Un fulgido esempio di coerenza?

Mar 5 • L'opinione, Prima Pagina • 354 Views • Commenti disabilitati su Un fulgido esempio di coerenza?

Sinceramente non ci pare, se per coerenza s’intende quella delle signore di sinistra, che amano autoproclamarsi tenaci paladine dei diritti delle donne. Nel loro agire, facciamo fatica a individuare quella conformità tra le proprie convinzioni e il comportarsi di conseguenza. Notiamo invece una palese, incomprensibile contraddizione!

Ancora una volta, la sinistra si sta dimostrando il “Bastian contrario” per antonomasia. Ciò ci induce a pensare che un conto è “difendere” i diritti delle donne mentre si prende il tè pomeridiano, discutendo amabilmente tra comari pseudo progressiste, un altro è rendersi conto che questi “diritti” in certi paesi alle donne sono negati. Diciamo pure che un cammello ha sicuramente più diritti di quelle donne costrette (sic!) a imbacuccarsi come se fosse perennemente Carnevale.

Citiamo: “Il testo del Corano non parla esplicitamente dell’obbligo d’indossare il velo, tuttavia per molti esegeti è chiaro che lo prescriva, mentre per una minoranza di riformisti non è possibile giungere a una conclusione simile. I versetti attorno ai quali gira il dibattito sono il 31 della Sura XXIV, il 59 e soprattutto il 53 della Sura XXXIII che riporta: “quando domandate un oggetto alle vostre spose, domandatelo restando dietro a una tenda: questo servirà meglio alla purità dei vostri e dei loro cuori”. (Sofia Abourachid, dottoressa in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e diritti umani con Laurea acquisita presso l’Università degli Studi di Padova)

Alle nostre suffragette rosse – sempre in tema di coerenza – ci sembra opportuno rammentare alcune considerazioni espresse dalla signora Saïda Keller-Messahli, la quale si batte, al contrario delle kompagne rosso-verdi, per un islam progressista, che possa permettere alla donna di non  essere relegata ai margini della società. L’iniziativa anti-burqa, vuole evitare che questa abominazione vada ad infettare i valori della società occidentale, piaccia o no alla casereccia e sempre meno credibile sinistra, diventata “società di import” di valori che non ci appartengono e che stanno vieppiù minando la stabilità di questo paese e non solo.

Le signore, che si definiscono progressiste, hanno la memoria assai corta; rivendicano “quote rosa” a tutto spiano, pur sapendo che questo diritto, nei paesi musulmani è e rimane un miraggio, indipendentemente dal QI che le donne possono vantare, poiché comunque considerate esseri inferiori a prescindere!

La coerenza non abita di certo tra le “quote rosa” rivendicate a destra e a manca: lo si riscontra, per fare un esempio, anche nel PLR, alla faccia della laicità – della quale spesso si parla, ma solo per dare aria ai denti. Se invece si vuole permettere di potersi profilare con burqa, niqab, chador e altri indumenti per marcare – come fanno i gatti – il territorio, lo si dica apertamente!

Mancano solo due giorni al 7 marzo; riflettete gente! Un ulteriore cedimento nei confronti dell’islam politico, fra non pochi anni potrebbe costarci caro. Personalmente, non abbiamo alcuna intenzione di doverci inchinare in direzione della Mecca e faremo di tutto affinché la strisciante avanzata di questa “religione di pace” sia fermata, convinti come siamo, che le religioni non sono mai  state foriere di pace; checché ne dicano le nostre pasionarie d’operetta e il nostro costantemente prono CF.

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