Non tutti i bugiardi sono politici … ma i politici, che sono a favore dell’adesione all’UE, mentono
Dall’inizio degli anni novanta, quando con lo SEE la questione dell’integrazione europea cominciò a segnare i dibattiti in Svizzera, le manipolazioni, gli inganni e – bisogna purtroppo dirlo – le menzogne, fanno parte della quotidianità politica federale. Una cosiddetta sedicente “élite” politica prende costantemente in giro il popolo nascondendogli le sue vere intenzioni.
Si parla, per esempio, di “bilateralismo”, di “applicazione autonoma ulteriore”, di “questioni istituzionali”, eccetera. Ma l’intenzione che si nasconde dietro queste parole è sempre la stessa: raggiungere l’obiettivo ufficiale stabilito dal Consiglio federale, ossia fare della Svizzera un membro appieno dell’UE. Per riuscirvi si deve in un primo tempo eliminare gli “ostacoli all’adesione”. Per esempio, finanziando sempre più spese per mezzo dell’IVA, al fine di raggiungere il tasso minimo del 15% prescritto dall’UE. O subordinando la democrazia diretta a dei giudici dalle convinzioni internazionaliste. E, infine, ci si sforza sistematicamente di distruggere l’anima della Svizzera con un’immigrazione senza illimitata e con delle naturalizzazioni di massa. Per fare questo si ricorre a qualsiasi mezzo di propaganda, perfino i più sleali.
Anche se i profeti del Consiglio federale si rivelano falsi al punto di essere ridicoli, come nel caso dell’applicazione del principio del “Cassis de Dijon” che non ha assolutamente portato ad alcun calo dei prezzi, il governo può contare sulla sua guardia pretoriana costituita dai media. Quando si tratta dell’UE, un “cordone sanitario mediatico” si costituisce attorno al Consiglio federale. Questioni delicate? Pensateci un momento!
“L’economia ha un urgente bisogno di professionisti stranieri qualificati”, ripetono in continuazione i sostenitori della libera circolazione delle persone. Veramente? Secondo le cifre del SECO del mese di giugno, 126’498 persone erano iscritte alla disoccupazione. E, sempre secondo il SECO, 14’647 posti di lavoro erano annunciati come vacanti nello stesso periodo. Dal punto di vista statistico dunque, circa nove persone dovrebbero battersi per un impiego.
Disoccupati | Impieghivacanti | Numero di disoccupatiPer impiego vacante | |
Tutta la Svizzera |
126’498 |
14’647 |
8.6 |
Settori scelti | |||
Metallurgia/Macchine |
3’694 |
211 |
17.5 |
Albergheria/Impieghi domestici |
15’863 |
369 |
43.0 |
Commercio/Vendita |
14’959 |
291 |
51.4 |
Professioni commerciali eAmministrative |
15’599 |
121 |
95.9 |
Edilizia |
9’064 |
782 |
11.6 |
Questa sproporzione è ancora più evidente in certi settori individuali. Nella gastronomia e albergheria, per esempio, si contano 43 disoccupati per posto vacante. Nella metallurgia e nella costruzione di macchine, sono 17,5 per ogni posto di lavoro non occupato, e quasi cento nelle professioni commerciali e amministrative. È così che si presenta una situazione d’urgenza?
Ma non è tutto: se è effettivamente vero che i bisogni provati dell’”economia” non possono essere coperti che con del personale che si pretende maglio formato dall’UE, l’istruzione pubblica svizzera deve essere in un ben triste stato. In questo caso, bisognerebbe perlomeno licenziare un direttore dell’istruzione pubblica o un altro “esperto pedagogico” per ogni immigrante.
UDC Svizzera
« Volere questa libera circolazione delle persone, significa voler nuocere alla Svizzera Cantà in coro »