Magdalena Martullo-Blocher a Giubiasco
Ha avuto un grande successo la festa organizzata sabato 15 settembre a Giubiasco in onore della consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher, un evento che ha costituito anche una sorta di gemellaggio fra UDC Ticino e UDC Grigioni, cantone per il quale la signora siede in Consiglio nazionale. Gli oltre 200 partecipanti – membri e simpatizzanti di UDC, Lega e UDF – hanno potuto apprezzare la simpatia e l’affabilità di una persona straordinaria, che riesce a dedicare le sue indubbie capacità alla politica, attendendo nel contempo ai suoi impegni di imprenditrice di successo (l’industria che dirige è il maggiore datore di lavoro del canton Grigioni) e di madre di famiglia (tre figli). Per la festa, l’UDC era ospite del bar Sagittario, gestito dalla signora Luisa Mosconi, zia acquisita della consigliera nazionale. Dopo il saluto ufficiale del presidente di UDC Ticino, Piero Marchesi, l’illustre ospite ha tenuto un breve discorso (il primo, a sua detta, in italiano). C’è poi stata l’altrettanto breve allocuzione del consigliere nazionale Marco Chiesa (ambedue i discorsi sono riportati integralmente qui sotto) mentre il noto artista di Villa Luganese, Casimiro Piazza, ha presentato a Magdalena Martullo-Blocher un omaggio consistente in un mosaico realizzato dagli allievi disabili della sua scuola di scultura. Liquidata la parte ufficiale, un ricco buffet seguito da un’ottima “lasagnata”, ha intrattenuto fino a tarda sera gli ospiti, con i quali l’ormai “amica Magdalena” si è piacevolmente mescolata con simpatiche parole per tutti.
Un evento perfettamente riuscito che speriamo – ormai rotto il ghiaccio – si ripeterà anche in futuro.
Discorso di Magdalena Martullo-Blocher
Mio caro collega Marco Chiesa, caro presidente Piero Marchesi, cara zia Luisa, cari amici ticinesi, cari amici grigionesi, famigliari, amici dell’UDC e ospiti, sono molto felice di essere qui con voi a Giubiasco .
Come di consueto in Ticino il sole splende, proprio come splende sui nostri manifesti dell’UDC.
Oggi siamo qui insieme grazie a una persona. Una persona che ha lavorato duramente per tutta la vita, si è impegnata e che mi ha fortemente sostenuto nella campagna elettorale del 2015. Questa persona, che fa parte della mia famiglia grazie al matrimonio con Roberto, è zia Luisa.
Mia zia è venuta in Mesolcina durante un mio aperitivo elettorale ed è stata felicissima quando, a sorpresa, sono stata eletta. Lei ha voluto questa festa. E le sono grata. Oggi le facciamo visita nel suo bar e ne sono davvero felice. Per tre anni le ho promesso questo evento – finalmente è arrivato il momento!
Questa è una festa di famiglia allargata. Sia che siamo sul lato nord o sud del San Bernardino, noi rappresentiamo infatti i valori dell’indipendenza e della libertà.
Ticinesi e Grigionesi sono molto simili: abbiamo culture simili e vivendo entrambi a ridosso dei confini siamo purtroppo spesso lasciati a noi stessi. Anche come minoranza italiana, i Grigionesi e i Ticinesi non hanno vita facile. A Berna, questa lingua è spesso dimenticata. Con Marina Carobbio, abbiamo una vicepresidente al Consiglio nazionale ticinese, quindi spero di imparare presto l’italiano.
Conosco molto bene Marco Chiesa! Marco siede in Consiglio nazionale proprio davanti a me e vedo esattamente come vota … (risatina) Siamo insieme anche nella direzione del partito UDC Svizzera e passiamo il nostro tempo libero con le nostre famiglie a Lenzerheide. Mi piace anche il fatto che lui lavori nei Grigioni. Ma credetemi: il suo cuore appartiene al cento per cento al Ticino!
Sono lieta che il consigliere di Stato Norman Gobbi sia anche lui qui oggi. Quando ero nuova a Berna, noi dell’UDC lo abbiamo nominato come nostro candidato al Consiglio federale. Norman lavora oggi a stretto contatto sia con Guy Parmelin che con il consigliere federale Ueli Maurer, specialmente sul tema della sicurezza e del pattugliamento delle nostre frontiere.
A proposito, lo sapevate che i Grigioni e il Ticino sono i cantoni più lontani da Berna? E anche da Bruxelles!
Soprattutto per la sua vicinanza all’Italia, il Ticino è il cantone che subisce più di altri l’effetto della libera circolazione delle persone rispetto al resto della Svizzera. In molte regioni del nostro Paese, l’iniziativa “Prima i Nostri” non viene capita perché non conoscono questi problemi. Anche noi all’UDC lavoriamo su soluzioni federaliste a Berna: i cantoni dovrebbero essere in grado di gestire autonomamente l’immigrazione.
Piero Marchesi, presidente dell’UDC Ticino, conosce sicuramente meglio la situazione del vostro Cantone rispetto alla consigliera federale Sommaruga!
Questa è la Svizzera: siamo tutti diversi, ma insieme siamo forti. L’autodeterminazione, sulla quale voteremo il 25 novembre 2018, è quindi il voto più importante dopo il NO allo Spazio economico europeo. Questo è un voto fondamentale sia per la Svizzera che per il Ticino. Si tratta di decidere chi ha l’ultima parola in Svizzera. Il diritto di voto dei cittadini deve continuare a prevalere sul diritto internazionale. Invece, oggi, i tribunali, il governo e il parlamento di Berna danno priorità ai regolamenti internazionali. Pertanto, non possiamo più espellere i criminali stranieri, dobbiamo versare la disoccupazione ai lavoratori frontalieri e i nostri soldati devono registrare le loro armi. Con un accordo quadro saremmo poi chiamati in futuro a recepire la legislazione europea, anche se non lo vogliamo. Così non va! La democrazia diretta deve essere mantenuta!
Vedete, in poche parole vi ho dimostrato che c’è un vero bisogno di più UDC! Noi parliamo di problemi scomodi come l’immigrazione e siamo gli unici a lavorare per i diritti del popolo e della Svizzera, come ora con l’autodeterminazione e contro l’accordo quadro con l’UE. Grazie all’UDC, la Svizzera non è nell’Unione europea. Grazie all’UDC siamo riusciti a frenare la burocrazia e l’esplosione della spesa federale. Vale la pena di lottare per questo!
Viva la Svizzera! Viva La Grischa! Viva il Ticino!
Ora non vedo l’ora di godermi la serata insieme a voi. Grazie per essere qui! Grazie, zia!
Discorso di Marco Chiesa
Cara Magdalena, cari Colleghi, caro Presidente, care amiche e cari amici
Vi confesso che ci sono cose che mi danno terribilmente fastidio! Pensate alla frase “non si può fare” che in verità nasconde il fatto che “non si vuole fare”. Oppure al “siamo obbligati dal diritto superiore” che ha sempre fornito l’alibi a chi non digeriva i successi dell’UDC. C’è chi vuole mettere il popolo svizzero sotto tutela e trattarlo come un bambino piccolo a cui tirare le orecchie in caso di disubbidienza.
Di chi si tratta?
Partirei dai nostri amici dell’Unione europea che si rivolgono a noi con arroganza e sprezzo per il nostro paese, per passare poi ai compagni della sinistra, sempre pronti a lasciare sul campo un pezzo di Svizzera, per finire coi grandi manager stranieri dell’economia globalizzata particolarmente disturbati dalla nostra democrazia diretta.
E la cosa peggiore in questa storia è che in Consiglio federale non abbiamo più un Christoph Blocher, e non abbiamo ancora una Magdalena Martullo Blocher, che ci difendono.
Sogno un consigliere federale che si presenti con la schiena diritta davanti a Juncker, a cui tra l’altro il Ticino non piace molto perché sostiene le iniziative UDC. Sogno un consigliere federale che possa dire una volta per tutte, con voce chiara e ferma, che in Svizzera decide il popolo svizzero e non la Commissione europea.
Se vogliamo dunque espellere i criminali stranieri d’importazione, i criminali stranieri devono lasciare il territorio svizzero. Punto. Non come ora che questi galantuomini d’importazione hanno ancora il diritto di rimanere in Svizzera perché la libera circolazione è un diritto superiore rispetto alla nostra Costituzione.
Ma non scherziamo, quale diritto superiore: la nostra Costituzione è il diritto superiore.
Gli Svizzeri il 9 febbraio 2014 e i Ticinesi con “Prima i nostri” nel 2016 hanno deciso che i lavoratori di questo paese dovessero avere la priorità nell’assunzione. Amen, così sia. Anche perché se gli stessi europei potessero esprimersi democraticamente su questo principio, vi garantisco che tutti i padri di famiglia voterebbero in favore dei propri figli. Peccato che questa gente sia imbavagliata e il suo parere non venga mai richiesto.
Noi tutti condividiamo la volontà di restare liberi e di avere l’ultima parola nel nostro Paese. Altrimenti non saremmo qui.
Se vogliamo mantenere questi privilegi democratici, se vogliamo restare svizzeri, tutti noi abbiamo un compito chiaro e preciso: dobbiamo portare più UDC in Ticino e a Berna. Non è un compito facile perché i filoeuropeisti e i promotori dello smantellamento dei nostri valori e dei nostri principi sono instancabili e ben organizzati. Lo vedrete anche durante la prossima campagna per l’autodeterminazione.
Ma noi non molliamo perché parliamo da cuore a cuore! Un cuore che batte per la Svizzera.
Vi ringrazio per la vostra presenza, noi contiamo su di voi e voi sapete che potete sempre contare su di noi. Buona serata
« “PEARL HARBOR 1941″ Dossier LAMal – Il problema dei premi dell‘Assicurazione-malattia »