SÌ alla sicurezza – SÌ alla libertà
L’UDC se rallegra del voto chiaro e netto delle Svizzere e degli Svizzeri a favore di una Svizzera sicura e contro la soppressione del servizio militare obbligatorio. Un esercito di milizia performante resterà garante di una solida difesa nazionale e potrà continuare ad assumere gli altri compiti che gli sono assegnati.
Nuovi attacchi contro la sicurezza della Svizzera e per la soppressione dell’esercito saranno tuttavia lanciati in un prossimo futuro. Il referendum contro l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento è già stato annunciato. Ma la sicurezza della Svizzera ha bisogno di una protezione efficace dello spazio aereo. L’UDC s’impegna per una difesa nazionale credibile e per un esercito di milizia forte, che possa garantire la sovranità e la neutralità della Svizzera. Per assumere questa missione, l’esercito ha bisogno di mezzi. L’UDC chiede quindi al Consiglio federale di mettere a disposizione dell’esercito almeno le risorse finanziarie e personali appena approvate dal Parlamento.
L’UDC prende atto con soddisfazione del sostegno popolare dato alla revisione della legge sul lavoro che corregge una regolamentazione insensata. In futuro, i negozi annessi alle stazioni di servizio aperte comunque 24 ore su 24 potranno offrire anche di notte la totalità del loro assortimento e non saranno più obbligati a metterne sotto chiave una parte. Il risultato di oggi è quindi anche un SÌ a più libertà. Le disposizioni cantonali sugli orari d’apertura dei negozi continueranno a regolamentare anche le ore d’apertura dei negozi annessi alle stazioni di benzina. Su questo, le disposizioni approvate oggi non cambiano niente.
L’approvazione della rinnovata legge sulle epidemie era prevedibile. Si tratta tuttavia di tenere conto adesso dei timori espressi durante la campagna di voto, concernenti le restrizioni della libertà individuale e i nuovi obblighi di registrazione. L’UDC veglierà a che questa nuova legge non susciti delle reazioni esagerate e inadeguate delle autorità in caso di epidemie.
Berna, 22 settembre 2013
« Burqa : un voto storico per il Ticino e per la Svizzera Anche il Consiglio degli Stati rifiuta di controllare l’immigrazione »