto che de facto la tassa di collegamento è già stata applicata senza sortire gli effetti sperati, durante la sessione di Gran Consiglio del mese di febbraio ci siamo battuti per abolirla. Non per una mancanza di rispetto del voto popolare, ma perché le condizioni del 2016 non sono più quelle di oggi. È andata male, ma ci abbiamo provato.

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