Passaggi evitabili nella via verso la saggezza
Un vecchio adagio dice: ci sono tre modi per imparare a diventare saggi: il primo tramite la riflessione, ed è il modo più nobile; il secondo tramite l’imitazione, e questo è il metodo più facile; il terzo, tramite l’esperienza, ed è il metodo più amaro. Questo adagio mi sembra ancora oggi essere d’attualità e non vale solo nel privato, ma anche in politica.
In campo privato
In campo privato, questo adagio è senz’altro il più indispensabile: chi riflette prima sulla saggezza del suo attuale e futuro agire, lo farà in modo ragionevole. Chi invece è troppo pigro e prende acriticamente esempio da altri, agisce imprudentemente. E chi impara solo dai danni delle cattive esperienze, arriva sempre troppo tardi rispetto a una catastrofe.
In campo politico
Ma anche in politica è così. Non mancano gli esempi al riguardo. Prendiamo ad esempio l’interminabile discussione sull’attuale accordo-quadro imposto in modo ultimativo e ricattatorio dall’UE.
Riflettere: chi si prende la briga di riflettere ragionevolmente sull’oggetto, può solo respingere questo accordo. Perché troppo grande è la differenza fra gli interessi dei due partner contrattuali. L’UE beneficerebbe totalmente di tale accordo, applicando il suo diritto anche in Svizzera, mentre la sovranità della Svizzera rimarrebbe solo un relitto pro forma nella Costituzione federale. Da parte svizzera, beneficerebbe di questo accordo – se il popolo non riflettesse al proposito – unicamente una manciata di esponenti, perlopiù stranieri, della «nostra» economia d’esportazione (i vari CEO con i loro bonus quali manager delle nostre grandi imprese d’esportazione, la maggior parte delle quali è in mani straniere), e forse un paio di broker di borsa con i loro interessi. Ma tutte queste persone hanno un grande peso nella Berna federale.
Imitare: è ciò che la Berna sta facendo oggi in continuazione, si copiano già quasi tutte le più assurde regolamentazioni che l’UE non cessa di inventare. Perché questa è la via più comoda, dato che non necessita di alcuna riflessione. Con l’accordo-quadro, questa orgia di imitazioni verrebbe addirittura istituzionalizzata, l’imitazione non significherebbe più come finora solo sconsideratezza, diventerebbe un obbligo vincolante.
Esperienza: sì, diventare saggi tramite l’esperienza (cattiva) è la via più amara. Se non riflettiamo per tempo sull’accordo-quadro, riprendendolo invece acriticamente, ne deriverà che diventeremo saggi solo a seguito dei danni che avrà procurato. E ciò sarebbe amaro. Questa amara esperienza sarebbe tuttavia ancora evitabile tramite la riflessione. Dato il mio scetticismo nei confronti di Consiglio federale e Parlamento con tutti i loro cronici trucchetti, preferisco dare fiducia al popolo.
Non dovremmo diventare saggi solo dopo le (cattive) esperienze o con le comode imitazioni, bensì attraverso nobili e tempestive riflessioni.
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