Jihadista solo nella testa? Basta crederci!
In un tranquillo giorno di novembre di un paio di anni orsono, una giovane «svizzera» si reca in un noto supermercato di Lugano e decide di affettare a coltellate alcune clienti che stavano facendo la spesa. Il coltello, la ragazza lo ha rubato nel reparto casalinghi del negozio. Cosa c’era nella sua testa? Propendiamo per i residui dovuti all’indottrinamento del radicalismo islamico inculcatole da qualcuno, poco ma sicuro. Altro che raccontarci balle per salvarsi il lato «B».
E che dire di quell’espressione in lingua araba, pronunciata mentre menava fendenti? La si ode spesso da parte degli invasati attentatori che esaltano l’estremismo islamico, membri dell’ISIS e compagnia bella, tanto per capirci. Quindi non ci si venga a raccontare, come solitamente accade in questi casi, che la fanciulla era solo un po’ fuori di testa, disturbata, inconsapevole di agire in nome della jihad; una mammoletta. Le solite turbe psichiche chiamate in causa per giustificare coloro che – scientemente, sia ben chiaro – commettono fanatici attentati. Come dire che tutti i terroristi in circolazione – poverini – necessitano di cure psichiatriche, quelle che eviteranno loro la fine che si meriterebbero, senza se e senza ma!
Purtroppo, alle attenuanti e alle sentenze edulcorate ci siamo oramai abituati. Sono tipici prodotti del buonismo e del politicamente corretto a ogni costo. Avanti così! E se ci scappa il morto, e magari addirittura una strage, cerchiamo di non esagerare con le sentenze e relative pene; in fondo la ragazza era «jihadista solo nella sua testa».
Ma ci si vuole proprio prendere per fessi! E allora che cosa voleva andarci a fare in Siria nel 2017, le vacanze? Non è propriamente un luogo idilliaco. Eppure, in quel paese voleva sposarsi! Forse con un cameriere dell’albergo dove intendeva soggiornare? Nossignori, con un combattente radicalizzato. Ma intendiamoci, il jihadismo era «solo nella testa», platonico, s’intende, niente a che fare con il fanatismo islamico, ci mancherebbe! Questa fondamentalista seguace di Allah, in certi paesi sarebbe stata il bersaglio di uno «sniper», un tiratore scelto, e da quel negozio, sicuramente sarebbe uscita solo con i pedi in avanti.
Ma figuriamoci. Per la soap opera «come siamo onesti, buoni e comprensivi», dobbiamo analizzare le motivazioni che hanno spinto la fanciulla ad aggredire due persone innocenti.
Forse una lieve cefalea? Chissà, sicuramente il raptus è stato causato dal fatto che la ragazza non ha trovato l’articolo che intendeva acquistare, e quindi senza premeditazione alcuna, ci mancherebbe. E l’«Alla hu Akbar» urlato a squarciagola? Solo le parole di un motivetto udito alla radio prima di uscire di casa. Già, certe canzonette ti rimangono impresse in testa, solo nella testa (??) s’intende!
Intanto, anche questa fanciulla «disturbata» la dobbiamo mantenere e curare, così come facciamo con i troppi criminali – jihadisti compresi – sgraditi ospiti che però, da questo Paese di Bengodi, non si possono assolutamente espellere, altrimenti succede il finimondo e il Tribunale federale, l’UE e l’ONU si arrabbiano. Quindi, ce li teniamo e li manteniamo, assistendoli giuridicamente grazie a legulei pagati dal contribuente, così come la pletora di strizzacervelli, che troveranno sicuramente le attenuanti ideali onde permettere ai troppi furbastri che ospitiamo, di rimanere in Svizzera, perché se venissero espulsi, udite, udite, nei loro paesi d’origine potrebbero mettere in pericolo la loro vita (sic!!!)
«L’ingenuità, come la stupidità, è una condizione permanente». Purtroppo, è così e i risultati sono sotto gli occhi di tutti!
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