Tutto il potere ai giudici?
Il potere giudiziario nel fuoco incrociato
La nostra giustizia è e rimane talvolta discutibile. Di esempi di sentenze discutibili da parte dei nostri tribunali ce ne sono stati e ce ne sono tuttora troppi, decisamente troppi. L’ultima, che fa attualmente discutere, è l’opinabile sentenza di un giudice unico del Tribunale distrettuale di Renens/VD. Questo ha assolto gli attivisti climatici che avevano occupato illegalmente la filiale di una banca, per protestare contro affari presunti nocivi per l’ambiente condotti dalla banca. Questa azione sarebbe stata – secondo il giudice – “utile e adeguata” per protestare contro il cambiamento climatico. L’atto – un comprovato reato penale – non sarebbe punibile, perché la protesta contro il cambiamento climatico giustificherebbe anche l’impiego di mezzi illegali. Naturalmente, questa decisione altamente problematica di un giudice unico di un Tribunale distrettuale sarà portata davanti al competente Tribunale cantonale vodese. Si tratterà di decidere fin dove si potrà in futuro spingere per giudicare come una specie di violazione “legale” della legge dei reati motivati da “alti scopi morali”. Nel frattempo, il caso legale ha comunque suscitato un notevole scalpore a livello internazionale.
Isteria climatica? Un termine proibito!
Vedremo dunque come deciderà su questo caso il Tribunale cantonale vodese chiamato in causa dal Ministero pubblico. Non sono molto fiducioso che anche questo tribunale e, in seguito, addirittura il Tribunale federale, non seguano per pura “political correctness” l’attuale corrente dominante, assolvendo a loro volta gli attivisti climatici che hanno agito in evidente infrazione della legge. Perché la pressione mediatica internazionale è grande. Già la definizione «isteria climatica», utilizzato nei confronti di questo tipo di attivismo, nella regione di lingua tedesca è stata «condannata a morte”, ossia ufficialmente nominata “Non-parola dell’anno”.
Un unico giudice decide
Ma, in effetti, si tratta di ben altro. Ciò che è preoccupante è che un solo (unico) giudice possa così semplicemente sentenziare a suo piacimento su questioni d’importanza (inter)nazionale; e ciò a seconda della sua visione del tutto personale delle cose e della sua personale sensibilità, il che significa talvolta una ricerca di autoaffermazione o una forte ricettività a pressioni “politicamente corrette” dall’esterno. UNO DA SOLO decide su tutto…! È problematico.
Nel caso della sentenza del giudice unico del Tribunale distrettuale di Renens/VD, questo giudizio può (si spera) ancora essere corretto dal Tribunale cantonale. Ma come la mettiamo con le sentenze facenti giurisprudenza del nostro Tribunale federale (in particolare quelle della seconda Corte di diritto pubblico) in merito a questioni di estrema importanza concernenti i nostri rapporti con l’UE e con la sua Corte di giustizia, o la Corte europea dei diritti dell’uomo? Anche presso il Tribunale federale le decisioni vengono talvolta prese con 3 voti contro 2, perlopiù contro gli interessi della Svizzera, tanto per non entrare in conflitto con la CGUE o con la CEDU. Ciò significa che un solo e unico giudice decide, agendo caso per caso, tutta la nostra politica in via definitiva. Perché la sua decisione potrebbe essere impugnata – del tutto invano – solamente di fronte a quei tribunali internazionali le cui direttive sono però già state ottemperate servilmente dai nostri giudici.
Potere giudiziario onnipotente?
Il nostro organo giudicante, ossia il potere giudiziario dei tribunali, gode di alta considerazione e, naturalmente, la sua indipendenza nel nostro sistema di separazione dei poteri è sacrosanta. Lo considero scontato. Ma, rispetto agli altri due poteri dello Stato (Legislativo ed Esecutivo), non può, mediante delle lunatiche decisioni di un unico giudice, diventare onnipotente come lo è oggi, e non può disattendere la volontà del sovrano (ossia il popolo) semplicemente a causa della sensibilità di un unico giudice o per influssi esterni politicamente corretti.
Non può assolutamente essere che un qualsiasi giudice unico di qualche nostro tribunale, a seconda dell’umore del momento, abbia più voce in capitolo dell’insieme di popolo, parlamento e Consiglio federale svizzeri.
Ogni potere dello Stato ha le sue responsabilità!
Personalmente trovo che oggi, in Svizzera, si sia dato al terzo potere dello Stato, quello giudiziario, un eccessivo margine di manovra, al punto che non riesce più a gestirlo. Non è colpa sua. È colpa, ossia una mancanza, del primo e del secondo potere dello Stato (Legislativo ed Esecutivo) i quali non svolgono a sufficienza i loro doveri, preferendo scaricare semplicemente sul potere giudiziario i prevedibili problemi causati dalle loro decisioni. Si decide in parlamento e in Consiglio federale qualcosa di indefinito, dicendo che poi sarà compito dei tribunali decidere caso per caso ciò che dovrà poi valere per tutti.
Ancora peggio è poi il fatto che anche la volontà del sovrano espressa in votazione popolare, a seguito della scandalosa non-applicazione da parte del Consiglio federale e del parlamento, viene palesemente ignorata dai tribunali.
Un’altra sentenza assurda
Nel frattempo, un altro dei nostri tribunali ha emesso una a dir poco curiosa sentenza facente giurisprudenza a sfavore del nostro paese. Il Tribunale amministrativo federale ha recentemente accolto il ricorso di una famiglia nigeriana, decidendo che la Svizzera non può più rinviare in Italia né delle famiglie di richiedenti l’asilo né degli asilanti ammalati perché, secondo l’avviso di alcune ONG umanitarie, non vi verrebbero adeguatamente alloggiati e curati. Si tratta di quelle persone che sono già state registrate in Italia quali richiedenti l’asilo e che perciò, in osservanza dell’accordo di Dublino, vi dovrebbero essere rinviate in quanto paese di prima accoglienza.
Di questa incomprensibile sentenza si rallegra sotto sotto tutta l’Europa, perché gli altri Stati aderenti a Dublino continuano ad espellere famiglie e persone presunte malate verso l’Italia e perché il buonismo dei tribunali svizzeri incentiva come non mai i richiedenti l’asilo in Italia a scegliere il nostro paese e non altri quale destinazione finale. Finora, nessun altro tribunale europeo ha pronunciato una sentenza analoga. In tutta Europa si dice: non ridere mai della stupidità altrui, perché potrebbe essere la tua opportunità.
Tuttavia, questa ingiusta e irrealistica sentenza ha anche un effetto positivo (sicuramente non voluto dal tribunale): perché, tramite la sua non applicazione, porta totalmente all’assurdo il sistema di Schengen/Dublino dell’UE, peraltro inefficace fin dalla prima ora. Ciò dovrebbe motivare la vasta fascia di avversari svizzeri a far sì che questo insensato accordo con l’UE – stipulato solo grazie a bugie e inganni da parte dell’amministrazione federale su quanto sarebbe costato alla Svizzera – sia finalmente disdetto.
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