Speciale elezioni cantonali
La parola a…
In questa rubrica, oltre a pubblicare articoli e informazioni riguardanti le elezioni di aprile, daremo spazio ai vari candidati per esprimere brevemente i motivi che li hanno spinti a candidarsi, nonché i loro auspici e aspettative. Dato che siamo ancora relativamente lontani dalla fatidica data del 7 aprile, pensiamo di non fare torto agli altri candidati facendo fare da apripista al nostro direttore. Questo articolo può servire quale esempio ai candidati che vorranno affidarci i loro scritti, per ciò che ne riguarda i contenuti e la lunghezza.
Perché mi candido, dopo quattro anni nei quali ho potuto constatare che, tutto sommato, anche senza una carica istituzionale si può essere lo stesso attivi in politica, e con meno stress?
Il virus della politica
Innanzitutto, il virus della politica a livello istituzionale che, una volta che ti ha contagiato, raramente guarisce del tutto, ci sono quasi sempre delle ricadute più o meno gravi. Io ho cominciato tardi a fare politica attiva, dopo i quarant’anni in Consiglio comunale dell’allora comune di Pregassona. Entrato nel partito nel 1998 – con l’assunzione della presidenza da parte di Alessandro von Wyttenbach – ne divenni segretario cantonale nel 2000 e lo sono ancora, assumendo funzioni anche a livello nazionale (Direttiva e comitato del partito), del cui comitato faccio tuttora parte. Il mio contagio da parte del virus politico è quindi senza ombra di dubbio grave.
Gli anziani devono essere rappresentati da anziani
Non sono certamente contrario a un ricambio generazionale – sarebbe assurdo, visto che tutti siamo destinati a morire – ma sono contrario al “largo ai giovani” tout court. In primis, perché non è l’età a determinare le capacità politiche di un individuo, bensì semmai il grado di rimbambimento che l’accompagna. A me non sembra di essere rimbambito (ma sono pronto a discuterne con ni più scettici). Se poi penso alle cavolate che ho commesso nella mia vita – e sono tante – constato che le più gravi le ho commesse proprio da giovane. Per cui, ribadisco, l’età giovanile non è necessariamente un atout. Ma, soprattutto, ritengo che in un Parlamento nel quale sono rappresentate donne, uomini, lobbies professionali e GIOVANI, anche gli ANZIANI abbiano il diritto e il dovere di essere adeguatamente rappresentati. E non vedo perché, quale anziano in pieno possesso delle mie facoltà mentali (lo so, lo so che qualcuno scuote la testa… ma è così, almeno credo), non vedo perché dovrei affidare la tutela dei miei interessi a dei giovani che i miei problemi li vedono solo con occhio superficiale, non li vivono sulla propria pelle.
Un Gran Consiglio equamente rappresentativo
Quindi, ricambio generazionale sì, ma progressivo e senza scosse, in modo che le attuali giovani generazioni diano sì il cambio a quelle più attempate, ma sempre mantenendo in carica una parte di quest’ultime. In altre parole, trattiamo gli anziani come una qualsiasi delle tante categorie o gruppi sociali che costellano la nostra comunità. Diamo l’accesso al Parlamento a partiti che rappresentano l’1,5 o il 2% della popolazione, e si vorrebbe negarlo a una categoria che ne costituisce oltre il 20%? Certamente no, spero!
Ecco perché mi candido. E se mi ritenete ancora abbastanza lucido di mente da poter dare il mio contributo a una gestione coerente e consapevole di questo cantone… votatemi! Da parte mia, non faccio mai promesse che potrebbero risultare impossibili da mantenere, ma il mio totale impegno in caso di elezione, quello sì, ve lo posso assicurare senza timore di essere smentito.
« Unwürdiges Schauspiel bestätigt Vorbehalte der SVP Anche 15’000 domande d’asilo di migranti economici sono troppe! »