Metano a Bellinzona: sì ad un’alternativa energetica
Prossimamente il Consiglio comunale di Bellinzona sarà chiamato ad approvare il contratto di concessione tra Metanord e la Città per la distribuzione di gas naturale, il regolamento di fornitura e la convenzione per impianti di produzione di energia ad alto rendimento.
Concessioni simili sono già state sottoscritte da altri comuni del distretto dove il gas è quindi già disponibile (o lo sarà a breve), mentre a Bellinzona si è deciso di aspettare per una serie di motivi più o meno validi, fra cui spiccava il rischio di concorrenza in ambito energetico con le AMB.
La questione potrebbe sembrare scontata, dato che si vuole semplicemente offrire a Metanord la possibilità di operare, garantendo contemporaneamente al Comune prezzi di erogazione e di allacciamento particolarmente favorevoli, ma i Verdi hanno comunque dichiarato di essere pronti a lanciare un referendum.
Le loro motivazioni sono principalmente di matrice ideologica: non accettano neppure che venga offerta all’utenza la libertà di servirsi di un’alternativa come quella data dal gas naturale, mentre chiedono ulteriori investimenti di risorse pubbliche nelle energie rinnovabili e denunciano infine l’inserimento di un concorrente diretto delle Aziende municipalizzate nell’offerta locale di energia.
Se il gas naturale fosse più inquinante o pericoloso di altre fonti energetiche attualmente sul mercato potrei, pure io, sostenere la loro tesi e chiedere di negare la concessione a Metanord; non è però così.
Il gas, per quanto produca evidentemente CO2 durante il consumo, offre dei vantaggi rispetto ad altri combustibili come nafta o benzina: è privo di metalli pesanti e praticamente anche di zolfo, non genera fuliggine e non è tossico per le persone, gli animali, il suolo o le acque. È quindi una valida alternativa alle soluzioni attuali; ma ai Verdi questo non basta, loro vorrebbero vietarlo sia come opzione per i cittadini e le aziende, sia per il Comune.
Quella dei Verdi è però una visione dottrinale che contempla solo il giusto e lo sbagliato, non affronta le problematiche in modo pragmatico e propugna soluzioni che, oltre a non risolvere nulla in quanto impraticabili, impediscono pure sinergie interessanti.
Si pensi, ad esempio, al progetto di teleriscaldamento del Bellinzonese che recupera il calore generato dall’inceneritore dei rifiuti di Giubiasco, permettendo perciò un risparmio annuo di quasi 5 milioni di litri di gasolio.
Questo sistema necessita varie caldaie di backup sparse sul tracciato in modo da garantire il servizio anche durante i picchi di consumo e durante gli spegnimenti dell’impianto principale. Di conseguenza si sta valutando il riutilizzo a tale scopo anche di bruciatori a nafta di grosse dimensioni già presenti sul tracciato. Alcuni di questi impianti (essendo datati) dovranno però essere sostituiti nei prossimi anni, ed in quel momento sarà importante disporre di un allacciamento alla rete del gas, visto che una caldaia a gas offre dei vantaggi economici, gestionali e, non da ultimo, ambientali.
Inoltre, anche la problematica legata alla potenziale concorrenza fra Metanord ed AMB è già appianata dalla convenzione sugli impianti di produzione di energia.
Anzi, oggi le AMB avrebbero pure l’occasione (storica) di acquisire una quota di Metanord, assicurandosi un investimento concreto sul territorio ticinese e rafforzando nel contempo il proprio ruolo di fornitore multiservizi. Il Municipio non ha però voluto entrare nel merito dell’offerta poiché , come si legge nel relativo messaggio: “un conto è permettere ad altri di distribuire il gas (se i clienti lo desiderano) un altro conto è promuovere direttamente il consumo del gas come azienda di distribuzione”. Un comportamento assurdo in quanto una simile opportunità dovrebbe essere vagliata da un punto di vista strategico ed industriale, non scartata adducendo una scusa oltretutto incoerente vista proprio la recente proposta del Municipio di partecipare alla costruzione di una grossa centrale a gas in Germania!
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