L’umanità deve prepararsi a convivere con il cambiamento climatico

Mar 9 • L'opinione, Prima Pagina • 1165 Views • Commenti disabilitati su L’umanità deve prepararsi a convivere con il cambiamento climatico

Prof. Dr. Arturo Romer, fisico teorico

Da mesi le cittadine e i cittadini del nostro Paese vengono bombardati da più parti: politici, mass media, esperti, ideologi e di recente anche molti studenti propagano notizie spesso catastrofiche e drammatiche riguardo al cambiamento climatico. La gente resta disorientata e si pone con ansia mille domande. Non basta allarmare e spaventare. Occorre dare informazioni corrette, consigli pratici, e soluzioni costruttive. È questa l’intenzione del mio articolo. Il clima è un sistema fisico estremamente difficile e complesso. L’esistenza dei cambiamenti climatici è incontestabile per la maggioranza del mondo scientifico a cui appartengo. In Svizzera i segnali sono particolarmente percettibili: rispetto al 1850, la temperatura media annua è aumentata di circa 2°C –  il doppio rispetto all’aumento medio mondiale (circa 1°C). Questo nostro maggiore riscaldamento è dovuto alla nostra conformazione  geografica al centro dell’Europa. Le conseguenze dell’aumento della temperatura media mondiale sono visibili: ritiro dei ghiacciai, innalzamento del limite delle nevicate, aumento di eventi estremi come canicole, siccità, forti precipitazioni, frane e piene, aumento del livello dei mari. Nel corso del ventesimo secolo il livello medio globale degli oceani è aumentato di circa 17-20 cm. In generale gli inverni sono diventati più miti e sempre più spesso la canicola estiva è quasi insopportabile (vedi estate 2018). Il permafrost (= terreno permanentemente gelato) sulle nostre montagne inizia a sciogliersi, provocando il rilascio di grandi quantità di metano (CH4), un gas serra molto potente. Una molecola di CH4 ha un potenziale climalterante 25 volte superiore di una molecola di CO2. Nella tundra sono presenti enormi riserve di permafrost, lo scioglimento del quale è solamente una questione di tempo (qualche secolo).

Il processo di riscaldamento climatico, che nessuno può negare, sarà irreversibile per secoli. Il clima sulla Terra è influenzato da una serie di processi naturali e antropici con ritmi distinti. Vi sono poi effetti di retroazione (p.e. aumento del vapore acqueo nell’atmosfera, cambiamento dell’albedo, liberazione di CO2 dagli oceani, ecc.). Non è possibile affermare con assoluta precisione quali processi siano responsabili in quale misura delle alterazioni del clima dall’inizio dell’era industriale (1769) a oggi. Ma da circa un secolo, in ogni angolo del pianeta immettiamo nell’atmosfera e negli oceani enormi quantità di gas serra (CO2, CH4, N2O, O3, CFC). L’incremento antropico di CO2 osservato negli ultimi 100 anni è simile a quello rilevato nei dati paleoclimatici fra un periodo glaciale e un periodo interglaciale. La transizione dai periodi glaciali ai periodi interglaciali e viceversa durava però parecchie migliaia di anni. Le concentrazioni attuali di anidride carbonica e metano in atmosfera sono le più alte mai registrate negli ultimi 800’000 anni. Un esempio concreto: nell’anno 2016 sono state emesse a livello mondiale 32.316 miliardi di tonnellate di CO2 (in Svizzera 39.3 milioni di tonnellate di CO2). Negli ultimi 50’000 anni la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è aumentata notevolmente: durante l’ultimo periodo glaciale erano 180 ppmv (= parti per milione volume), prima  dell’inizio dell’era industriale erano 280 ppmv, oggi sono 410 ppmv. Da decenni la concentrazione di CO2 nell’atmosfera aumenta di circa 2 ppmv all’anno. A ciò si aggiungono gli altri gas serra e la deforestazione. Senza dubbio l’umanità ha quindi contribuito al processo dell’attuale cambiamento climatico, specialmente durante gli ultimi 50 anni.

Molte persone affermano in buona fede che il clima è sempre cambiato anche in passato. Tuttavia, in passato le cause erano solamente naturali: variazione periodica dei parametri orbitali della Terra, variazione periodica della concentrazione di CO2 da 180 ppmv a 280 ppmv e viceversa, variazione periodica della concentrazione di vapore acqueo, eruzioni vulcaniche, impatto di meteoriti. Oggi le cause sono innanzitutto di natura antropica in forma di emissioni massicce di gas serra e deforestazione. Per questo motivo l’umanità non può e non deve restare passiva. A livello mondiale si deve ridurre con priorità assoluta la velocità del riscaldamento climatico, guadagnando così tempo per potere agire in modo adeguato. Ciò è possibile grazie, per esempio, alle misure seguenti: ottimizzando in primo luogo l’efficienza energetica, evitando gli sprechi, passando dal carbone al gas naturale, interrompendo la deforestazione selvaggia, potenziando la ricerca sulla fusione nucleare e sostituendo i vettori energetici fossili nel limite di costi accettabili e sopportabili con fonti rinnovabili.

In ogni caso, l’umanità deve prepararsi a convivere anche con il cambiamento climatico. A tal fine occorrono investimenti importanti nell’informazione, nella formazione, nella ricerca e nello sviluppo, nonché in misure di precauzione, di prevenzione, di protezione e di adattamento. Il negazionismo climatico, lo scetticismo e il catastrofismo non servono, anzi, sono controproducenti. I genitori, gli insegnanti, i ricercatori e il mondo politico devono informare la popolazione e in particolare  i nostri giovani, in modo oggettivo, neutrale e competente. Da soli, noi Svizzeri non riusciremo mai a influenzare né il nostro clima né quello mondiale.  Dobbiamo comunque agire e reagire anche noi – non da ultimo per motivi di esempio, di solidarietà e di etica.

Ma il lettore deve sapere che, nonostante i migliori e massimi sforzi da parte svizzera, la temperatura media mondiale continuerà a crescere per lungo tempo (ben oltre i limiti prefissi dall’accordo sul clima di Parigi) e i nostri ghiacciai scompariranno purtroppo in grande maggioranza entro la fine di questo secolo. Il cambiamento climatico non si ferma ai nostri confini nazionali! Rendo attento che la politica energetico-ambientale svizzera è già oggi particolarmente esemplare, estremamente ambiziosa e molto costosa (vedi la legge sull’energia del 21.5.2017 e l’accordo sul clima di Parigi del 12.12.2015). Chi esige però di ridurre a livello nazionale e mondiale le emissioni di gas serra del 100% entro il 2050 non conosce e non capisce assolutamente la situazione energetica, economica e sociale mondiale. I giovani (pieni di ideali) che fanno dimostrazioni pacifiche in tutte le piazze del Paese esigono persino la nostra totale decarbonizzazione (= zero emissioni di gas serra in Svizzera) entro l’anno 2030. Una richiesta simile è semplicemente irrealizzabile. Anche l’iniziativa “per i ghiacciai” pone obiettivi irrealistici e assolutamente irrazionali. E non sono la soluzione giusta nemmeno le imposte nazionali esagerate, le tasse esorbitanti e i sussidi senza limiti. Si pensi alla prevista tassa nazionale sul CO2 di 210 CHF/t CO2, una tassa proibitiva. In Europa si pagano oggi 23 EUR/t CO2.

Ma il lettore non mi fraintenda: sono personalmente favorevole a tasse equilibrate e ragionevoli su ogni forma di inquinamento, aviazione e navigazione comprese. Dietro ogni oggetto progettato e prodotto dall’uomo (vedi p.e. le varie automobili) si nascondono risorse, materie prime, energia ed emissioni. Anche le auto elettriche, specialmente le loro batterie, richiedono grandi quantità di risorse e causano importanti e pesanti emissioni di gas serra. È quindi indispensabile determinare e far conoscere in modo scientifico e onesto i bilanci dell’energia, delle risorse e dell’ambiente di ogni prodotto creato dall’uomo (life cycle assessment, valutazione del ciclo di vita).

Il pianeta conta oggi 7.6 miliardi di abitanti. 1 miliardo di questi abitanti non ha nemmeno accesso diretto all’acqua potabile. Almeno 3 miliardi di abitanti sono tuttora molto poveri. Nel 2100 sul nostro pianeta vivranno circa 10 miliardi di abitanti. Avranno tutti diritto a una vita più dignitosa. Ciò non sarà possibile senza energia e risorse. A lungo andare, le posizioni estreme impediscono la ricerca e l’individuazione delle soluzioni ottimali. Occorre ragionare e agire in modo globale, includendo tutti i grandi problemi dell’intera popolazione mondiale (risorse, qualità di vita, povertà, fame, sete, malattie, analfabetismo, guerre, terrorismo, crescita demografica, servizio sanitario, fanatismi religiosi, ecc.). È necessario un autentico  sviluppo sostenibile (economico, ecologico, sociale) per l’intera umanità. Da tante migliaia di anni l’uomo evolve continuamente e si adatta a condizioni di vita mutate non solo sul piano genetico, bensì anche su quello sociale, tecnico-scientifico e istituzionale. La sua inventiva e il suo senso di responsabilità lo aiuteranno a superare le crisi e a risolvere i problemi che riscontrerà anche in futuro.

 

N.B: 1 ppmv =  (1 cm^3) / ( 1 m^3)

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