Il Consiglio federale continua ad abbellire gli effetti negativi della libera circolazione delle persone
Il Consiglio federale continua ad abbellire le conseguenze dell’immigrazione di massa nel suo rapporto pubblicato oggi sulla libera circolazione delle persone. La sua conclusione, secondo la quale ci sono degli abusi solo in “qualche caso isolato” elude la realtà, ossia la pressione sui salari e una quota massicciamente sproporzionata di stranieri che vivono delle istituzioni sociali svizzere, tutti problemi che sono conseguenze dirette delle disfunzioni dell’accordo di libera circolazione delle persone. Inoltre, le misure d’accompagnamento tanto vantate dal Consiglio federale, hanno avuto l’effetto principale di avviare un enorme dispositivo di controllo. L’UDC chiede con insistenza che l’articolo costituzionale sulla gestione e la limitazione dell’immigrazione accettato da oltre un anno e mezzo, sia finalmente applicato.
È incomprensibile per l’UDC che il Consiglio federale continui a minimizzare i problemi incontestabili risultanti dalla libera circolazione delle persone e che si rifugi dietro delle acrobazie verbali. Quando rileva che gli “abusi” nel senso di violazioni di norme sono rari, ha senz’alto in parte ragione, ma sottace nel contempo che il sistema della libera circolazione delle persone è infarcito di incentivi controproducenti i cui effetti negativi pongono problemi. In un altro rapporto pubblicato recentemente (11° rapporto dell’osservatorio dell’accordo di libera circolazione delle persone Svizzera-UE – francese), il Consiglio federale stesso ha compilato un bilancio dei settori problematici. Ha in particolare menzionato la pressione sui salari nelle zone di confine, il sovraccarico dell’assicurazione-disoccupazione, la crescita del numero dei beneficiari stranieri di prestazioni complementari, il massiccio aumento dei diritti futuri alle rendite AVS, l’aumento dell’impiego particolarmente nei settori improduttivi vicini allo Stato, eccetera. Infine, l’aiuto sociale continua a rappresentare una grave incognita che il Consiglio federale passa sotto silenzio con il pretesto che è di competenza cantonale.
Incentivi controproducenti e burocrazia
Anche il Parlamento ha nel frattempo compreso che bisogna agire contro gli incentivi controproducenti. La Commissione della sicurezza sociale del consiglio nazionale ha appena approvato tre iniziative parlamentari dell’UDC chiedenti che le condizioni per l’ottenimento di una rendita AVS, di prestazioni complementari e di una rendita AI siano inasprite.
Il Consiglio federale s’ostina a puntare su una pesante burocrazia e su un’attività di controllo eccessivamente pignola per tentare di combattere gli effetti negativi della libera circolazione delle persone. Gli organi esecutivi avrebbero così controllato durante il solo 2014 circa 40’000 imprese e 159’000 persone.
Gli effetti negativi della libera circolazione delle persone potrebbero essere corretti molto più efficacemente con una gestione seria dell’immigrazione. È perciò urgente applicare finalmente l’articolo costituzionale sulla gestione e sulla limitazione dell’immigrazione, che popolo e cantoni hanno approvato il 9 febbraio 2014.
UDC Svizzera
Berna, 18 settembre 2015
« SVP fordert Bundesrat mit Brief zum sofortigen Handeln auf Bundesrat beschönigt negative Folgen der Personenfreizügigkeit weiter »