Politica energetica: la Germania non è un esempio da seguire!
Echi dal Gran Consiglio
La liberalizzazione del mercato elettrico, anche se posticipata al 2016, peserà non poco sulle scelte a medio-lungo termine che dovrà fare AET e su quelle che dovremo fare noi deputati per cercare di migliorare la situazione.
Purtroppo, l’UDC nota sempre più una certa condiscendenza ad accettare mozioni e iniziative volte a imporre nuove tasse sul consumo energetico, per creare sì nuovi fondi che dovrebbero aiutare – ma sarà poi vero? – a incentivare l’adozione di energie rinnovabili, ma che parallelamente vanno però a creare anche inutili doppioni.
La conseguenza, inutile negarlo, è che si sta spremendo il cittadino come un limone in un periodo economico non semplice.
È ormai evidente che al primo posto delle priorità per molti Ticinesi c’è la ricerca di un lavoro e arrivare a fine mese e, se non si hanno soldi, come si potrà pretendere dal cittadino che arrivi a pagare lo scotto dell’aumento delle bollette dovuto all’uscita del nucleare?
Molti partiti, e in particolare alcuni deputati in Gran Consiglio, continuano a esaltare il modello tedesco. Ma in realtà è forse uno dei peggiori (e non migliori) esempi che si possano portare, un modello assolutamente da non seguire. Infatti, la Germania si è così concentrata nel puntare sulle energie rinnovabili – in particolare su solare ed eolico – arrivando a creare tasse ad hoc, che ora i prezzi dell’elettricità non sono diminuiti, bensì sono aumentati, creando non pochi grattacapi alle economie domestiche, per non parlare poi delle industrie, ma in quest’ultimo caso la notizia sembra non fare notizia.
Il problema è così evidente che il noto settimanale tedesco “Der Spiegel” è stato molto severo nell’analizzare la riforma energetica della Germania, dedicando addirittura una copertina al problema con un titolo lapidario “Corrente elettrica lussuosa: perché l’energia diventa sempre più cara e come deve reagire la politica”.
In tale articolo viene sottolineata la frase del ministro per l’ambiente della precedente legislazione, che aveva liquidato l’aggravio di costi per il consumatore per troppo generosi incentivi al solare e all’eolico come qualcosa che “costerà come una pallina di gelato”. I tedeschi stanno ora pagando l’intera gamma dei gusti di tali gelati e anche di più; tocca loro anche pagare un’elettricità “fantasma”, ovvero quando c’è eccesso di produzione, per evitare il rischio di congestione della rete i produttori di eolico staccano la spina, si disconnettono dalla rete anche se continuano ad essere lautamente remunerati.
Insomma, volendo fare un paragone, un cittadino tedesco che possiede un appartamento di due locali, tramite le sue bollette finanzia in un certo senso i pannelli della villetta unifamiliare i cui proprietari invece riescono a beneficiare dei sussidi per medi/grandi impianti.
Per AET si prospettano tempi duri e ciò è dovuto anche a scelte sbagliate del passato; rimangono a rischio diverse partecipate per le quali sono già state fatte svalutazioni e accantonamenti, ma grazie al maggior dialogo e trasparenza tra AET e la Commissione Speciale Energia, possiamo dire di avere maggior chiarezza su come intervenire.
Noi UDC però non vogliamo che i ticinesi paghino il medesimo scotto dei cittadini germanici e di altri Stati europei che si ritrovano strangolati da tasse per incentivare determinate energie rinnovabili a scapito di altre; l’uscita dal nucleare – e non smetteremo mai di sottolinearlo – è stata una scelta affrettata, senza un vero e proprio piano di uscita, la quale poggia su speranze di scoperte future, ma su nulla di realmente concreto.
Possiamo solo aspettare, perché più aumenterà la richiesta di energia in futuro e più patiremo le conseguenze della carenza d’energia. E a quel punto ci renderemo veramente conto che avremmo dovuto e potuto agire diversamente. Non mancheremo dunque come Gruppo UDC in Gran Consiglio, nel prossimo futuro, di proporre atti parlamentari che sconvolgeranno le carte in tavola, ma che saranno una boccata d’ossigeno per i nostri cittadini. L’indipendenza energetica è fondamentale per l’autonomia del nostro amato cantone e paese.
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