Adesso parliamo del sistema sanitario
Il supercostoso sistema sanitario svizzero diventa ogni anno più caro. I costi della cassa malati esplodono. Quali sono le ragioni? E, soprattutto: si può fare qualcosa al riguardo e, se sì, che cosa? La politica svizzera della sanità non ha finora trovato una risposta soddisfacente a queste domande. Perciò, in due o tre edizioni del nostro giornale, vorremmo affrontare questo spinoso problema, con un’analisi approfondita che avvii un dibattito politico mirato su questo tema. In questa edizione, l’ultima prima della pausa estiva, il nostro collaboratore Rolando Burkhard sviscera il problema e abbozza una presentazione di possibili soluzioni dal punto di vista del cittadino che paga i premi. Nella prossima edizione, dopo le vacanze (7 settembre), ospiteremo i pareri di alcuni nostri medici: Dr. Alessandro von Wyttenbach (medico e presidente onorario di UDC Ticino), Dr. Daniela Soldati (medico otorinolaringoiatra). La Dr. Mila Burkhard-Garcia (in passato medico nelle Filippine) presenterà – in contrapposizione e per confronto con il nostro – dal punto di vista pratico il passato e l’attuale sistema sanitario in un mondo completamente diverso.
Il “vizio” del nostro sistema sanitario sta nell’ospedale acuto
Il nostro sistema sanitario è in grave – una palese crisi finanziaria perché, nella sua forma forse eccessivamente qualitativa a favore di tutti, ci costa globalmente troppo. I premi di cassa malati crescono esplosivamente ormai da anni, rincarando ben oltre l’aumento del reddito personale. La situazione continua perciò a peggiorare (per il 2019 è già pronosticato un ulteriore rincaro del 4%), perché la riduzione imposta dei prezzi dei medicamenti e delle tariffe è semplicemente neutralizzata dall’estensione delle prestazioni; secondo Santésuisse, l’aumento dovrebbe ora, improvvisamente, ammontare „solo“ al 3%. Ma ciò semplicemente perché c’è stato un nuovo spostamento dei costi dai pazienti morosi ai contribuenti). Già oggi, circa il 30% delle persone non paga più, parzialmente o interamente, i propri premi di cassa malati e le spese di cura. I loro costi della salute sono assunti dallo Stato, il che significa da noi tutti. Chi oggi paga interamente e regolarmente la totalità delle sue imposte e dei suoi premi di cassa malati, non solo paga sempre più denaro per la propria salute, bensì anche per quella di coloro che affermano di non avere più soldi per farlo. Tutto questo suscita molte domande scabrose.
È determinante la questione dei costi?
Gli alti costi del nostro sistema sanitario sono causati dalle elevate spese per trattamenti ospedalieri, dalle prestazioni mediche e dai prezzi dei medicamenti. Questi costi sono globalmente molto alti (e forse, in parte, eccessivamente alti), perché crediamo di poterci permettere un servizio sanitario di lusso. Naturalmente, si potrebbero ridurre semplicemente i costi elevati del nostro esagerato sistema sanitario e, per esempio, esigere medicamenti più economici e tariffe ospedaliere e mediche più basse. Ma questo non basta, perché il problema si situa ben più in profondità.
Nessuno ha il benché minimo interesse a risparmiare; e anche per questo, da anni, non succede assolutamente niente
Fornitori di prestazioni:
È chiaro che medici, ospedali e ditte farmaceutiche hanno il massimo interesse a fornire le maggiori prestazioni possibili, perché così facendo si assicurano ulteriori entrate, dato che a loro tutto viene automaticamente pagato; sia dalle casse malati o dai pazienti o dallo Stato. Perché, dunque, risparmiare?
Casse malati:
Le casse malati non sono la causa primaria dei costi, tuttavia, guadagnando molto denaro quali incontrastate distributrici statali dei giganteschi importi del sistema sanitario, costituiscono una fonte di costi secondaria. E naturalmente hanno anche una scarsa motivazione a risparmiare seriamente sui costi del sistema sanitario dal quale traggono il loro guadagno. Che poi una cassa malati statale unica (che la sinistra va chiedendo da anni) sarebbe meno onerosa, è estremamente discutibile. Perché, dunque, risparmiare?
Pazienti quali pagatori dei premi di cassa malati:
Qui la faccenda è spinosa. Perché secondo un recente sondaggio d’opinioni (Istituto GFS di Berna, su incarico dell’associazione farmaceutica Interpharma), gli Svizzeri sarebbero indifferenti ai premi sempre più elevati, preferirebbero invece mantenere un costoso ma completo catalogo delle prestazioni. Solo il 16% degli intervistati, secondo il sondaggio, considererebbero i premi problematici per la propria economia domestica. Questo risultato sorprende sotto due aspetti.
Primo, come può solo il 16% della gente considerare i premi troppo elevati, quando il 30% non riesce a pagarli o li paga solo parzialmente? Apparentemente, nel sondaggio si è incluso anche quel 30% di persone che non pagano i premi o ne pagano una quota molto ridotta!
Secondo, la motivazione principale delle risposte è stata: visto che paghiamo così tanto, vogliamo anche disporre della migliore medicina. Il che significa che i pazienti, quali forzati pagatori dei premi di cassa malati pretendono, a fronte dei premi sempre più elevati – quasi un “return of investment” – anche sempre migliori, e talvolta inutili, prestazioni. Pretendono così delle prestazioni mediche anche quando non sarebbero indispensabili, solo perché, a loro avviso, sono da considerare già pagate tramite i costosi premi, e quindi questo servizio medico di lusso non deve esigere da loro un pagamento supplementare. È il gatto che si morde la coda. Perché, dunque, risparmiare?
“Post scriptum (ironico): secondo un ancora più recente sondaggio d’opinione – questa volta non effettuato dall’Istituto Longchamp-GFS (diventato “famoso” per il suo catastrofico quanto errato pronostico in occasione della votazione sui minareti), ma da Tamedia – gli alti costi della salute sono al primo posto nel barometro delle preoccupazioni degli Svizzeri: il 70% della popolazione vedo nella crescita dei costi della salute un grave problema. Chi continua a credere all’affidabilità dei risultati dei sondaggi ha quello che si merita!”
Pazienti che non pagano i premi di cassa malati o che li pagano solo parzialmente: questa è una categoria speciale che io trovo particolarmente pretenziosa. Innanzitutto, si tratta di tutti quegli stranieri (richiedenti l’asilo, richiedenti ammessi provvisoriamente, asilanti e perfino reidenti illegali) che non pagano assolutamente nulla, ma che naturalmente avanzano grandi pretese per ciò che riguarda la loro salute. A questi si aggiungono tutti quelli (Svizzeri inclusi) che affermano di non potersi permettere di pagare i premi di cassa malati. Fra questi, anche persone che tuttavia si concedono senza remora alcuna delle sontuose ferie, dei mezzi di comunicazione non necessari, alcuni anche delle costose auto e quant’altro. Per tutti costoro noi, quali membri pagatori delle casse malati e quali contribuenti paghiamo ingenti importi. E noi dovremmo risparmiare affinché loro possano fare ciò che vogliono con il loro denaro e permettersi tutto ciò che loro piace? Perché mai proprio chi non paga i premi dovrebbe risparmiare?
Lo Stato quale regolatore del sistema sanitario: lo Stato – quale responsabile del sistema sanitario e considerata la crescita esponenziale dei costi delle cure di presunti meno abbienti – avrebbe verosimilmente il massimo interesse in un cambiamento del sistema. Ma non è assolutamente così: poiché lo Stato può tranquillamente ribaltare questi costi sui contribuenti e segue il principio socialista secondo cui “tutti hanno diritto a tutto, indipendentemente dal loro contributo a favore della comunità”, non succede nulla, assolutamente nulla. Anche perché molti buonisti socialisti lautamente pagati e parecchi rappresentanti degli interessi dei fornitori di prestazioni, delle casse malati, eccetera, siedono nei nostri parlamenti. Perché mai questi parlamentari dovrebbero segare il ramo sul quale stanno comodamente seduti? In qualche modo, il nostro sistema sanitario è segnato da interessi, sì, ne è perlomeno viziato. Perché, dunque, lo Stato dovrebbe risparmiare
Il nostro sistema sanitario è viziato
Per cambiare radicalmente il nostro sistema sanitario, bisognerebbe dapprima sradicare il vizioso sistema dei diversi rappresentanti di interessi che allungano la mano a difesa dei propri. Una cosa praticamente impossibile senza mandare a casa una buona metà dei politici federali. In Consiglio federale e parlamento, quasi tutti gli attori del sistema sanitario – salvo il cittadino che paga regolarmente i premi – dispongono così di una lobby a prova di bomba.
Non sorprende perciò, che per questo annoso problema i nostri politici non abbiano né trovato una soluzione, né tantomeno proposto qualcosa di utile. Semplicemente troppo grandi sono i diversi interessi in gioco.
Più responsabilità individuale
Si potrebbe ammorbidire un po’ il sistema mediante delle regole vincolanti volte a rafforzare la responsabilità individuale. Perché più un paziente deve pagare di persona, e tantomeno pretenderà delle prestazioni mediche non necessarie. Questa riflessione l’ha fatta recentemente anche la direttrice della Cassa malati CSS, signora Philomena Colatrella, in una provocatoria intervista, parlando degli effetti sui premi di cassa malati che potrebbe avere un passaggio della franchigia a 5’000 o 10’000, e quanto ciò potrebbe influire sulla richiesta di prestazioni sanitarie. Si è trattato, naturalmente, di una provocazione e la signora è stata infatti poi lapidata nel corso di una tempesta mediatica.
Tuttavia, ha ragione. Non dovrebbero essere proprio 10’000 franchi, ma una franchigia più alta allo scopo di aumentare la responsabilità individuale potrebbe essere certamente utile per ridurre lo sfruttamento eccessivo del sistema sanitario e, di conseguenza, dei costi della salute. Ma la politica la vede in maniera totalmente diversa:
- Il PPD vorrebbe frenare la crescita dei costi di cassa malati con il lancio di un’iniziativa dal titolo “Premi più bassi – per un freno ai costi della salute”. Essa esige che i costi della salute – e quindi anche i premi – non aumentino più dell’economia globale e dei salari. Questa è una tipica iniziativa-placebo che non porta a nulla, perché tocca solo l’offerta ignorando totalmente il fronte della domanda. Perché già oggi una famiglia su tre beneficia di premi scontati, inoltre è in palese contraddizione con i risultati del citato, ancorché dubbio, sondaggio, secondo cui gli Svizzeri possono convivere bene con premi elevati. Oltre a ciò, non risponde alla domanda a sapere cosa succederebbe qualora il limite massimo dei costi stabilito venisse superato.
- Il PS la vede naturalmente in altro modo. Esso pretende un abbassamento dei premi e progetta un’iniziativa che limiterebbe l’onere dei premi a un massimo del 10% del reddito disponibile della famiglia. Dunque, un intervento esclusivamente sul fronte dei costi. Inoltre, ritiene che sarebbe vantaggiosa una minore concorrenza in campo sanitario (e arriva quindi ancora una volta con la sua ormai stantia cassa malati unica, rispettivamente con la medicina di Stato). Medicina a due velocità? Perché no?Forse oggi si dovrebbe pensare anche l’impensabile, per mantenere allo stato attuale il nostro sistema medico ovviamente ambito, ma altamente qualificato e super-costoso. Ciò significa che la medicina super-costosa non sarebbe più per tutti, ma solo per coloro che se la possono permettere, ossia che sono disposti a pagarla e che hanno i mezzi per farlo. Coloro che non vogliono o che davvero non possono pagarla, dovrebbero accontentarsi di una cura sanitaria di base comunque buona, ma decisamente più modesta. Non dovrebbe essere possibile che richiedenti l’asilo, asilanti respinti, rispettivamente “ammessi provvisoriamente” o “Sans-papiers”– che qui rimangono solo a seguito del cronico ricorso a ulteriori istanze che permette loro di protrarre per anni le procedure, peraltro senza alcuna chance di successo – intraprendano il loro viaggio verso la Svizzera a causa della loro malattia – a prescindere da quale sarà l’esito della procedura d’asilo – unicamente allo scopo di usufruire gratuitamente di un super-costoso trattamento medico ospedaliero. Non è nemmeno accettabile che delle persone che si permettono qualsiasi lusso salti loro in mente, adducendo poi una mancanza di mezzi per affermare di non essere in più grado di pagare i loro premi di cassa malati – ricevano senza limite alcuno le stesse lussuose cure mediche concesse a coloro che per anni hanno pagato i premi. Studiare dei modelli stranieriForse varrebbe la pena di studiare dei modelli di sistema sanitario utilizzati all’estero. Perché non quello di Singapore (vedi sotto)?
Il conto di risparmio quale assicurazione malattia
Singapore è un piccolo Stato asiatico. Forse l’unico che, per reddito, condizioni di vita e alta qualità delle cure mediche, sia comparabile in qualche misura alla Svizzera. Lì viene rafforzata la responsabilità individuale con un sistema di finanziamento della sanità basato su dei conti di risparmio individuali finalizzati alla salute. Anche la Svizzera trarrebbe vantaggio da un tale sistema.
Il „National Health Plan“ di Singapore ha portato a un cambiamento di paradigma. Con l’introduzione di un sistema di finanziamento basato sul capitale, diminuisce il finanziamento dei costi della salute tramite le imposte e la responsabilità individuale degli assicurati viene rafforzata. Il recentemente adottato „Medisave-Programm“ obbliga i lavoratori a crearsi uno stock di capitale mirato a coprire poi i costi della salute.
- I costi della salute si spostano dal livello statale a quello individuale
- Medisave non copre tutti i costi delle malattie. I pazienti devono – come in Svizzera – partecipare alle spese con mezzi propri.
- Medisave non è un’assicurazione, bensì un accumulo di capitale su un conto individuale di risparmio finalizzato alla salute. Un aumento di capitale ha luogo quasi automaticamente perché, in media, i costi della salute si producono soprattutto con l’avanzare dell’età.
Il Medisave-Programm assomiglia a grandi linee al sistema svizzero di previdenza-vecchiaia. Gli importi sul conto di risparmio Medisave vengono versati dai lavoratori e dai datori di lavoro – aumentano con l’età e il reddito. Solo quando il suo conto Medisave personale è esaurito, il soggetto può ottenere, in casi giustificati, un sostegno statale.
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