Il 18 maggio 2014 sono in gioco l’indipendenza, la sicurezza e la sovranità!
Votazione sul Gripen: presa di posizione del Consigliere federale Ueli Maurer, Capo del DDPS (dalla pubblicazione inviata dal Comitato di sostegno a tutti i fuochi della Svizzera tedesca e romanda)
«La Confederazione Svizzera tutela la libertà e i diritti del Popolo e salvaguarda l’indipendenza e la sicurezza del Paese.», si legge nell’articolo 2 della Costituzione federale. Ma per adempiere questi compiti occorrono i mezzi. Il consigliere federale Ueli Maurer, capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) si esprime così: «L’oggetto della votazione del 18 maggio 2014 va ben oltre un aereo da combattimento. In realtà, noi ci pronunciamo sulla nostra indipendenza, sulla nostra sicurezza e sulla nostra prosperità.»
Domanda: Signor consigliere federale, i sostenitori del progetto di legge sul fondo per l’acquisto dell’aereo Gripen, oggetto de referendum, riassumono così le loro argomentazioni:«Senza Gripen, niente forze aeree, senza forze aeree niente esercito, senza esercito niente sicurezza». Corrisponde alla sua analisi della situazione?
<< Un esercito senza
forze aeree è come
una casa senza tetto>>
Ueli Maurer, consigliere federale: L’esercito è l’unico mezzo strategico a disposizione della Confederazione per assicurare la sicurezza del paese. Le forze aeree costituiscono un elemento importante di questo dispositivo di sicurezza. Sopprimere questo elemento o altri, significa mettere in pericolo l’intero sistema. Un esercito senza forze aeree è come una casa senza tetto. Ecco perché metto in guardia contro un errore molto diffuso: il 18 maggio prossimo non voteremo “solo” un aereo da combattimento. Ci pronunceremo sull’indipendenza e sulla sicurezza del nostro paese.
L’indipendenza e la sicurezza della Svizzera sono minacciate? E, se sì, da chi o da che cosa?
Ci sono sempre state da noi delle forze non interessate a una Svizzera libera e pronta a difendersi.
Prima della prima guerra mondiale avevamo avuto un movimento pacifista che fu brutalmente strappato dai suoi sogni di pace. Hitler prese il potere nel 1933 armando massicciamente la Germania. Ci vollero due anni perché i socialisti svizzeri riconoscessero di nuovo l’utilità di una difesa nazionale. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, delle formazioni ostili all’esercito hanno tentato di sopprimerlo tramite un’iniziativa popolare. Esistono da noi degli ambienti che si ostinano, per delle ragioni ideologiche, a combattere sistematicamente l’indipendenza della Svizzera e la sua neutralità armata. Gli avversari dell’esercito, ben sapendo che la maggioranza della popolazione ha sempre sostenuto l’esercito in occasione di votazioni, nascondono le loro reali intenzioni dietro argomenti ingannevoli e cercano d’indebolire l’esercito affinché perda finalmente qualsiasi credibilità.
Vede anche il voto referendario contro la legge sul fondo per l’acquisto del Gripen in questo contesto?
La votazione del 18 maggio 2014 è già il terzo attacco contro la credibilità della nostra difesa nazionale. Nel 2011 abbiamo votato sull’iniziativa “contro la violenza con le armi”. In apparenza, si trattava d’impedire la custodia dell’arma d’ordinanza al proprio domicilio, ma il bersaglio vero era il nostro esercito di milizia. L’anno scorso, gli ambienti ostili all’esercito hanno tentato di sopprimere il servizio militare obbligatorio. Anche lì, il vero obiettivo era la difesa nazionale. Ed ecco che si tenta ora d’impedire all’esercito di ottenere un equipaggiamento moderno contrastando l’acquisto del Gripen. Si dice che la Svizzera non ha bisogno di questo aereo e che il denaro per questo acquisto è utilizzato male. Ma, ancora una volta, si mira al sistema militare globale, minacciando così la libertà e l’indipendenza della Svizzera.
Cosa risponde all’argomento secondo cui la Svizzera non ha bisogno di aerei da combattimento e che questo denaro sarebbe meglio investito nella formazione e nella politica sociale?
<< 15 centesimi!
Ecco cosa ci costa
la nostra sicurezza>>
Quest’ultima campagna degli avversari dell’esercito è particolarmente perfida. Hanno cominciato criticando la procedura di valutazione, poi la scelta del tipo d’aereo e oggi pretendono che, di fatto, la Svizzera non abbia bisogno di un nuovo aereo da combattimento. Si può loro rispondere come segue: considerata la sua durata di vita di 30 anni, questo aereo costa poco più di 100 milioni l’anno, ossia l’1,5 per mille del budget federale del 2015. Oppure, in altri termini, che di ogni banconota da 100 franchi spesa dalla Confederazione, 15 centesimi sono destinati al Gripen. I costi annuali di funzionamento e di manutenzione rappresentano più o meno lo stesso importo. Il tutto è totalmente finanziato dal budget del DDPS. Lo dico chiaro: noi non spendiamo un franco di più del denaro dei contribuenti per l’aereo Gripen, del quale abbiamo bisogno per assicurare la nostra indipendenza e la nostra sicurezza.
Ma se la Confederazione rinuncia ad acquistare questo aereo, può liberare dei miliardi per altri progetti, no?
<< La storia ci insegna
che delle sorprese
sono sempre possibili>>
La rivendicazione di trasferire verso altri settori importanti i fondi destinati all’esercito è soddisfatta da 25 anni. Durante questo periodo, la quota dell’esercito nelle spese federali è caduta da un po’ più del 20% all’odierno meno del 7%. Anche in avvenire, l’esercito non parteciperà per nulla all’aumento delle spese federali, perché le sue spese saranno mantenute al livello attuale. L’esercito ha risparmiato in passato e continuerà a farlo per permettere la crescita delle spese negli altri settori. Ci si ricordi che la Svizzera aveva un tempo molti più aerei da combattimento. Dei 100 Tiger F-5 oggi obsoleti, 46 sono già stati venduti. Gli altri 54 saranno ritirati dal servizio nel 2016. Con i 22 Gripen e i 32 F/A-18 attuali, le forze aeree svizzere disporranno ancora di 54 aerei da combattimento. Non mi arrischio ad affermare che ciò basterà per i prossimi 30 o 40 anni. La storia ci insegna che delle sorprese sono sempre possibili.
La sicurezza della Svizzera nel cuore dell’Europa e circondata da paesi amici, non è perfettamente garantita?
Neutrale e senza alleanze militari, la Svizzera deve rendere sicuro il suo spazio aereo in mezzo all’Europa, affinché nessuno possa abusarne. Sarebbe irresponsabile non prendere alcuna precauzione a questo livello. Noi diamo un contributo importante alla sicurezza dell’Europa. Questo obbligo dobbiamo assumerlo anche senza essere membri dell’Unione europea. La credibilità della nostra neutralità poggia sulla credibilità della nostra difesa nazionale. Senza questi strumenti, la Svizzera diventerebbe il giocattolo di potenze straniere, cadendo in dipendenze dalle conseguenze incalcolabili. Sarebbe ingenuo ed estremamente pericoloso sperare che un “paese amico” accetti di securizzare il nostro spazio aereo senza contropartite. Per me, la dimensione politica della votazione del 18 maggio 2014 è essenziale.
« Pillole di saggezza Riconoscere l’Islam e insegnarlo: due errori elvetici in vista »