Una commissione dell’ONU esamina gli abusi sessuali su minorenni nella chiesa
Nel 1977, il mio compagno, il rocciatore belga Claudio Barbier muore cadendo da una parete. È da solo, non si saprà mai se è stato assassinio, incidente o suicidio. Ho scritto la sua biografia in “La via del Drago”. Mentre, nel 2012, stavo riscrivendo questa storia in francese (Le Grimpeur Maudit) sentii alla radio che qualcuno denunciava abusi sessuali subiti nel prestigioso collegio benedettino (dove furono anche educati i principi e l’attuale re del Belgio) nel quale anche Claudio era stato allievo dal 1948 al 1952.
Mi cadde il cielo addosso… Con questa chiave di lettura tutti i tasselli delle sue stravaganze e follie s’embricarono per formare la mia “convinzione intima”… Il piccolo Claudio era entrato in quel collegio da bambino normale e ottimo allievo. Nel 1952 fu espulso e da quel giorno non fece più nient’altro, pur avendo intelligenza e cultura brillanti, che arrampicare, il più delle volte in solitaria, sulle pareti delle Dolomiti, dove divenne ed è tuttora una leggenda. Inserii nel mio libro l’ipotesi di “fatti successi in quella scuola”. Lo mandai a numerose persone coinvolte nelle inchieste attorno alle migliaia di denunce, accludendo una lettera e chiedendo se abusi sessuali tra il 48 e il 52 erano stati denunciati, per quella scuola. Una sera una persona mi telefonò e mi disse: “Desidero rimanere anonimo perché tenuto al segreto professionale, però volevo dirle che la risposta alla sua domanda è “si”…”
Sono stata vicina ai genitori di Claudio fino alla loro morte e ho capito la loro sofferenza: pensavano che loro figlio fosse pazzo… Per fortuna non hanno saputo degli abusi sessuali. Da profondi cattolici, sarebbero stati sconvolti soprattutto perché forse la loro fiducia in questa scuola aveva causato la tragedia della loro famiglia e la morte a 39 anni del loro figlio unico…
Da allora, numerose persone mi hanno contattata e tutte dicono le stesse cose: la loro vita è stata distrutta, non riescono nemmeno a “parlare”, molti finiscono col suicidio anche venti, trent’anni dopo i fatti…
Claudio citava Cesare Pavese. Mi ha colpito che anche Pavese sia stato allievo dei gesuiti, si sia suicidato a 42 anni e abbia scritto nel Mestiere di vivere : “Nossignore. Non bisogna inculare i ragazzini.”
Oggi, quante persone soffrono, prigioniere del silenzio che non riescono a rompere?
Anna Lauwaert – Loco
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