Ricca offerta musicale per i Ticinesi nei prossimi mesi

Ott 15 • Prima Pagina, Sport e Cultura • 346 Views • Commenti disabilitati su Ricca offerta musicale per i Ticinesi nei prossimi mesi

Spazio musicale

Le stagioni musicali che interessano i Ticinesi offriranno nel 2021 e nel 2022 avvenimenti numerosi e di alta qualità, tali da soddisfare pienamente il desiderio vivissimo del pubblico di tornare negli auditori e nei teatri per poter godere ascolti dal vivo; sperando, ovviamente, che la pandemia non venga a guastare di nuovo tutto.

L’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) al LAC allinea una serie di dieci serate dal 30 settembre al 28 aprile. La fama dei solisti annunciati e il livello considerevole raggiunto dal complesso ticinese sotto la guida di Markus Poschner garantiranno esiti di grande valore. Domina il programma la personalità di Cajkovskij; sarà interessante sentire come il Poschner, che spesso mette accenti particolari o inconsueti nelle sue interpretazioni, affronterà, tra l’altro, la quinta e la sesta sinfonia. Anche in questa stagione l’OSI compie un atto di coraggio: il 21 ottobre, unitamente all’Orchestra del Conservatorio, si cimenterà con due lavori che, tanto sul piano tecnico quanto su quello interpretativo, esigono un impegno fuori del comune: La Valse di Ravel e Le sacre du printemps di Stravinskij. Dal canto suo il pianista ticinese Francesco Piemontesi eseguirà il 28 aprile il primo concerto per pianoforte e orchestra di Brahms, da lui definito «il concerto più sinfonico della storia». Fa piacere trovare nel programma del 31 marzo un brano nuovo: alle prime esecuzioni assolute si va sempre nella speranza di scoprire orizzonti musicali inconsueti e valori tali da arricchire il repertorio e richiamare ampie fasce di pubblico. Così la stagione OSI presenterà il 31 marzo una composizione di Oscar Bianchi.

Quando si scorre il programma di Lugano Musica non si può non condividere l’orgoglio del direttore artistico Etienne Reymond all’inizio della sua nota introduttiva: «Siamo fieri di potervi proporre una nuova stagione ricca di grandi artisti e musiche meravigliose.» Non resta che segnalare in questa sede alcuni dei musicisti invitati, magari con un certo senso di colpa per quelli tralasciati, e alcune delle numerosissime manifestazioni. I pianisti Krystian Zimerman, Martha Argerich, Leif Andnes e Grigory Sokolov sarebbero sufficienti da soli per allestire un festival pianistico di grande risonanza internazionale. Per quanto riguarda i violinisti basti un nome: Julia Fischer. Naturalmente Lugano Musica si distingue ospitando orchestre di prestigio mondiale: City of Birmingham Symphony Orchestra, Gewandhaus di Lipsia, Mahler Chamber Orchestra, Orchestra Mozart e altre ancora. Sono graditissimi, naturalmente, I Barocchisti e il Coro della Radiotelevisione svizzera, diretti da Diego Fasolis, per l’esecuzione della Messa in si minore di Bach.

«Il barbiere di Siviglia» a Como

Il nuovo allestimento del «Barbiere di Siviglia» di Rossini presentato a Como il 23 settembre come primo spettacolo della stagione d’opera 2021/2022 può essere definito una trascinante manifestazione di slancio e freschezza giovanili. Il direttore Jacopo Rivani ha ottenuto dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano una prestazione agile, colorita, attenta a ogni particolare, capace di mettere in risalto tanto i passaggi di fine ironia quanto quelli esuberanti (talvolta però con qualche eccesso, come nell’esplosivo temporale). Ha potuto contare su cantanti che presumo all’inizio della carriera (nessun nome mi era noto finora), pieni di entusiasmo ma anche dotati di buoni mezzi vocali e inoltre, come sempre avviene al Teatro sociale della città lariana, accuratamente preparati e portati a un livello vocale e scenico degni di artisti aventi già una certa esperienza. Gianni Giuga è stato per voce e temperamento un Figaro assai valido. Come Almaviva Matteo Roma, a voce calda, si è fatto apprezzare per il buon fraseggio come pure per alcuni acuti stratosferici affrontati con sicurezza. Mezzi limpidi e gradevolmente vellutati ha messo in luce Chiara Tirotta nei panni di Rosina; migliorerebbe ulteriormente le sue già notevoli prestazioni se riuscisse ad ammorbidire l’attacco degli acuti. Un Bartolo esilarante è stato Diego Savini, un Basilio convincente Alberto Comes. Tiberia Monica Naghi ha eseguito con buona voce e arguzia l’aria di Berta. Dell’orchestra si è già detto; ma occorre aggiungere una menzione speciale per Hana Lee al fortepiano. Solitamente pochi spettatori prestano attenzione nei recitativi secchi all’accompagnamento, ma coloro che l’hanno fatto l’altra sera a Como hanno potuto ammirare una musicista molto precisa e di grande finezza. Lo spettacolo si è avvalso di scene descrittive pregevoli, cambiate, per rappresentare successivamente i diversi luoghi della vicenda, con rapidi e intelligenti trasformazioni a vista. Elogerei anche la regia, se non fosse per gli elementi goffi e grotteschi, perfino ingombranti, introdotti nello spettacolo. «Il barbiere di Siviglia», non sarà mai ripetuto abbastanza, non è una farsa. Regia, scene e costumi erano di Ivan Stefanutti. Le regole per arginare la pandemia hanno imposto l’accettazione di solo trecento spettatori su un migliaio che il teatro può ospitare. Peccato per i molti esclusi, però gli «eletti» che hanno potuto avere accesso sono rimasti soddisfatti e hanno gratificato direttore e cantanti di molti applausi (calati invece quando sono apparsi i responsabili della parte visiva dello spettacolo).

 

Carlo Rezzonico

 

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