L’oasi felice UE
Ho terminato di raccogliere queste notizie il 04/05/2021. Il 04/05/1979 Margaret Thatcher diventa primo ministro del Regno Unito.
Istat: «Da febbraio 2020 persi 900mila posti». Donne colpite il doppio degli uomini. Pil del primo trimestre a -0,4%: meglio di media UE. ( n.d.r. Italia)
I «sommersi», come al solito, sono i meno garantiti: dipendenti a termine, calati del 9,4%, autonomi (-6,6%) e lavoratori più giovani (-6,5% tra gli under 35). Tra marzo 2020 e marzo 2021 le occupate sono calate di 377mila unità contro i 188mila occupati uomini in meno. C’è un primo, timido recupero. Ma a marzo, gli occupati erano ancora quasi 900mila in meno rispetto al febbraio 2020, ultimo mese prima della pandemia, e il tasso di occupazione più basso di 2 punti percentuali. Non solo: gli inattivi, cioè coloro che non cercano un lavoro perché il contesto li scoraggia, sono 650mila in più rispetto al pre-Covid. È l’ultima fotografia che arriva dall’Istat, dopo che all’inizio di aprile l’istituto aveva diffuso i dati su febbraio, raccolti con nuova metodologia di calcolo europea, arrivando così a contare 945mila posti persi in un anno. Il tasso di disoccupazione scende al 10,1% (-0,1 punti) ma tra i giovani sale al 33% (+1,1 punti). Tra marzo 2020 e marzo 2021 l’emorragia di posti risulta più limitata: -565mila. Gli indipendenti diminuiscono del 4,2% (-212mila), i dipendenti a termine del 3,8% (-103mila), ma anche i dipendenti permanenti calano dell’1,7% (-250mila) nonostante il blocco dei licenziamenti. La diminuzione, scrive l’Istat, coinvolge uomini e donne e tutte le classi d’età. Ma le donne sono le più colpite: tra marzo 2020 e marzo 2021 le occupate sono calate di 377mila unità contro i 188mila occupati uomini in meno, il doppio.
(FQ aprile )
Come l’Europa vuole regolamentare le intelligenze artificiali
La Commissione europea ha presentato un’articolata proposta per la regolamentazione dell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale (AI), con lo scopo di indicarne gli usi consentiti e quelli proibiti per tutelare la privacy e altri diritti dei cittadini europei. La proposta era piuttosto attesa ed è considerata il progetto più ambizioso finora realizzato per regolamentare un settore in piena espansione e dai contorni ancora sfumati. Per entrare in vigore, il nuovo regolamento dovrà essere discusso e votato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, processo che richiederà alcuni anni (n.d.r. Sic! anni) per essere completato.
L’iniziativa della Commissione copre diversi ambiti e applicazioni della AI, dai sistemi per le nuove assunzioni di personale nelle aziende agli algoritmi che fanno funzionare le automobili a guida autonoma, passando per il riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine. Il regolamento stabilisce che cosa si può e che cosa non è consentito fare con le AI e prevede multe fino al 6 per cento del fatturato annuo delle aziende coinvolte, con meccanismi simili a quelli impiegati per il GDPR, il regolamento per la tutela della privacy in vigore da qualche anno nell’Unione europea. Il riconoscimento facciale – uno dei temi centrali, e già ampiamente discussi prima che la proposta fosse presentata ufficialmente – è legato ai sistemi per riconoscere automaticamente gli individui nelle riprese delle telecamere di sicurezza. La proposta prevede che sia vietato in generale l’utilizzo «in tempo reale» di questi sistemi negli spazi pubblici anche se a scopo di attività condotte dalle forze dell’ordine. Il regolamento prevede però numerose eccezioni, compresa la possibilità di ricorrere al riconoscimento facciale per la ricerca da parte della polizia di sospetti in attività criminali.
Per quest’ultimo caso è citata la necessità di avere un’autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie, requisito che secondo diversi critici non costituirà un deterrente per evitare un ricorso eccessivo al riconoscimento facciale. È raro che non siano accordati permessi per svolgere attività di questo tipo, soprattutto se in condizioni di emergenza e quando si rende necessaria la ricerca di una o più persone sospettate di un crimine.
(I post Konrad aprile 2021)
Porte girevoli tra politica e affari: in Europa le norme ci sono ma c’è chi riesce ad aggirarle. E a diventare lobbisti sono pure gli alti funzionari
Non è illegale e non rappresenta neanche una forma di illecito. Non viola la legge, per il semplice fatto che una vera e propria norma, almeno in Italia, ancora non c’è. Eppure è una delle più deleterie pratiche che possono minare la trasparenza, l’integrità e l’equità delle istituzioni. Un fenomeno sfuggente, ma alla base di enormi conflitti d’interesse. Il fattoquotidiano.it presenta il dossier sulle porte girevoli della ONG the Good Lobby. In Unione europea, il codice di condotta dei funzionari, dei deputati e dei membri della Commissione è sicuramente più completo di quello della maggior parte degli Stati membri (Italia compresa). Anche se mostra molteplici carenze. Dal caso Barroso, passato da presidente della Commissione UE al presidente di Goldman Sachs, ad Aula Salla, nuova responsabile degli Affari europei di facebook: ecco chi dai vertici della massima istituzione comunitaria è passato a servire interessi privati. E pure Farage ha un nuovo lavoro. L’Europa delle porte girevoli, con Jerome Gautheret di Le Monde e Giada Zampano (freelance per molte testate internazionali) insieme a Peter Gomez e Giuseppe Pipitone
( FQ di Giuseppe Pipitone 28 APRILE 2021)
Le 50 aziende che valgono di più al mondo
Al vertice la Apple, seguita dagli altri big della tecnologia. Presenti molte holding, mentre l’automotive viene scalzata dall’industria dei semiconduttori.
Sono nella gran parte statunitensi, poche europee e – va da sé – nessuna italiana. Sono le 50 aziende che valgono di più in Borsa nel mondo. La classifica rispecchia l’andamento dell’economia degli ultimi anni, con la tecnologia e l’innovazione digitale che hanno rotto meccanismi lunghi decenni. Basta guarda la top ten, con giovani colossi poco più che ventenni che sono in grado di scalzare dalle posizioni più alte storici marchi della finanza fondati nell’Ottocento o giù di lì. L’elenco è stilato in base agli indici mondiali di MSCI (N.d.r.L’indice MSCI World è un indice di mercato azionario costituito da migliaia di titoli di livello globale) e non ha la pretesa di essere esaustivo: le oscillazioni dei titoli in Borsa, possono far fluttuare le società anche sensibilmente giorno per giorno. I dati riportati rispecchiano la situazione sui mercati del 21 aprile 2021.
Al vertice delle 50 top company globali c’è quindi Apple, seguita da Microsoft e da Amazon. Ai vertici c’è anche la Tesla di Elon Musk che con oltre 670 miliardi di capitalizzazione vale tre volte l’unica altra società dell’automotive presente in classifica: la gloriosa Toyota ferma a 212 miliardi di dollari. In classifica anche molte holding, società che hanno al loro interno più partecipazioni. Sebbene sia esclusa per un soffio Softbank (che sarebbe stata la 51esima), dentro ci sono anche due holding che hanno partecipazioni in Italia, come Tencet (azionista di Satispay) e Berkshire Hathaway che possiede il 9% di Cattolica Assicurazioni.
Per il resto poca Italia. Per rendere l’idea di dove si posizionino le imprese italiane si guardi a un dato emblematico: la capitalizzazione di tutte le società quotate in Borsa a Milano – tutte sommate tra loro – si ferma a 686 miliardi di euro e sarebbero in corsa con Facebook solo per un posto in quinta posizione.
( di Michele Chicco Contributor maggio 2021)
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