Quando la democrazia è un optional
Di ritorno dal mercato dove la democrazia si compra un tanto al chilo, un gruppo di giullari – alcuni di professione, altri a tempo perso – ha dunque deciso di lanciare un’iniziativa per abrogare gli articoli 121 e 121a della Costituzione federale, introdotti il 9 febbraio in seguito a un viziaccio che gli Svizzeri si ostinano a voler praticare, decennio dopo decennio: la volontà popolare.
La contestazione dell’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa da parte di un manipolo di fanatici seguaci dei dogmi politicamente corretti, ha ormai assunto toni e contorni di fronte ai quali non solo non ci stupiamo, ma di cui quasi ci rallegriamo.
Primo, perché gli Svizzeri avranno modo di pronunciarsi una seconda volta sul tema di un’immigrazione scriteriata che sta cambiando il volto del paese.
Secondo, perché chi si fa gioco di princìpi che davamo da tempo per assodati, quali sono quelli democratici, permetterà di sgomberare il campo da ogni dubbio e smaschererà chi, tra un delirio e una piroetta, rispetta la volontà dei cittadini svizzeri solo quando s’incanala nel rivolo maleodorante di chi serve tutto, fuorché gli interessi nazionali.
In attesa della messe di voti che il gruppo di cui sopra si appresta a raccogliere tra un sussidio pubblico e l’altro, in nome di cultura e mentalità che non cozzino contro sani princìpi giacobini, l’UDC Ticino chiede, anzi esige, che l’iniziativa “Prima i nostri” venga messa in votazione immediatamente.
Giusto per far capire, con un minimo di anticipo, da che parte tira il vento in questo cantone.
UDC Ticino
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