L’Oasi felice UE

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Dr. Francesco Mendolia

Dr. Francesco Mendolia

Amici è tutto da ridere, ma è vero!!! (N.d.R.)

 

«Lampedusa, la grande paura: ai profughi il test sul Califfato»

E poi dicono che non sappiamo difenderci. I soliti gufi. I soliti sfasciacarrozze. I soliti criticoni.

In realtà il nostro Paese, grazie all’intensa attività d’intelligence, ha messo a punto un sistema di difesa impenetrabile: il questionario all’immigrato.

Funziona così: quando arriva un clandestino, gli si chiede se è militante dell’Isis. Se lui dice di no, possiamo stare tranquilli. Dormiamo fra due guanciali.

Ma siccome gli efficientissimi sistemi di sicurezza non si accontentano, hanno escogitato anche una seconda prova, davvero definitiva.

Consiste nel mostrare al clandestino la bandiera nera dell’esercito islamico.

Se quello dice: l’ho appena fatta sventolare sulla capoccia di un decapitato, ecco, allora i sistemi di sicurezza intervengono immediatamente per fermare il pericoloso terrorista. Se invece lui dice: non so cosa sia. Oppure: la conosco, ma non mi piace, abbiamo la prova certa che non si tratta di un terrorista.

Voi pensate che io stia scherzando? Macché. Lo ha rivelato, papale papale, Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione internazionale per la migrazione al Messaggero, che non a caso ha titolato il servizio: «Lampedusa, la grande paura, ai profughi il test sul Califfato». E il test consiste in questo (cito testualmente): «A ogni disperato che varca il cancello del centro d’accoglienza mostrano una bandiera dell’Isis per sapere se la riconosce». E il risultato qual è? «Negano, negano sempre…», come racconta lo stesso portavoce dell’Organizzazione. Pensa un po’ che strano, eh? Nemmeno uno che dica: ma sì, ce l’ho nella mia cameretta. Oppure: come no?, mi divertivo un sacco a sventolarla mentre stupravamo le ragazze cattoliche. Oppure: il Califfo mi ha appena detto di andarla a piantare in piazza del Vaticano. Niente. Tutti che negano di amare quella bandiera. Dunque, è evidente, l’intelligence ha la prova certa: non possono essere tagliagole.

Il sistema è indubbiamente efficiente: in questo modo, infatti, pare che si riescano a eliminare i terroristi in un batter d’occhio. Tu sei terrorista? No. Tu? Neppure. E tu? Meno che mai. Ottimo: nessuno si dichiara terrorista, dunque lo vedete che i terroristi non ci sono?

L’idea è così geniale che, secondo alcune indiscrezioni, il ministero dell’Interno starebbe pensando di adottarlo sistematicamente, e non solo per fermare l’Isis. Già un primo esempio si è avuto a Roma con gli hooligans olandesi: scusi, lei vuole sfasciare piazza di Spagna? No. E lei? No. Ecco fatto: gli hooligans non esistono. Lo stesso si potrebbe fare con stupratori (scusi, lei vuole per caso violentare una ragazza?), con i ladri (scusi, lei ha intenzione di rubare?) o con gli assassini (scusi, lei sta per uccidere qualcuno?). Quando si trova una procedura così efficiente perché non estenderla all’intero scibile del crimine? Abbiamo buona ragione di credere che tutta la difesa del nostro Paese sarà interamente affidata all’autodichiarazione responsabile. E se tutti negano, meglio ancora, vuol dire che non ci saranno più delinquenti, non ci saranno criminali e, soprattutto, non ci saranno più terroristi. Il problema è risolto: diventeremo il Paese più sicuro del mondo. Ci aspetta solo la pace. Peccato che sarà eterna.

Fonte il Radar 15 marzo 2015

 

 

Ci sono anche gli sprechi del buonismo

L’Italia regala agli immigrati la pensione sociale e loro tornano in patria a vivere da nababbi.

Si gode la vecchiaia a casa loro, campando alle spese dello stato italiano.

Gli stranieri che ottengono l’assegno sociale e poi tornano nel proprio paese, sono sempre di più.

Anche perché è facile: basta una semplice autocertificazione.

Ottenerlo è abbastanza facile, soprattutto per gli stranieri. Basta avere una residenza stabile e abituale da dieci anni, essere in possesso di un permesso do soggiorno di lungo periodo, non superare la soglia di reddito richiesta (5800 euro anno) e avere superato i 65 anni. Solo in Lombardia, sono cinque mila gli stranieri che hanno richiesto questo tipo di assegno. Gran parte di questi è tornata nel proprio paese, dove conduce una vita da nababbo.

Quando un italiano fa richiesta per potere ottenere l’assegno sociale, invece, scattano tutti controlli di routine. Vengono setacciati i dati dell’Agenzia delle Entrate, della Canera di Commercio, e dell’INPS. Con gli stranieri questi controlli sono tecnicamente impossibili perché non sempre all’estero esistono banche dati.

Da “Il Giornale” 2 marzo 2015

 

L’Italia è un paese dell’Europa.

Spazzini al lavoro con la scorta.

Stiamo parlando degli operatori Amsa che da un anno sono costretti a lavorare in condizione d’insicurezza e quando va bene sotto la protezione delle Polizia. Una delle zone considerate più a rischi, la Stazione centrale e la piazza antistante, dove l’allarme è tale che il presidio dei vigili non è più sufficiente.

Da “Il Giornale “11 marzo 2015

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