Le nostre valli, il coraggio di credere che esse siano un luogo di opportunità
Le nostre valli, ma soprattutto i Comuni più a nord, stanno soffrendo a causa dello spopolamento, soprattutto fra i giovani e le famiglie. Quelli che decidono di restarci a vivere sono sempre meno e non di rado, la maggior parte delle persone domiciliate nei piccoli Comuni, sono persone anziane.
La conseguenza di questo fenomeno, oltre la scellerata chiusura degli uffici postali (che avviene vieppiù anche nei grandi centri), è la chiusura di tanti piccoli negozi e osterie. Questi commerci sono molto importanti per la vita sociale dei paesi e spesso sono a conduzione familiare. Essi devono fare fronte, oltre alla concorrenza, anche a costi e spese non indifferenti.
La politica cantonale può fare molto, senza tanti stravolgimenti di leggi. Per incominciare si può dedurre del 10% le aliquote delle imposte sul reddito e sulla sostanza; permettere la piena deducibilità dei premi della cassa malati e rivedere i parametri del valore locativo (in attesa che esso venga definitivamente abolito a livello federale). Queste misure, oltre essere a favore delle persone, soprattutto del ceto medio, favoriscono anche piccole ditte individuali, ossia i commerci di paese e i piccoli artigiani.
Un altro passo molto importante che la politica cantonale può fare, è il potenziamento dei mezzi pubblici nelle zone periferiche; senza utilizzare enormi bus, che soprattutto in certe fasce orarie girano prevalentemente vuoti e fanno sorridere.
Per essere rilanciate, le zone periferiche non hanno bisogno solo di queste misure, poiché per attirare residenti e fare rifiorire i commerci, bisogna creare posti di lavoro in loco. Ciò significa attirare l’insediamento di nuove aziende.
Difficile che ciò avvenga nella situazione attuale, poiché i piccoli Comuni hanno solitamente un moltiplicatore molto alto. Sotto questo profilo la politica cantonale dovrebbe introdurre un moltiplicatore comunale con un coefficiente differenziato tra le persone fisiche e le società (in altri Cantoni, quali ad esempio Zugo, Svitto, Ginevra. Berna, Lucerna e Zurigo, esiste già). I Comuni avranno così a disposizione uno strumento che permetterà loro di prendere decisioni in modo più dinamico rispetto ai tempi della politica cantonale. Permetterà, infatti a questi Comuni, che sono prevalentemente a vocazione residenziale, di attirare nuove aziende (es. nuove tecnologie, archiviazione dati, ecc) che, peraltro, non hanno necessità di particolari spazi.
Ricordo che da poco il Ticino ha aderito a “Greater Zürich Area” (organizzazione di marketing territoriale che ha già portato in Svizzera 835 nuove aziende e oltre Fr 356 mio al fisco).
I fondi che mancheranno inizialmente a questi Comuni, dovranno essere coperti dal Cantone.
La politica cantonale può creare le condizioni, ma poi ci vogliono persone lungimiranti che con coraggio le sanno cogliere.
Perché le migliori opportunità si trovano laddove c’è crisi. Basta avere coraggio!
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