Francia: califfato o anarchia?
Articolo apparso sul portale www.operationteafortwo.com
In questi ultimi 25 anni, il mondo ha assistito a profonde trasformazioni che dimostrano come nulla possa essere considerato come acquisito. L’URSS è sparita. Il fascismo e l’isteria securitaria avanzano a grandi passi negli USA. La Iugoslavia è esplosa in diversi piccoli Stati. La Germania s’è riunita… eccetera, eccetera. I cicli della storia s’accelerano facendo scomparire delle nazioni e creandone delle altre. Quale paese esisterà ancora fra 25 anni, e in quale forma?
La Francia quale paese sovrano ha cessato d’esistere nel 2007 quando il suo Parlamento ha ratificato il Trattato di Lisbona. Da quel momento, le istanze nazionali elette hanno perso qualsiasi potere. Le decisioni importanti sono state irrevocabilmente confiscate da funzionari stranieri situati a Bruxelles.
Possedendo l’arma atomica, la Francia pensava di aver risolto per sempre la questione della propria esistenza. L’arma atomica fu creata in un’epoca di tensioni fra superpotenze ed era una risposta su misura a delle considerazioni geo strategiche che non esistono più. La “force de frappe” dei Rubis o dei Triomphant (sommergibili, NdT) è totalmente inutile se il paese è venduto dalla sua propria élite politica e abbandonato dalla sua popolazione.
Capolinea
Per i Francesi, il treno della storia è giunto al capolinea. È finita. Bisogna raccogliere i bagagli e prepararsi a scendere. Quando la Senna Saint-Denis ha cominciato a marcire, i Francesi d’origine hanno lasciato la Senna Saint-Denis trasformata da allora in un luogo malfamato. Nello stesso modo lasciano Lilla, Marsiglia, Roubaix, i quartieri nord di Parigi… Non appena sentono di non più essere a rischio di sassaiole o di coltellate, si sistemano e riprendono la loro modesta vita di contribuente consumatore senza porsi domande.
Con più di 750 zone “sensibili” nelle quali la faccia di un bianco non è benvenuta, si sono ancora molti Francesi che non sanno per chi votare. Questa popolazione ha perso l’istinto di conservazione ed è quindi chiamata a cedere il passo. Ciò che fa ben volentieri. Progressivamente, verrà per lei il giorno in cui cambiare città non risolverà il problema. E allora bisognerà crollare o lasciare il paese.
Califfato
Con un po’ di fortuna, la Francia si trasformerà in califfato islamico. Questa opzione, che fa paura a molti, non è purtroppo ancora certa a questo stadio. Con il califfato ci sarà almeno una parvenza di ordine. Poiché i Francesi mangiano già halal, sarà facile per loro convertirsi all’Islam di Francia e camminare a testa bassa per non provocare. L’insieme sarà gestito dal Qatar. Perché no? Siete razzisti? Basterà far passare i Mullah Qatari in Prefettura per ricevere un passaporto e saranno più francesi di voi.
Il califfato francese è la giusta opzione, ma c’è anche quella sbagliata. L’anarchia. In Africa del Sud ci sono degli edifici che erano lussuosi quanto il Ritz di Parigi. Durante i momenti di gloria vedevano passare presidenti, star dello show business e teste coronate. Oggi sono occupati da squatter che hanno sostituito i vetri con dei cartoni e fanno i loro bisogni in sacchetti che poi gettano dalle finestre. Forse faranno la stessa fine gli immobili hausmanniani o Versailles o il museo del Louvre.
Genocidio al rallentatore
Nell’oceano, quando un animale è ferito, i rapaci accorrono da ogni parte. Ognuno vuole il suo pezzetto. La Francia è oggi questo animale morente. Fin dal profondo dell’Africa, l’ultimo dei Somali accorre per prendere il suo pezzetto.
Con le loro imposte, i Francesi finanziano gli alloggi, il cibo e le cure di coloro che li stanno per rimpiazzare. Quando non ci saranno più abbastanza lavoratori per pagare i parassiti, ci saranno caos e violenza. Per la sua immigrazione, la Francia ha in particolare scelto delle popolazioni incapaci di guadagnare o di produrre non fosse che il loro pane quotidiano. I pochi Africani integrati socialmente, professionalmente e che pagano l’affitto sono un errore di script. In qualche modo degli errori del sistema.
A poco a poco, il Francese di origine si fa rimpiazzare e ne è contento. Guarda beatamente la sua nazione finire nella fogna ma è contento di non avere mai votato per il Fronte nazionale. Per lui è meglio scomparire che votare per il solo partito che vuole rialzargli i pantaloni.
Una questione di merito?
I Francesi aspirano a una cosa sola: scomparire. Hanno troppa vergogna di esistere. Si sentono talmente colpevoli che attraversano il mondo scusandosi. I loro antenati hanno, per diverse ragioni, ucciso della gente. Se risalgo abbastanza nel passato, anche i miei hanno ammazzato qualcuno. Ciò m’impedisce di dormire la notte? Ciò mi dà la voglia di far invadere il mio paese da dei morti di fame? Verosimilmente no.
Nessun popolo merita il genocidio, compresi i popoli che lo vogliono con tutte le loro forze. Quelli siamo obbligati a proteggerli da loro stessi. Un po’ come quegli aspiranti suicidi che si mettono sul bordo di una finestra mentre che i pompieri prendono dei rischi per impedire loro di cadere.