Riflessioni sulle votazioni cantonali del 30 ottobre 2022

Ott 23 • Dal Cantone, L'opinione, Prima Pagina • 381 Views • Commenti disabilitati su Riflessioni sulle votazioni cantonali del 30 ottobre 2022

Roberta Soldati
Deputata UDC in Gran Consiglio

Un segno dovuto

Il prossimo 30 ottobre saremo chiamati ad esprimerci se vogliamo introdurre nella nostra Costituzione cantonale un nuovo articolo teso al riconoscimento della lingua italiana dei segni e alla codifica del diritto delle persone con disabilità uditiva, o cieche o con disturbi del linguaggio e disabilità in genere, di potersi rapportare con le amministrazioni pubbliche e istituzioni di diritto pubblico con la lingua dei segni o quella più adatta ai loro bisogni e capacità.

Quando la proposta è stata discussa in Gran consiglio lo scorso 11 aprile, sono rimasta allibita di trovarmi ad approvare dei principi talmente basilari e ovvi, che dovrebbero essere dati per acquisiti da tempo nel nostro Stato democratico. Nella società salta più all’occhio la disabilità fisica, poiché più evidente rispetto a quella uditiva, ma quest’ultima non è certo fonte di problemi di minore importanza e impatto nella vita quotidiana. Riconoscere come lingua ufficiale quella dei segni, significa permettere ai bambini con disabilità uditive di apprendere sin dalla tenera età questa lingua e avere una formazione adeguata, affinché nel loro percorso possano essere preparati a comprendere la lingua scritta e parlata, che permetterà loro di scegliere liberamene una professione e divenire, ma soprattutto sentirsi, autonomi. Non ci si rende conto, ma non basta vedere un testo scritto per comprenderlo. Un altro passo teso a permettere alle persone con disabilità uditive di partecipare attivamente alla vita politica, sarà la traduzione nella lingua dei segni dei temi posti in votazione cantonale, dei dibattiti politici e delle sedute del Gran consiglio. Il cambio di paradigma che viene introdotto da questo nuovo articolo costituzionale, ossia il fatto che dovrà essere lo Stato ad adeguarsi all’interlocutore e non viceversa, permetterà di eliminare l’impressione delle persone con disabilità uditive di sentirsi dei cittadini di serie B. La comunicazione e la comprensione dell’altro sono alla base del vivere comune e ritengo che debba essere un dovere abbattere ogni barriera che possa impedire l’isolamento sociale delle persone con disabilità uditiva. Di conseguenza credo che votare sì il prossimo 30 ottobre 2022  sia un segno dovuto.

ARP verso il cambiamento

Da molto tempo le cittadine e i cittadini chiedono a gran voce una riforma delle Autorità di protezione (ARP). Il primo passo necessario per attuare questa riforma è il passaggio dall’attuale sistema amministrativo a quello giudiziario, mediante l’istituzione di inedite Preture di protezione. Questi nuovi tribunali civili saranno costituiti da un collegio giudicante, composto da pretori, pretori aggiunti e i membri specialisti, eletti dal Gran consiglio, poiché dei «magistrati». Ritenute le materie sensibili che toccano la sfera personale delle cittadine e cittadini, quali ad esempio il diritto di visita fra genitori e figli, spesso impedito o ritardato da iter procedurali troppo lunghi, i professionisti chiamati a decidere dovranno avere, oltre le competenze giuridiche, anche competenze legate all’approccio empatico. La selezione di questi magistrati dovrà rispettare criteri oggettivi ed essi dovranno essere sottoposti ad assestment. Per questo motivo, nell’interesse delle persone che si trovano coinvolte in tali procedimenti giudiziari, auspico che si possa finalmente uscire dalle attuali logiche di nomina secondo l’appartenenza partitica. Se ciò non sarà il caso verranno automaticamente esclusi candidati validi che legittimamente non si riconoscono in nessun partito o che non appartengono al partito «giusto». Ricordo che uno degli aspetti positivi che vengono evidenziati per giustificare il passaggio dal sistema amministrativo a quello giudiziario è la garanzia di maggiore autorevolezza delle decisioni. Credo che questa autorevolezza potrà essere percepita dalla popolazione, unicamente se accompagnata da decisioni prese da  magistrati preparati e idonei a trattare la materia, che siano celeri negli interventi e nella presa delle decisioni. La riforma dovrà essere approvata dal popolo poiché implica una revisione della Costituzione cantonale. Di conseguenza il prossimo 30 ottobre votiamo un deciso SI quale primo passo decisivo per una revisione delle ARP necessaria e impellente.

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