Un boomerang da Fr.70.—
Una riforma del nostro sistema pensionistico è sicuramente indispensabile e necessaria. Su questo punto nessuno ha dubbi. Tuttavia quella, sulla quale saremo chiamati a ad esprimerci, definita “riforma 2020”, contiene un elemento che a corto-medio termine ci si ritorcerà contro come un boomerang. Trattasi del prospettato e tanto decantato aumento della rendita AVS di Fr. 70.–. A prima vista esso sembrerebbe un bel traguardo ma, se analizziamo più dettagliatamente i termini della riforma, ci accorgeremo che nella sostanza siamo ben lungi da poterlo definire una “conquista”.
Innanzitutto, le persone che oggi percepiscono già una rendita AVS non avranno diritto a questo aumento. Solo chi andrà in pensione a partire dal 2018 beneficerà dei Fr. 70.–. Questo creerà una prima disparità di trattamento fra pensionati, poiché mal si comprende quale possa essere la differenza dell’ammontare delle spese mensili che deve sopportare il pensionato a beneficio della rendita AVS il mese di dicembre 2017 e quello che la percepirà il mese di gennaio 2018.
In teoria, l’aumento dell’AVS di Fr. 70.— dovrebbe servire a compensare la diminuzione dell’“aliquota di conversione” del 2° pilastro prevista dalla “riforma 2020” che, concretamente, si traduce in una riduzione dell’ammontare delle rendite della cassa pensione.
In realtà la diminuzione di questa rendita colpirà unicamente i giovani che oggi hanno meno di 45 anni, mentre che le persone che oggi rientrano nella fascia di età dai 45 ai 65 anni non saranno toccate. Queste persone saranno quelle che se la caveranno meglio dalla prospettata “riforma 2020”, poiché beneficeranno sia dell’aumento dell’AVS di Fr. 70.– che del mantenimento della loro rendita della cassa pensione.
Così come impostata, la riforma non farà altro che creare un’ulteriore disparità di trattamento fra le varie fasce di età.
I fondi per poter far fronte al prospettato aumento di Fr. 70.— saranno garantiti grazie all’aumento dell’IVA dello 0.6% previsto nel Decreto federale, anch’esso posto in votazione e conditio sine qua non per l’attuazione della” riforma 2020”. L’aumento dell’IVA andrà a colpire tutti i consumatori e fra essi anche i pensionati. Concretamente, questo significa che il pensionato che non ha diritto all’aumento dell’AVS, si vedrà confrontato con nuovi oneri, e che per chi beneficerà dell’aumento di Fr. 70.– , in termini reali tale importo non risulterà affatto effettivo, oltre che fiscalmente imponibile.
Studi hanno dimostrato che, malgrado questo aumento dell’IVA, dal 2021 al 2025, il deficit dell’AVS passerà dagli attuali 1.4 miliardi ai 3.5 miliardi e nel 2030 arriverà a ben 7 miliardi. Questo ingente debito sarà a carico dalle nuove generazioni.
Da qui, il boomerang da Fr. 70.–.
Così come posta in votazione, a corto-medio termine questa riforma presenta delle gravi lacune e compromette seriamente il principio della solidarietà intergenerazionale sul quale è basato il nostro sistema previdenziale. Sarà dunque importante votare NO sia alla “riforma 2020” che al Decreto federale sull’aumento dell’IVA.
« Die doppelte Staatsbürgerschaft: eine unnötige Ambiguität Assicuriamo l’AVS: perciò, NO alla proposta di smantellamento »