Vallemaggia: progetti solo elettorali?
Innalzamento diga e funivia
Regolarmente nel nostro cantone appaiono proposte che, dopo aver suscitato clamore, sono poi dimenticate o cestinate. In questo scritto desideriamo parlare della recente «novità» che, se verrà messa in atto, potrebbe scombussolare buona parte della Vallemaggia, in particolare la val Lavizzara, con benefici finora di scarsa rilevanza per chi abita in valle.
Parliamo del prospettato innalzamento della diga del Sambuco e della funivia che dovrebbe collegare l’alta Leventina all’alta Vallemaggia.
Dalle scorse settimane, questi due progetti stanno coinvolgendo la popolazione di questa valle. Gli stessi progetti, da quanto si legge, non sono stati presentati ai vallerani. L’innalzamento della diga del Sambuco, costruita negli anni cinquanta e inaugurata nel 1956, ha un’altezza di 130 metri che ne fa la terza più alta del Canton Ticino, il coronamento è lungo 363 metri. Il volume della diga è di 775.000 metri cubi. Il lago creato dallo sbarramento ha un volume massimo di 63 milioni di metri cubi, una lunghezza di 3 km e un’altitudine massima di 1461 m s.l.m. Lo sfioratore ha una capacità di 139 metri cubi al secondo. Le acque del lago vengono sfruttate dalle Officine idroelettriche della Maggia.
Riteniamo che questo progetto, se approvato, vedrebbe un gran traffico motorizzato nella valle con tutti i disagi che si possono immaginare. Lassù si dovrebbe poi anche sistemare tutta la manodopera che deve lavorare nel cantiere e pensiamo che non sia solo una qualche decina di operai.
A tutt’oggi non conosciamo ancora quanti milioni di franchi si dovrebbero investire. Inoltre, chi che finanzia l’intervento (l’Ofima?).
Quali benefici avranno sia i Valmaggesi che tutti gli abitanti e le istituzioni della regione?
In valle, lo scorso 4 settembre promossa da M. Demartini, M. Jelmini e L. Rotanzi è stata lanciata una petizione con il seguente preambolo: «metodi di altri tempi e di altri contesti non propriamente di stampo democratico». La raccolta di firme chiede in sostanza, che gli aventi diritto di voto della Val Lavizzara siano consultati sia su questo progetto che sulla prospettata teleferica di collegamento fra la Leventina e Vallemaggia. L’obiettivo dei promotori è di raccogliere oltre 80 firme fra gli aventi diritto di voto. Recentemente F. Dadò, G. Dazio, G. Garzoli, A. Piezzi e A. Rigamonti (tre dei quali deputati in Gran Consiglio) hanno indirizzato una lettera aperta al governo del canton Ticino, nella quale si dicono «stufi dell’approccio da colonizzatori» e che i due progetti messi in campo, di simile portata economico-finanziaria anche in relazione alla piccola comunità e su un territorio ancora allo stato naturale, non devono esser oggetto e interesse solo di una stretta cerchia di persone.
La teleferica, opera di solo scopo turistico, non inciderà sicuramente, in modo significativo, sulla vita quotidiana degli abitanti di lassù.
L’opinione degli autori dello scritto è, e ne siamo concordi, che entrambi i progetti arrischiano di rivelarsi pieni di insidie e di scarso peso per i problemi cui, da decenni, la popolazione locale è confrontata. Richiamano il sondaggio del 2017 nel quale gli abitanti della Lavizzara si erano espressi sì a favore, con il 71%, di un collegamento a nord, ma le preferenze andavano alla galleria o al collegamento ferroviario treno-navetta. Si richiede inoltre al locale Municipio di indire una votazione consultiva, fra chi vi abita, per conoscere l’opinione sui due progetti, preceduta da una serata informativa.
Non sappiamo se questi progetti proseguiranno o se, dopo la l’annuncio fatto, fra un po’ di tempo, ritorneranno nei cassetti e non se ne riparlerà più per qualche anno.
FRG