Grazie Toni!
Abbiamo chiuso il 2018 con un editoriale dedicato a Ueli Maurer, eletto presidente della Confederazione in quest’anno elettorale 2019. Oltre a un anno di belle speranze che si apre per Ueli, il 2018 costituisce anche un periodo che si chiude per un politico UDC altrettanto meritevole: Toni Brunner. Il consigliere nazionale e già presidente di UDC Svizzera, infatti, ha posto fine alla sua peraltro brillante carriera politica con l’ultima sessione invernale delle Camere federali. A “soli” 44 anni, si è letto in qualche media. Ma, diciamo noi, con alle spalle ben 23 anni di politica ai massimi livelli, Toni ha tutti i diritti di ritenere di “avere dato” abbastanza al partito ma, soprattutto, al suo paese, per potersi ritirare a vita privata dedicando alla famiglia, alla sua fattoria e alla sua “Haus der Freiheit” la cura che finora la politica gli aveva impedito di consacrare completamente.
Un cursus honorum di tutto rispetto
Il cursus honorum era nell’antica Roma, la sequenza delle cariche istituzionali che costellavano la vita di un politico. Per dirla semplicemente, le varie tappe in ordine d’importanza della carriera pubblica di un personaggio politico. Ci perdoneranno gli antichi edili, pretori, consoli e quant’altro, se prendiamo a prestito questo termine per applicarlo in chiave più moderna al nostro Toni Brunner.
Sangallese, di formazione agricoltore, entra in politica nel 1995 a soli 21 anni, quando viene eletto in Consiglio nazionale (il più giovane della storia) nelle fila dell’UDC, funzione che manterrà per 23 anni consecutivi, fino al suo volontario ritiro dalle scene lo scorso dicembre.
Nel 2008 viene eletto presidente di UDC Svizzera, succedendo a Ueli Maurer eletto in Consiglio federale. Se in alcuni ciò suscitò qualche perplessità – si temeva che, data la sua giovane età, finisse per essere un esecutore di ordini del suo mentore Christoph Blocher – Toni non ci mise molto a fugare ogni dubbio, muovendosi autonomamente e in modo sempre più profilato, e conducendo il partito al massimo dei consensi (29,4% alle elezioni federale del 2011). Sotto la sua presidenza bisogna poi annoverare il lancio di importanti iniziative (espulsione, immigrazione di massa, autodeterminazione, iniziativa d’applicazione). Quale presidente, si trovò pure a gestire il tradimento perpetrato da Eveline Widmer-Schlumpf nei confronti del partito, quando questa accettò la nomina a consigliera federale estromettendo di fatto Christoph Blocher. Una decisione non facile perché, non permettendo allora gli statuti di espellere direttamente (la competenza sarebbe stata della sezione grigionese che, però, non aveva la benché minima intenzione di procedere), si dovette espellere l’intera sezione UDC del canton Grigioni, cosa che portò alla scissione dei “Widmerschlumpfiani” e alla susseguente fondazione del Partito borghese democratico. L’immediata rifondazione dell’UDC Grigioni da parte di persone fedeli al partito e una veloce ripresa dell’attività nel cantone reto-romancio, dimostrò poi come la scelta fosse quella giusta. Sempre nell’era Brunner, l’UDC ottenne finalmente il secondo seggio in Consiglio federale, con Guy Parmelin. Da notare che, sempre per volere di Toni, ai parlamentari fu data la scelta fra tre candidati delle tre regioni linguistiche, fra cui il Ticinese Norman Gobbi che, pur non essendo stato eletto, uscì a testa alta da questa prova.
Una calda simpatia verso il nostro cantone (con un’ombra)
Toni Brunner ha sempre dimostrato una calorosa simpatia nei confronti del nostro cantone e dell’UDC Ticino. In parecchie occasioni scese a Lugano, a Locarno, a Bellinzona, ma anche a Campo Blenio per il 1° agosto, esprimendo parole di sostegno e di elogio per la locale sezione. Appoggiò – anche finanziariamente – le campagne elettorali di UDC Ticino, ma qui gli UDC Ticinesi non ci perdonerebbero se mancassimo di menzionare un inciampo in cui incorse in occasione delle elezioni cantonali del 2015 quando, una settimana prima dell’appuntamento alle urne, criticò pubblicamente la decisione presa dai vertici della sezione cantonale di correre separati dalla Lega dei Ticinesi. L’opinione era peraltro legittima – vista con gli occhi della Svizzera interna – ma la tempistica fu infelice. Detto ciò per dovere di cronaca, i meriti di Toni Brunner sono talmente tanti da non essere offuscati da questo unico neo (agli occhi dell’UDC ticinese).
Mai dire mai
Toni Brunner ha detto che lascia la politica definitivamente. Sarà così? Noi speriamo di no. Nonostante le sue negazioni già espresse in passato, ci piacerebbe assistere a un suo rientro quando si tratterà di sostituire un consigliere federale UDC. Oltre a essere convinti che ne avrebbe le capacità – la sua carriera politica l’ha dimostrato – sarebbe a nostro avviso un meritato coronamento di una vita dedicata alla politica e al paese. Un’utopia? Mah, chissà, mai dire mai.
Intanto, di tutto cuore, GRAZIE TONI, e tanti auguri per il Tuo futuro, in qualunque direzione Ti porterà.
Eros N. Mellini
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