Ticinesi preoccupati
Le preoccupazioni sempre maggiori, gravose e opprimenti per moltissimi cittadini di questo cantone espresse da alcuni giovani e coraggiosi politici in modo concreto e provato, la sinistra, risentita, le timbra di pessimismo.
L’economia annaspa il che provoca nuovi disoccupati, nuovi casi di assistenza sociale, meno entrate fiscali, quindi più problemi. Domina l’incertezza finanziaria. Dove trovare e recuperare le risorse? L’equazione per la sinistra è sempre la solita: mungere i ricchi! Nulla circa lo snellire l’elefantesca e costosa burocrazia.
Il loro idealismo nobile si scontra con la realtà di una società concreta, materiale, non da sogno. Pronti a vendere l’anima al diavolo, pur di eliminare il feroce capitalismo, colpa di tutti i mali e sostituirlo con la loro visione dello Stato, ossia il collettivismo genuino, puro, che tutto aggiusta.
Gli altri partiti, purtroppo, assistono in modo passivo, preoccupati più a curare la propria identità che a riformare.
La politica brancola in un mare di confronti personali mediaticamente favoriti, ma senza costrutto e dall’aria fritta. Siamo sfibrati da questa litigiosità senza senso che affonda tristemente nella mediocrità.
Viviamo nella società del tutto e subito. La politica non è più in sintonia con i rapidi mutamenti d’abitudine. Deve quindi adeguarsi, pena una società ingessata in vecchi schemi che favorisce i furbi attorno a noi “vedi padroncini, frontiere con controlli inadeguati sistematicamente prese d’assalto dalla manovalanza criminale d’importazione fino alle intimidazioni dal sapore di ricatto dei nostri vicini”, come pure i furbetti nostrani che sanno come approfittare.
Quindi adeguarsi con decisioni rapide, non rimandate alle calende greche. Basta con gli approfondimenti, le consultazioni tra le parti che hanno il puro sapore dell’insabbiamento, del decidere di non decidere. Senza polemica agire e non cianciare.
Raoul Bettosini, Lugano
« Uno chef di cucina contro il minestrone politico? Was, wenn sich das Tessin auflehnen würde ? »