Modifica della legge sull’asilo. Ristrutturazione del settore dell’asilo

Nov 2 • Dall'UDC, Dalla Svizzera • 2836 Views • Commenti disabilitati su Modifica della legge sull’asilo. Ristrutturazione del settore dell’asilo

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Risposta alla procedura di consultazione dell’Unione democratica di centro (UDC)

 

La proposta del Consiglio federale in questa forma sarà chiaramente respinta dall’UDC. L’UDC prende ancora una volta atto che nell’Ufficio federale della migrazione si preferisce proclamare e amministrare, invece di affrontare immediatamente i problemi, applicando le leggi in vigore in modo che la Svizzera perda di attrattività quale meta per l’abuso del diritto d’asilo. Naturalmente, l’UDC si rallegra di qualsiasi accelerazione delle procedure, tuttavia dubita seriamente dell’efficacia in questo senso della proposta modifica della legge. In particolare, l’UDC si opporrà con ogni mezzo al previsto diritto generalizzato alla consulenza, rispettivamente patrocinio legale gratuito per tutti i richiedenti l’asilo.

 

Osservazioni generali

 

Il progetto, già annunciato per fine 2012, di ristrutturazione del settore dell’asilo è stato messo finalmente – quasi un anno più tardi – in consultazione. L’obiettivo della proposta sarebbe quello di accorciare le odierne procedure troppo lunghe. Con grandi ristrutturazioni del settore dell’asilo, si dovrebbero risolvere i gravi problemi della politica svizzera in questo settore. Che l’obiettivo prefisso di accorciare la durata delle procedure e creare 3’000 nuovi posti d’accoglienza sia raggiungibile, è tuttavia estremamente dubbio. Una cosa è sicura: con la consulenza e l’assistenza legale gratuite, i diritti dei richiedenti l’asilo saranno ulteriormente aumentati. Di pari passo, l’industria dell’asilo sarà ulteriormente gonfiata e i costi esploderanno. Per l’accelerazione delle procedure non ci sarebbe bisogno di alcuna revisione della legge, bensì unicamente lo sfruttamento delle possibilità attuali, come quella della procedura accelerata introdotta recentemente o già praticata in certi paesi. In questo senso ci si pone la domanda basilare circa la necessità di una nuova modifica di legge.

 

È necessaria una diminuzione dell’attrattività, invece dell’estensione delle risorse

 

Il Consiglio federale suppone nel suo rapporto uno scenario di base annuale di 24’000 richiedenti l’asilo. Anche con lo “scenario minimo”, calcola su 20’000 richieste. L’esperienza degli ultimi 10 anni ci insegna peraltro che, con una politica rigorosa, il numero di richieste può essere diminuito a 10’000 l’anno. Lo stesso Consiglio federale motiva il minimo calo delle richieste registrato negli ultimi mesi con l’introduzione della procedura di 48 ore, che può essere assolutamente utilizzata senza modifica di legge. Secondo le comunicazione dell’UFM sarà ora utilizzata la procedura abbreviata anche per certi Stati africani. Ciò dimostra che per risolvere il caos nel settore dell’asilo non occorrono sempre nuove leggi, bensì è essenziale, in primo luogo, il rigoroso sfruttamento delle possibilità tuttora esistenti e la loro severa applicazione. Ma evidentemente, il Consiglio federale non è minimamente intenzionato a porsi una diminuzione delle richieste d’asilo quale obiettivo. Questo atteggiamento si riflette anche nel nuovo progetto: una diminuzione dell’attrattività della Svizzera quale meta per falsi rifugiati non vi viene praticamente neppure accennata. Al contrario, con l’introduzione dell’assistenza legale gratuita per tutti i richiedenti l’asilo e l’allentamento del divieto di lavorare, l’attrattività del nostro paese ne viene addirittura aumentata.

 

Consulenza e assistenza legale

 

Uno degli aspetti principali della proposta del Consiglio federale concerne la consulenza e l’assistenza legale gratuita per tutte le persone che depositano una richiesta d’asilo – non importa se giustificata o abusiva. Questa pretesa generalizzata di un’assistenza legale gratuita porta a un ulteriore aumento dell’attrattività della Svizzera quale meta per richiedenti l’asilo porterebbe a un’ulteriore giuridicizzazione della procedura d’asilo con un massiccio aumento della quantità di ricorsi. L’intera procedura non verrebbe perciò accelerata, bensì mediamente addirittura prolungata. L’estensione del sistema di tutela legale in Olanda ha portato a una quota di ricorsi da parte dei richiedenti l’asilo del 90% (oggi in Svizzera siamo a ca. il 50%). Oltre a ciò, nel panorama giuridico svizzero, tale assistenza legale quasi obbligatoria costituirebbe assolutamente un unicum. L’UDC si opporrà strenuamente a questo gonfiamento dell’industria dell’asilo, che causerebbe pure massicci costi aggiuntivi per i contribuenti. Per la consulenza e il controllo è sufficiente una consulenza inerente alle procedure, alle opportunità e al rimpatrio, cosa che funziona perfettamente già oggi. Se, oltre a questa, una persona vuole ricorrere a un’assistenza legale non considerata utile dalla consulenza procedurale, i relativi costi devono essere assunti dal richiedente l’asilo. Ciò è conforme anche al sistema giuridico in vigore in Svizzera.

 

Nessuna conseguenza per l’inadempienza dei termini

 

Sostanzialmente, i termini più brevi sono salutati con piacere dall’UDC. Tuttavia, occorre precisare quali conseguenze ha l’inadempienza di tali termini. Già oggi sono in vigore dei termini giuridici (Art. 37 w art. 109 Legge sull’asilo), che però, nella maggior parte dei casi, vengono più volte superati. Se i termini più brevi diventano legge, questi devono anche essere applicati. In questo senso, il Consiglio federale deve definire delle conseguenze per tutte le istanze che non adempiono ai termini fissati dalla legge. Poiché il problema del trascinarsi delle procedure è spesso da attribuire alla seconda istanza, da anni l’UDC chiede di inserire il servizio dei ricorsi all’interno del DFGP, invece che nel Tribunale federale amministrativo.

 

Piani logistici irrealistici

 

Con la sua ipotesi, la Confederazione ha bisogno di 3’000 nuovi posti nei centri federali d’accoglienza. Contro la loro creazione, a cantoni, comuni e privati sono a disposizione tutte le possibilità di ricorso. Dove questi centri federali dovrebbero sorgere e quali comuni vorrebbero ospitare tali grandi e aperti centri d’accoglienza, il Consiglio federale non lo specifica. È perciò anche chiaro che questa riforma – se del caso – avrebbe seguito solo su un periodo di diversi anni.

 

Una variante per facilitare la ricerca di località per i centri federali, sarebbe l’introduzione di centri con un raggio chiuso e ben definito per persone in fase di procedura d’asilo. Ciò diminuirebbe sensibilmente l’attrattività della Svizzera per rifugiati economici e persone con intenzioni criminali, mentre che i rifugiati autentici otterrebbero, per la breve durata della loro procedura, un posto sicuro e protetto.

 

Conclusione

 

Le misure proposte dal Consiglio federale sono, ancora una volta, dei proclami con effetto limitato, a volte addirittura controproducente. Invece di ristrutturare per l’ennesima volta il settore dell’asilo, bisogna applicare finalmente con rigore le leggi esistenti. Inoltre, le seguenti misure avrebbero un rapido e grande effetto su una velocizzazione delle procedure e su una diminuzione dell’attrattività per i richiedenti abusivi:

 

Riduzione delle possibilità di ricorso, con una procedura con un’unica possibilità di ricorso

Istanza di ricorso nel DFGP invece che nel Tribunale federale amministrativo

Nessuna assistenza legale gratuita, altrimenti tutti i mezzi giuridici per allungare fino all’ultimo la procedura verrebbero utilizzati

Estensione della procedura di 48 ore a tutti gli Stati sicuri

Unicamente l’aiuto d’emergenza per tutti i richiedenti l’asilo

Centri d’accoglienza federali con raggio di stazionamento chiaramente definito

L’UDC esorta il Consiglio federale a rielaborare la proposta sulla base delle osservazioni summenzionate. In caso contrario, la frazione UDC  le porterà coerentemente sotto forma di proposte nel dibattito parlamentare.

 

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