Cannoni, sanzioni e neutralità
E intanto è scoppiato il finimondo! L’Ucraina è stata invasa dalle truppe russe, le principali città sono sotto assedio, la capitale, Kiev si sta organizzando per bloccare l’avanzata e intanto le cifre riguardanti i caduti – da ambo le parti – aumentano con le ore che passano. L’esodo di profughi che scappano dai bombardamenti, che non fanno distinzioni e vanno a colpire non solo postazioni militari ma anche civili, aumenta in maniera esponenziale. Ma in che secolo siamo? Nel XXI! Eppure, non si direbbe, considerato quanto sta accadendo e facendo mente locale a ben due conflitti mondiali, che probabilmente non sono bastati a farci rinsavire. L’opinione pubblica ha l’impressione di trovarsi sull’orlo di un baratro. Basta un nulla e potrebbe scoppiare un 3° conflitto planetario, insomma: «muoia Sansone e tutti i filistei». Lo zar di Mosca ha minacciato l’impiego dell’arma nucleare. E Hiroshima e Nagasaki? Tranquilli, già dimenticate! Non serve un altro «Enola Gay» per sganciare, oggi ci sono missili a lungo raggio dotati di ordigni nucleari che possono radere al suolo intere città.
Quindi avanti con le mattanze, con i deliri d’onnipotenza, con quel maledetto vezzo di volersi impicciare degli affari altrui costi quel che costi. Infatti, il prezzo da pagare è sempre altissimo, ma gli «imperatori», sia in Occidente sia in Oriente, sembrano non preoccuparsi più di quel tanto, l’importante è imporre le loro idee, con le buone o con le cattive. Tanto questi autocrati di mestiere mica ci vanno al fronte, ci mandano gli altri, la «carne da macello». Al mondo ce n’è in abbondanza, e allora non facciamoci scrupoli, suvvia, in fondo si agisce sempre e comunque per il «bene del paese», per l’orgoglio e l’onore della nazione e della bandiera.
Sappiamo che il conflitto tra la Russia e l’Ucraina è praticamente scoppiato nel 2014, causato dalle crisi in Crimea e Donbass. Poi, l’intenzione da parte dell’Ucraina, di voler aderire alla NATO, ha fatto imbestialire Putin, il quale sentendosi «minacciato» dall’Occidente, eccolo passare ai fatti. Rifacciamo la domanda: ma in che secolo viviamo?
La NATO, «North Atlantic Treaty Organization», è stata fondata nel 1949 come organizzazione con lo scopo di garantire libertà e sicurezza ai paesi (28) che ne fanno parte. Allora si temeva il totalitarismo dell’Unione Sovietica, applicato nei confronti di paesi europei sotto l’influenza dell’orso sovietico. Poi nel 1989 ci fu la caduta del muro di Berlino e qualcuno, ingenuamente e ronfando alla grande, pensò che il mondo sarebbe cambiato e che il regime comunista si sarebbe sgretolato, cosa che poi avvenne. Ma da allora non è cambiato molto, la voglia di conquista non si è mai sopita; gli esempi si sprecano, sia da parte dell’Occidente sia dell’Oriente; un’abitudine pericolosa quella di ficcare il naso in casa altrui, e come sempre ci si ricasca. Pagliuzze e travi in abbondanza da ambo le parti!
Il disegno di Putin ora è chiaro, ma assolutamente anacronistico, inaccettabile, quindi prestare il fianco alle sue intimidazioni, equivarrebbe a scatenare un conflitto con conseguenze catastrofiche. Allora, giudiziosamente, ai cannoni si preferiscono le sanzioni.
Lo Zar era stato avvisato: l’invasione dell’Ucraina, economicamente sarebbe costata cara alla Russia. Il voluminoso pacchetto di ritorsioni che è stato messo in atto, arrischia di destabilizzare la situazione interna, che economicamente non è propriamente rosea. La popolazione comincia ad innervosirsi (vedi le numerose manifestazioni di piazza) gli oligarchi stanno perdendo un sacco di soldi e cominciano a ribellarsi. Come dire, da quella parti «mala tempora currunt!».
In quanto alla «campagna» militare in Ucraina, non si sta dimostrando una passeggiata e anche tra i ranghi dell’esercito russo i mugugni cominciano a farsi sentire!
Ora, questa situazione potrebbe coinvolgere la Svizzera e mettere in pericolo la nostra neutralità?
Beh, un certo qual rischio potrebbe esserci. Dal 1996 siamo partner della NATO, come lo sono la Svezia e la Finlandia, messe in guardia da Putin! (sic!) Poi c’è da mettere in conto anche la palese sudditanza del CF all’UE e la smania di volervi fare parte.
A nostro parere, la neutralità dovrebbe imporci un minimo di riflessione, ma siccome il convincimento di essere sempre i «primi della classe», la vocazione alla visibilità e l’incontenibile ego di certi nostri noti politici e partiti, potrebbe metterci nei guai.
La disfatta di Marignano e l’omonima battaglia combattuta nel 1515, può essere considerata l’embrione della neutralità Svizzera. Ancora oggi, si parla di «neutralità imposta». E allora? Forse avremmo preferito partecipare a 2 guerre mondiali, essere invasi e buttare alle ortiche oltre 700 anni di storia? Personalmente non siamo d’accordo. Anche noi abbiamo subito invasioni, come quella francese del 1798, e non abbiamo intenzione di subirne altre.
Citiamo lo storico Olivier Meuwly: «Nel XIX secolo la neutralità non si impone come principio guida. È solo la conseguenza di una Svizzera indipendente che si afferma sulla scena internazionale. Gli Svizzeri hanno però capito che se non sono neutrali, devono per forza stare da una parte. Ma da quale? Durante la guerra franco-prussiana del 1870 e durante la Prima guerra mondiale, la Svizzera ha dichiarato la sua neutralità. Era un buon modo per non dover scegliere» (fdc)
Alla luce di quanto sta capitando, ci vien voglia di dire: «fermate il mondo, voglio scendere!».
« La risatina Dringliche Massnahmen der Schweiz: SVP fordert Erhöhung der Verteidigungsausgaben um 2 Milliarden Franken auf 1% des BIP und die Erhöhung des Armeebestands um 20’000 Angehörige »